Di Marco Fiori©
Stampe moderne e contemporanee
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Carissimo Marco, Le ho mandato qualche notizia scarabocchiata in qualche modo. Le ho anche detto di bruciare il tutto, ma mi rendo conto che non sarebbe saggio dare il computer alle fiamme. Infatti i fogli li distruggo io e Lei li cancellerà dalla memoria del suo apparecchio. Certo che il discorso sulle catalogazioni delle stampe è infinito. In antico i repertori erano anche cataloghi di vendita dei mercanti. Si vedano gli elenchi di Piranesi… Siamo ben lontani dalla schedatura di un foglio grafico. Oggi si vorrebbe saper tutto, e una buona scheda dovrebbe contenere il massimo dei dati. Mi viene in mente la risposta che Maccari diede a Meloni che stava curando la sua enorme produzione, gli disse: “e chi si ricorda di quel foglio… si arrangi… il catalogo lo sta facendo lei”. Bella risposta no? Maccari era un fine di spirito. I cataloghi non sono mai finiti. Manca sempre qualcosa. Il brutto del collezionista è quando si trova davanti un foglio che per qualcosa non corrisponde alla scheda del catalogatore. Un bel guaio sono anche i prezzi dei cataloghi. Proprio a giorni mi arriva notizia del catalogo di Giacometti in tre volumi che è appena uscito in Svizzera da Kornfeld. Lo sa che i primi due volumi costano 450 franchi? Per il terzo bisognerà aspettare, e sarà un altro bel costo. Caro amico, il nostro amore per le stampe sta diventando sempre più costoso. Però anch’io vivo di soddisfazioni. L’ultima è stata la mostra di Bagnacavallo. Settemila persone sono sfilate davanti ai fogli di Chagall che ho la fortuna di possedere e di condividere con tante persone. Quattrini zero ma emozioni molte. Voila. Caro Marco un caro e cordiale saluto dal malato dello stesso suo male. Luigi T.
Luigi Tavola, appassionato collezionista di stampe e curatore con Francesco Meloni del “Catalogo ragionato dell’opera grafica di Massimo Campigli”(1), mi confidò che nonostante le stampe del Maestro fossero selezionate e contenute nel numero di matrici e varianti di stato, il lavoro di catalogazione era risultato più lungo e faticoso di quanto si potesse prevedere. La realizzazione del repertorio completo dell’opera grafica di un artista è un’impresa che richiede passione, competenza e meticolose ricerche sui procedimenti esecutivi, date, edizioni e altre informazioni che il foglio stesso non contiene.
Le tecniche, i formati, i supporti e diversi altri elementi sono indispensabili per definire con precisione un’opera d’arte ma, in particolare per le opere grafiche, quando si inizia una raccolta molto raramente si percepisce l’importanza che assumerà nel tempo la ricerca di mirati riscontri bibliografici. Con il termine generico di “repertori” s’intendono quelle pubblicazioni nelle quali un collezionista può trovare elenchi, notizie e immagini delle stampe che intende esaminare. Già nei tempi antichi si sentiva l’esigenza di realizzare repertori, soprattutto per le grandi opere di pittura. Vasari nelle “Vite dei Pittori” oltre a descrivere le opere ne compilò gli elenchi. Per le stampe d’arte si dovette aspettare fino al Settecento per veder stampati libri dedicati alla produzione grafica di artisti che avevano già un “buon mercato” di collezionisti.
Oggi i cataloghi ragionati degli artisti e quelli generali di editori e stampatori sono la fonte principale dei repertori di stampe moderne e contemporanee ai quali, molto spesso, fanno da utile corollario i cataloghi di vendita di Gallerie e Case d’Asta specializzate, cataloghi di Musei, Fondazioni e quelli di particolari collezioni private.
CATALOGHI GENERALI E RAGIONATI
I cataloghi dell’opera grafica completa degli artisti sono il cardine per l’identificazione e l’attribuzione delle opere. Questi cataloghi, nei casi più comuni, si limitano ad elencare e a riprodurre immagini di incisioni e litografie ordinate per data di esecuzione, senza particolari informazioni se non il titolo, la tecnica e le dimensioni. Diversi e ben più importanti sono i cataloghi ragionati dove vengono documentati gli stati di ogni matrice con le relative prove, le edizioni, la tiratura, l’eventuale biffatura e altre informazioni spesso di fondamentale importanza per il collezionista. Vale la pena ricordare che il primo repertorio “ragionato” delle incisioni di Rembrandt apparve nel 1750, a cura di François Gersaint, a cui seguirono ulteriori e più precisi rifacimenti che portano i nomi di Bartsch, Rovinsky, Hind, Munz, Bjorklund e Barnard. Nonostante ciò, ancora oggi sembra che vi siano ulteriori precisazioni e correzioni da fare sull’opera grafica del grande olandese!
Adam Bartsh è stato il più noto catalogatore di stampe d’arte. Direttore delle collezioni grafiche viennesi, costruì il più grande repertorio degli incisori di tutti i tempi. In ventuno volumi usciti dal 1802 al 1821 pubblicò e descrisse le incisioni di centinaia di artisti, dal Cinquecento ai suoi giorni. Ancora oggi il suo repertorio è valido per molti incisori, cosiddetti “minori” per i quali non è stato realizzato un catalogo ragionato delle loro opere.
Altro importante studioso, i cui cataloghi riguardano i grandi grafici francesi dell’Ottocento e Novecento, è Loys Delteil (1869 – 1927) al quale si devono i repertori di Corot, Daubigny, Ensor, Renoir, Daumier eccetera. Possiamo dire che passò la vita schedando le opere degli incisori del suo tempo.
Se per gli antichi e meno noti incisori è un’impresa quasi sempre proibitiva, per i moderni e contemporanei, con accurate ricerche, è quasi sempre possibile stabilire date, stampatori, editori, tecniche e numero di prove edite. Un buon repertorio moderno, oltre a descrivere nei particolari la stampa, non dovrebbe trascurare le dimensioni dei fogli dell’edizione, il tipo di carta, il tipo di numerazione e la descrizione delle firme, oltre alla riproduzione dell’opera con il nome dello stampatore, dell’editore e la data.
Molti cataloghi dell’opera grafica di maestri contemporanei quali Dalì,(2) Kandinsky(3) e Mirò(4), ad esempio, sono ormai ricercati non solo dai collezionisti di stampe ma anche da appassionati bibliofili per i più svariati motivi. Il catalogo ragionato di Kandinsky è considerato da molti come uno dei libri d’arte più belli del Novecento; i cataloghi di Mirò, nei tomi dell’edizione originale, sono arricchiti da bellissime e ricercate litografie; il catalogo di Dalì, edito in due volumi, ha fatto chiarezza sulle numerose edizioni delle sue opere e creato un argine al proliferare dei falsi in circolazione. Analoghi esempi si potrebbero fare per i cataloghi ragionati dell’opera grafica di tutti gli artisti di fama internazionale come Bonnard (5), Braque (6), Chagall (7), Marino (8), Matisse(9), Moore(10), Morandi(11), Picasso(12), Redon(13), Rouault(14), Severini(15), Sutherland(16), e tanti altri.
E’ facilmente intuibile che il catalogo completo e definitivo dell’opera di un artista venga edito dopo la sua dipartita ma, in diversi casi, vengono realizzati cataloghi ragionati, fino alla data di edizione, con la collaborazione dell’artista ancora vivente. In Italia alcuni pregevoli esempi li troviamo nel catalogo edito da Prandi sull’opera grafica di Manaresi (17)(1969) e nei corposi volumi curati da Alfonso Ciranna sull’opera grafica di Manzù(18) (1968) e De Chirico(19) (1969). Per orientarsi con consapevolezza sui repertori dell’opera grafica degli artisti di tutto il mondo può essere utile consultare la “Bibliografia dell’incisione 1803/2003” (20), di Stefano Liberati, con oltre cinquemila annotazioni per un complesso di 1400 artisti.
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DESTRUTTURALISMO Punti salienti