Emil Cioran, Squartamento, ateismo

Emil Cioran, Squartamento, ateismo

Emil Cioran, Squartamento, ateismo

Emil Cioran, Squartamento, ateismo

Sintesi della società occidentale, credit Mary Blindflowers©

 

Emil Cioran, Squartamento, ateismo

Mary Blindflowers©

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Si vive di ipocrisia, a un crocevia tra l’imbarazzo e la falsità. Frasi belle confezionate, tipo la morte non si augura a nessuno, nemmeno al tuo peggior nemico (ma quando mai!); oppure bisogna essere tolleranti con tutti; non urtare la sensibilità degli altri; non creare tensioni, non commentare sui social se non sei d’accordo, etc. etc.,  sono di gran moda oggi. Ci tocca essere forzatamente buoni, di una bontà cioccolatosa e pietosa che impone perfino il perdono all’assassino se no si viene segnalati immediatamente come aggressivi e disagiati, una bontà integrale e irreale che impone di ammantare la risposta ad un idiota con espressioni propedeutiche, tipo rispetto la tua opinione, ma… mentre in realtà pensi di avere a che fare con un imbecille integrale ma non glielo puoi mica dire, non sarebbe in linea con gli standard della comunità, con la nuova bontà super-egotica.
Poi ti leggi Cioran in Squartamento e Accenni di Vertigine e ti accorgi che qualcosa nel processo evolutivo della società e della letteratura si è come pietrificato in un’ossatura posticcia che mostra un lato per nasconderne un altro. Cioran è infatti politicamente scorretto, un misantropo che ti suggestiona con il suo linguaggio flautato e profondo. Senza mezzi termini adagia magistralmente sulla carta un pensiero satanico e non congestionato dalla bontà indotta, un pensiero che oggi sarebbe percepito come non adatto all’educazione delle masse. Queste infatti non leggono più nulla, a parte i resumé giornalistici dei social che nutrono l’intelletto come un consommé senza brodo, formaggio e uovo o i libri di Coelho e degli ultimi premi Strega, più sciapi di una minestra senza sale.
Cioran si permette di non essere buono secondo i dettami della buona creanza educativa, si dichiara ateo, si spinge fino a disprezzare e detestare, verbi veicolanti sentimenti umani oggi bannati in nome di un’ipocrita bontà da zucchero filato. Egli, con la sua raffinatissima intelligenza, esalta ironicamente perfino il suicidio di Dio e l’Epicureismo:

Impietosirsi dell’Essere Supremo soltanto perché non ha la bontà di darsi la morte! Idea incomparabile, prodigiosa che da sola consacrerebbe la superiorità dei pagani sui forsennati che dovevano presto soppiantarli. Chi dice saggezza non dice mai saggezza cristiana, perché ciò non è mai esistito né esisterà mai. Duemila anni inutili. Tutta una religione condannata prima di nascere.

Un Antico diceva che la dottrina di Epicuro aveva la dolcezza delle sirene. Sarebbe fatica sprecata cercare un sistema moderno che meriti tale elogio.

E poi confessa: Non c’è nessuno di cui, in questo o quel momento, io non abbia desiderato la morte.

Cinico dunque, umano troppo umano, direbbe Nietzsche, in quest’epoca di pupazzi ammaestrati che scrivono libri per le scimmie da zoo. Alcune frasi di Cioran sembrano scritte oggi:

Pubblicare dei gemiti, delle interiezioni, dei frammenti… mette tutti quanti a proprio agio. L’autore si pone così in una posizione di inferiorità rispetto al lettore, e il lettore gliene è grato.

Ci troviamo di fronte a un autore spietato con se stesso e con gli altri, ironico verso i teologi e che ha le idee chiarissime sui libri:

Quel giorno parlavamo a tavola di teologia. La cameriera, una contadina analfabeta, ascoltava in piedi: “Credo in Dio soltanto quando ho mal di denti”, disse. Dopo un’intera vita, il suo intervento è il solo che io ricordi.

Un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve provocarle. Un libro deve essere un pericolo.

Oggi che l’editoria corre freneticamente verso l’inane innocuità, queste parole sono quanto mai attuali. Purtroppo di pericoloso nella nuova editoria rampante e iper-pubblicizzata, non rimane davvero più nulla, anzi più un libro è contenutisticamente innocuo, meno disturba, meno crea dubbi, più viene considerato un capolavoro da premio Strega, quello che sega i talenti in nome della politica. Che dire? Tanti ma tanti complimenti all’involuzione della cultura dominante che distribuisce dolci nei chioschi dei pugnali da nuovi inani Bignami per soli idioti senza sali.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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