Poeti barbieri, Migliorucci, Burchiello

Poeti barbieri, Migliorucci, Burchiello

Poeti barbieri, Migliorucci, Burchiello

Poeti barbieri, Migliorucci, Burchiello

Manni, Le veglie piacevoli, 1815, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Poeti barbieri, Migliorucci, Burchiello

.

Lazzero Migliorucci, noto come Mastro Lazzero Barbiere, secondo quanto riportato dal Manni ne Le veglie piacevoli, aveva una bottega di barbitonsore a Firenze nella prima metà del secolo XVII, e si divertiva a scrivere poesie. In un suo sonetto il nostro immagina una cena molto particolare in cui fin dai primi versi gioca coi doppi sensi:

 

Io ho più volte una cosa osservata,
Che mai la sorte prospera mi dura:
Perché se oggi avrò qualche ventura,
Doman m’è la disgrazia apparecchiata.

 

Qui già anticipa mediante il verbo apparecchiare, sia la sfortunata bizzarria della cena, sia i travolgimenti della fortuna avversa che lo serve sempre malamente.
Quindi racconta che un suo conoscente e cliente “Tessitor”, arriva nella sua bottega e lo invita a cena a casa sua dove, a suo dire, avrebbe trovato una compagnia di amici tutti galantuomini. Il barbiere è indeciso se accettare o no, ma alla fine cede.
Dopo una bella camminata, arrivano, bussano dieci volte, entrano come ladri al buio, dando stincate sull’entrata e salgono poi certi gradini sconnessi da far paura, “mobili, stretti e radi… assacce mal confitte”. Dopo aver rischiato di rompersi il collo sulle scale, ecco un lumicino molto fioco, meno splendente di una lucciola e degli occhi di un gatto. Giunti al posto dove sarà servita la cena, il barbiere si rende conto che è una specie di aia ingombra di cose: “Calcole, e subbj, e stromenti sì fatti,/ Dove passar non puoi se tu non batti”. Dopo aver osservato l’ambiente, vede “ramaioli e padelle” ovunque, ecco allora la battuta ironica: “l’è casa di stupore/ Da poterci abitare ogni Signore”.
Dopo aver salutato gli altri ospiti, il barbiere si lava le mani in un secchio comune, per decisione del padrone di casa. E viene servita insalata senza sale, aceto al posto del vino e olio che sembra una medicina: “Che fosse olio di sasso, o laurino,/ Si stomachevol era, ed assassino”. Poi arriva una salsiccia grassa in guazzetto cucinata non si capisce come, e “carne secchia vecchia e sego e sugna”, un gallo di almeno cinquant’anni, etc.
Dopo la cena disgustosa, il barbiere si congeda e medita propositi di vendetta:

 

E per non tornar mai
Di quella casa con un crocione
Benedissi ogni sasso, ogni mattone,

Con mala intenzione
Che se colui a radersi più viene,
Vo’ che del tutto mi paghi le pene.

Lasciate fare a mene:
Voglio, che si ricordi di chiamare
La gente a cena, e poi farla pagare.

 

Il componimento rientra a pieno titolo nei sonetti satirici e ricorda un poco una poesia di Antonio Pucci:

 

Andrea, tu mi vendesti per pollastra
Sabato sera una vecchia gallina,
Ch’era degli anni più d’una trentina
Stata dell’altre comatrice e mastra.
E non fu mai affamato il Calastra,
Ch’egli mangiato avesse tal cucina;
Però ch’ella parìa carne canina
E quell’omore in sè che ha una lastra.
Volevasi mandare alla fornace
E tanto far bollire ogni stagione
Che ammorbidasse sua carne tenace.
Ma primamente il tegolo e ’l mattone
O calcina sarìa stata verace,
Che quella mossa avesse condizione.
Mangia’ne alcun boccone
Per fame, e misi a ripentaglio i denti.
Però fa’ tu che d’altro mi contenti.

 

Anche qui troviamo un’insistenza sulle qualità pessime del cibo. Ma è con Domenico di Giovanni, chiamato il Burchiello, (Firenze 1404 – Roma 1449), “poeta pazzo e cervellino” (Poccianti) che il tema del cibo andato a male, diventa materia non trascurabile:

 

Qua si manuca quando l’uomo ha fame
sanza aspettare Toiano o le tre Ore:
bene a me insin qua vien grande olore
quando di purgatoro esce il tegame.
Qua si cucina in pentola di rame,
ch’a mangiar la minestra è un dolore;
non vi dico la carne d’un colore,
proprio di mane ch’usin filare stame… (Sonetto LXIX).

 

Molti sono i motivi e i punti in comune tra il più noto Burchiello e il Migliorucci, entrambi barbieri e bravi poeti, solamente che il secondo raramente viene citato e ricordato.

.

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Rivista Destrutturalismo

Christ was a female

Video – The Black Star of Mu

 

 

 

Post a comment