Langstone Hughes, Virginia Dare

Langstone Hughes, Virginia Dare

Langstone Hughes, Virginia Dare

Langstone Hughes, Virginia Dare

Sole cannella, credit Mary Blindflowers©

 

 

Mary Blindflowers & Mariano Grossi©

Langstone Hughes, Virginia Dare

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Langston Hughes (Joplin, 1º febbraio 1902 – New York, 22 maggio 1967), nella poesia “Le dolcezze di Harlem”, utilizza la metafora del cibo per descrivere la bellezza delle nere di Harlem. I versi rievocano immagini di dolcezza culinaria e golosità che immergono il lettore in un’atmosfera sognante in cui frutta e cioccolata e caramello e panna diventano metafora di un sogno metropolitano in cui si invita dolcemente il lettore a passeggiare ad Harlem per conoscere la varietà della bellezza delle donne, ritrovando di volta in volta nei loro colori e nell’incarnato tutti cibi deliziosi e paradisiaci.
Il poeta affronta la questione razziale in modo molto pacato, rovesciando gli stereotipi sugli americani di colore e su un quartiere come Harlem considerato, specialmente all’epoca di Hughes, povero e degradato, con un alto tasso di delinquenza e qualità della vita mediocre.
Non vedi, dice invece il poeta, quanta bellezza c’è in questo quartiere?
Non vedi che è una collina di zucchero, profumata dai dolci colori delle donne?
Vibra nelle linee della poesia tutto l’orgoglio del riscatto dei colori bruni vilipesi nella società yankee e Hughes si esalta nel caleidoscopio naturalissimo di tutte le tonalità della cromia invisa ai bianchi della sua epoca, ed allora ogni ragazza, dalla più scura e più marcatamente di ceppo africano, alla creola immigrata dalla attigua Cuba ovvero altre isole caraibiche, ha un riflesso ed una somiglianza con la frutta e le essenze più naturalmente simili alla sua tinta epidermica: ed il poeta spazia lussureggiando dalla seppia col suo inchiostro bruno allo zucchero di canna, dal caramello al miele, dalla pesca al cacao, dalla melagrana alla prugna, dal kaki alla mora, dalla cannella al vino rosso per il quale, in maniera a nostro parere sarcasticamente antitetica, si nomina il simbolo del suprematismo bianco, incarnato da Virginia Dare, la prima bambina bianca nata nel 1587 nella colonia di Roanoke dove i coloni pare siano tutti scomparsi, bambina compresa, un mistero! Quella di Hughes è una rivincita poetica gestita con le cromie antipodiche ai miti della civiltà dei bianchi dominatori e sfruttatori storici della manovalanza nera.
Il viso bianco e i capelli biondi di Virginia Dare venivano usati nelle etichette dei vini (poi riprese in tempi recenti da Francis Ford Coppola). Per questo nella poesia di Hughes c’è l’accenno al vino.
La poesia è intessuta sull’alternanza di quinari e quaternari a rima prevalentemente alterna con una ritmica ben cadenzata proprio dall’esiguo numero delle sillabe e dalla brevitas delle linee.
Insomma, un matrimonio di forma e sostanza niente affatto da relegare all’ambito degli originali in American English; intendiamo dire, un poeta che avrebbe meritato più traduzioni in altra lingua.

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Langston Hughes

Le dolcezze di Harlem

Hai succhiato ciò che riversa
la collina di zucchero?
Porta le tue scarpe da ginnastica
su questo brivido color seppia:
ragazzina di zucchero bruno,
chicca al caramello,
bimba di oro mielato
abbastanza dolce da mangiare.
ragazzina dalla pelle di pesca,
caffè e panna,
tesoro di cioccolata
fuori da un sogno.
Colorata alla noce
o al cacao marrone,
con le labbra di melagrana
orgoglio della città.
Colorata di ricca panna
al nero tinto di prugna,
di dolcezze femminili
non c’è mancanza ad Harlem.
Bagliore di mela cotogna
per il rossore della rosa.
Bronzo kaki
ai tuoi alluci di cannella
Sciroppo di more,
vino di Virginia Dare –
Tutti quei dolci colori
profumano la mia Harlem!
Noce o cacao,
fammi ripetere:
caramello, zucchero di canna,
una chicca al cioccolato
caramella di melassa,
caffè e panna,
liquirizia, chiodo di garofano, cannella
per un sogno di bruno miele,
zenzero, oro di vino,
kaki, mora,
le ragazze di Harlem
riflettono tutto attraverso la varietà.
Così se vuoi conoscere
il dolce brivido arcobaleno della bellezza
passeggia appetitosamente,
deliziosamente lungo la bella collina di zucchero.

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Langston Hughes

Harlem Sweeties

Have you dug the spill
Of Sugar Hill?
Cast your gims
On this sepia thrill:
Brown sugar lassie,
Caramel treat,
Honey-gold baby
Sweet enough to eat.
Peach-skinned girlie,
Coffee and cream,
Chocolate darling
Out of a dream.
Walnut tinted
Or cocoa brown,
Pomegranate-lipped
Pride of the town.
Rich cream-colored
To plum-tinted black,
Feminine sweetness
In Harlem’s no lack.
Glow of the quince
To blush of the rose.
Persimmon bronze
To cinnamon toes.
Blackberry cordial,
Virginia Dare wine—
All those sweet colors
Flavor Harlem of mine!
Walnut or cocoa,
Let me repeat:
Caramel, brown sugar,
A chocolate treat.
Molasses taffy,
Coffee and cream,
Licorice, clove, cinnamon
To a honey-brown dream.
Ginger, wine-gold,
Persimmon, blackberry,
All through the spectrum
Harlem girls vary—
So if you want to know beauty’s
Rainbow-sweet thrill,
Stroll down luscious,
Delicious, fine Sugar Hill.

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