Mary Blindflowers©
Lovecraft, il Culto Segreto
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H.P. Lovecraft, Il culto segreto, Aradia Edizioni, prima edizione 2015, è un libro che propone una ipotesi non dimostrata e non dimostrabile.
Ma ammesso e non concesso che l’ipotesi possa essere verosimile, cosa di cui dubito, mi domando come si possa mai essere credibili utilizzando per il proprio libro, Wikipedia come fonte:
Consultando Wikipedia, questo utilissimo mezzo che il web ci offre per approfondire qualsiasi argomento, senza dovere sprecare tempo e fatica a reperire numerosi volumi sparsi per il mondo, ho raccolto numerosi dati che riguardavano la mia ricerca (p. 43).
Di fronte a questo dilettantistico riduttivismo che pensa che Wikipedia sia addirittura approfondimento e che fare ricerche sui libri, sia una faticosa perdita di tempo, non si può rimanere che sconcertati e delusi.
Del resto l’autore lo precisa in prefazione: “chi scrive non è un saggista”. Me ne sono accorta! Il libro è infatti pieno zeppo di macroscopiche inesattezze, tipo quando scrive: “ideologie come il Socialismo e il Comunismo, vedevano il misticismo come oppio dei popoli”, sostituendo religione con misticismo, due parole dai significati molto diversi.
Inoltre quanto viene promesso in prefazione, resta disatteso:
Lovecraft era uno scrittore dal grande talento e dalla fertile fantasia, come sostengono molti biografi, o un inconsapevole Profeta di Potenti Entità Extra-Cosmiche, come sostengono numerosi occultisti? In questo libro darò una risposta nuova a queste annose domande. (p. 4).
La risposta nuova sarebbe l’ipotesi che Lovecraft sia stato ispirato da personaggi reali, rappresentanti di un Culto Segreto che lo scrittore potrebbe aver conosciuto e di cui non ha mai rivelato l’identità. Nonostante il condizionale sia d’obbligo, Cerchi, è convinto di aver trovato una nuova Via che anche altri potranno esplorare… Basta crederci!
Il testo inoltre è ridondante, ripete spesso e volentieri gli stessi concetti fino allo sfinimento del lettore, segno di poca attenzione a ciò che si scrive. Per esempio dice tante volte che Lovecraft era chiuso, riservato e un razionalista seguace delle idee illuministe ma anche un poeta e sognatore; continua a reiterare che molti luoghi citati nei suoi racconti, sono probabilmente posti reali a cui ha cambiato nome. Poi cita alcune lettere mettendo tra parentesi l’indicazione bibliografica e altre lettere a casaccio prese qua e là, probabilmente da Internet, non si capisce comunque dove, senza alcun riferimento bibliografico, mentre altre citazioni vengono scritte con una indicazione incompleta, provvista solo di titolo, manchevole di anno, editore e pagina:
Lovecraft, ad esempio, scrive a proposito del Necronomicon: Il titolo, apparsomi in sogno, significa la descrizione delle leggi dei morti, significato delle parole greche, nekros, morto, nómos, legge, ed éikon, immagine, descrizione (p. 49).
Dove Lovecraft ha scritto questo e quando? Wikipedia non lo dice?
L’autore precisa che questo brano è tratto da una delle sue lettere ed è di particolare interesse.
Quale lettera? E se è di così grande interesse perché non approfondire meglio e non dare indicazioni più precise?
I paragrafi sono sfilacciati, senza una coerenza interna, scritti male e concepiti peggio con citazioni di opere serie, tipo Il ramo d’oro di Frazer, nominate a casaccio, e fuori contesto, per darsi un poco di credibilità.
Si intuisce la passione dell’autore per i libri di Lovecraft e per l’esoterismo, ma non è sufficiente, purtroppo, per scrivere saggistica. Da perdere.
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