Etica del falso libro

Etica del falso libro

Etica del falso libro

Etica del falso libro

Deserto, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Etica del falso libro

 

Immaginate di camminare in un deserto, di non scorgere che sabbia, di avere caldo, una sete tremenda, di sentirvi male. Camminate senza sapere neppure dove state andando, sotto il sole cocente che vi brucia la pelle. State per svenire e per la stanchezza e per il bisogno di idratare il corpo. Avete la sensazione che non potrete cavarvela.
Ad un certo punto in mezzo alla sabbia, vedete un bicchiere d’acqua sporca.
Che fate?
Bevete. Avete forse altra scelta?
Quell’acqua torbidina vi sembrerà una manna e un improvvido dono del cielo, la migliore acqua che abbiate mai bevuto.
Ora immaginate di star male, di non riuscire ad alzarvi dal letto senza inenarrabili sofferenze. Vi portano dei libri per distrarvi. Li leggete. Vi fanno passare il tempo. Li trovate piacevoli e pensate che siano i migliori libri del mondo perché vi hanno fatto dimenticare per qualche istante la vostra sofferenza, anche se sono libri poco men che leggeri.
Un osservatore esterno che vi guarda nelle due situazioni sa che l’acqua è sporca e il libro mediocre, perché ha la lucidità necessaria per giudicare.
Non sempre la prossimità e l’immersione in una situazione precisa, consentono di vederci bene. Si vede meglio spesse volte da lontano.
Chi acquista un libro per curarsi, come un disperso che cammina nel deserto e pensa di trovare in quel libro la bevanda che lo guarirà dagli affanni, non sarà mai un buon critico.
La critica letteraria deve sostanziarsi di dati oggettivi, non desumibili dall’emotività legata alla propria condizione particolare.
La zietta dei libri di Kinsella ha sicuramente tratti divertenti che potrebbero rallegrare un degente di ospedale, ma sono ben lontani dall’essere letteratura perché mancano di qualsiasi significato simbolico, di quella profondità che invece si richiede ad un testo letterario. Lo stesso dicasi per Kawaguchi e il suo primo caffè della mattina.
La letteratura è altrove.
L’acqua consola ma rimane sporca.
Il problema è che si sta allevando una generazione di lettori emozionali che pensano pure di far critica letteraria nei social e si piccano se per caso qualcuno osa contraddire il loro parere a senso unico.
La critica suona più o meno così: Io sto male, il libro mi ha rallegrato, perciò è un buon libro e deve piacere anche a te, altrimenti sei una rompitasche che non conosci le regole essenziali del bon ton, ossia farti piacere ciò che piace anche a me, punto senza possibilità di replica.
A questo punto la domanda è, ma questi danni cerebrali da supponente ed egocentrico comune non-sense neurone mezzo in tutto, trasferito di brutto nel buon senso pigro, con intermezzo di amici plaudenti e un poco rinco, chi li sta producendo e perché?
Gli editori che stampano copie su copie di libri inutili e li spammano in tutte le librerie come se fossero patate del Mac, stanno sistematicamente cercando di farci diventare delle marionette manovrabili, oppure stiamo diventando da soli e per caso tutti deficienti e gli editori stampano pattume perché seguono, per stare a galla, la degradazione mentale dell’intelligenza di massa?
Insomma stiamo assistendo ad una involuzione naturale della specie umana oppure ad un annichilimento indotto?
E quanti sostengono la lettura ad oltranza, affermando che non esistano libri inutili o nocivi, hanno torto o ragione?
Un libro che ti consola all’istante perché capisci subito quello che dice e non obbliga a sforzo alcuno, semplicemente perché non c’è nulla da capire, inducendoti a credere che la lettura sia soltanto ciò che si legge e niente più, può essere un metodo valido per la coronazione della disabitudine alla lettura? Può essere un’arma utile per impedire ai neuroni di muoversi?
Un libro superficiale che preme sull’emotività immediata senza offrire altro, può essere pernicioso per la letteratura, sempre più esclusa dal gioco del business perché ritenuta difficile?

Sintetizzando: L’etica del falso libro che prende sempre più piede è innocua o dannosa? Quel bicchiere d’acqua sporca che sembra salvarvi la vita, col tempo, può far danni?

Rispondetevi da soli.

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