Trattato di Materia Medica

Trattato di Materia Medica

Trattato di Materia Medica

 

Trattato di Materia Medica

G. Cullen, Trattato di Materia Medica, 1800, credit Antiche Curiosità©

 

Trattato di materia medica

Mary Blindflowers©

 

In questo articolo io vorrei dimostrare che… Stop, in questo articolo io non voglio dimostrare nulla, solo buttare giù alcune notarelle su un libro letto: Trattato di Materia medica di Guglielmo Cullen, tradotto dall’idioma inglese nell’italiano e corredato di copiose note del signor Conte Angelo della Decima, in Padova, 1800. Sarà il lettore a trarre le dovute conclusioni.

C’è da dire che il titolo non mente, le note del traduttore sono davvero copiose. Per esempio, le note ai primi due tomi sono molto più lunghe dei due tomi stessi e affrontano argomenti non contemplati nel saggio di Cullen, come precisa della Decima stesso:

Io ho aggiunto molti altri nuovi articoli riguardanti alcuni punti di chimica e di medicina; ed ho cercato per tutto il corso di quest’opera di fare qua e là quelle altre leggere mutazioni, e modificazioni, che ho credute più interessanti, e più all’istruzione opportune. Io non credo d’ingannarmi asserendo, che tutte le mutazioni, ed aggiunte da me fatte in questa edizione, se fossero insieme unite, formerebbero per se stesse un volume non molto per la sua mole agli altri inferiore (p. VII).

I testi di medicina dell’Ottocento ammettono che la medicina sia una scienza piuttosto primitiva e di stampo prettamente empirico. L’avvento della chimica, se da un lato ha segnato un progresso, dall’altro ha contribuito ad avvelenare molti pazienti con sostanze velenosissime allora ritenute innocue e sia il testo di Cullen che le lunghe digressioni e annotazioni del suo traduttore italiano, lo dimostrano. La medicina, affermano i due autori stessi è fondata su principi spesso così vaghi ed oscuri, che può essere soggetta all’illusione e all’inganno, specie la dottrina dei medicamenti. Della Decima lo esplicita nella Prefazione:

La dottrina de’ medicamenti è una parte tra le più interessanti, ma eziandio la più difficile in Medicina. Egli è perciò che sebbene sia stata in tutti i tempi con molto fervore coltivata, nondimeno essa è ancora piena d’imperfezioni, e d’errori, e continuerà ancora ad offrire lungamente un vasto campo di studio, e di travaglio agli osservatori, ed ai dotti. L’attenta contemplazione della Natura, e delle varie sue produzioni, è la base fondamentale della Medicina, e di tutta la fisica: ma i principi ai quali s’attiene la Materia Medica, sono tanti, e spesso così vaghi, ed oscuri, onde l’osservazione se ne renda grandemente complicata, e difficile e le conseguenze, che se ne tirano per l’applicazione de’ rimedj, sieno oltremodo soggette all’illusione, ed all’inganno (p. II).

Partendo dalla consapevolezza che la medicina sia tutt’altro che una scienza esatta, inizia dunque L’istoria della materia medica con un ragguaglio circa i frivoli errori chiamati ciarlataneria e le fantasie sia degli antichi che dei medici contemporanei di Cullen, spaziando da Ippocrate, Catone il Censore, Plinio il Vecchio, Galeno, Paracelso, fino a Linacro e Kay, Francesco Antony, Teodoro Mayerne, Giovanni Rajo, Boyle, Giovanni Baihino, Giambattista Chomel, Federico Cartheuser, etc. etc.

Ovviamente la disamina non è sufficiente ad annullare gli errori del presente di Cullen, tra cui l’uso del mercurio e molte altre sostanze che non si sapeva fossero nocive.

Le note del traduttore al primo tomo sono più ampie del tomo commentato e costituiscono un saggio di per sé. Il traduttore aggiunge curiosità riguardanti la medicina antica e fa una carrellata di magie, superstizioni e credenze legate ai rimedi curativi e alla superstizione antica tra cui nomina i Caldei e i loro curiosi sistemi per sanare, come il portare addosso Talismani perché ritenevano che le malattie fossero prodotte da spiriti maligni. Riferisce anche un racconto di Erodoto in cui si sosteneva che i Caldei non avessero una vera e propria arte medica ma si affidassero al caso. Una loro pratica consisteva nell’esporre gli ammalati sulla pubblica via in modo che chi passasse potesse dare un proprio consiglio sulla base della sua esperienza, pratica che pare utilizzassero pure gli antichi Veneti (p. 76, in Note del traduttore al primo tomo).

Le note sono dense di aneddoti sull’antichità, per supportare l’idea di Cullen degli errori antichi (continua…)

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

 

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