Piega infinitesima, credit Mary Blindflowers©
Paolo Durando©
Una vita, piega infinitesima
.
UNA VITA
Contemplare una vita da fuori, nel “dopo” che non è tale,
vederla sgorgare da una piega infinitesima
e fiorire rizomaticamente nelle sue direzioni,
il ramo dell’infanzia afasica,
quello dell’ottundimento dei sensi
in prossimità della latenza,
quello della scuola con i grappoli di volti.
E là le ulteriori estensioni delle amicizie,
degli amori nel quadrimensionale risucchio
di mani che carezzano e dita dei piedi,
la voce dell’adulto che sproloquia
sullo sfondo dei quadri, dei paesi attraversati,
delle autostrade, delle trattorie all’aperto.
Gli snodi e i risvolti delle auscultazioni
del corpo, dei vissuti pelvici,
le falle prostatiche che inquinano i canti.
Le giornate di ambasce sudate,
i pensieri solventi a ridosso dei traguardi,
le farfalle allo stomaco, i capelli al vento.
Le propaggini delle follie a cielo circonfuso,
dei segreti da svelare appena a se stessi,
i buchi neri dell’anima,
la vertigine dell’annichilimento,
assieme alle falangi di gioia anzitempo,
alle spensieratezze senili,
corolle gualcite verso il nulla.
Una vita.
.
INVERNO
Ce ne sono stati tanti,
nella memoria come i raggi di una ruota,
fotogrammi di cielo presto bui,
giostra di anni scolastici, di ore
che parevano rocce da scalare
e ogni volta mi ritrovavo dall’altra parte
nell’ovvio inesorabile del tempo.
Questo, alla lunga, ci persuade
all’attesa docile dell’avvento della sera
nel diagramma di flusso, perché tutto finisce
e la liberazione momentanea è certa.
Ce ne sono stati, di nodi da sciogliere.
Nell’implacabile ciclo digerivamo tutto,
ci si riposizionava ai nastri di partenza.
Tasselli di rientri a casa, di bagni nella vasca,
di film in tv, di pensieri nulli, fasulli, produttivi.
L’anonimato mi piegava ai suoi piaceri da poco,
all’invisibilità comoda per ulteriori circonvoluzioni
attorno al miraggio di me stesso,
nell’intimità dello specchio.
.
DESTRUTTURALISMO Punti salienti
