Angelicchia, bambola catto-fascista

Angelicchia, bambola catto-fascista

Angelicchia, bambola catto-fascista

Angelicchia, bambola catto-fascista

Angelicchia, 1967, credit Antiche Curiosità©

Mary Blindflowers©

Angelicchia, bambola catto-fascista

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Angelicchia di Angelina Ventura è una favoletta breve poco conosciuta. Ho reperito l’edizione Edikon, pubblicata nel novembre del 1967, impostazione grafica, impaginazione e proprietà dei disegni di Alberta Andreoli. I disegni sono molto semplici e bicolori, marrone e blu, ma efficaci. Il contenuto è molto discutibile e rientrava in un preciso obiettivo pedagogico-educativo delle bambine. L’autrice immagina un alter ego femminile del ben più noto Pinocchio. Angelicchia infatti ha lo stesso difetto di crescita del naso ascrivibile al burattino collodiano e si trova catapultata in un mondo chiamato Favolandia. Qui viene accolta bene e trova vari personaggi delle favole classiche:

Angelicchia, capelli biondi, occhietti vispi, nasino piccino, era tanto bellina, e anche simpatica, cosicché tutti l’accolsero e la invitarono lieti nell’allegro girotondo. E tutto sarebbe andato benissimo, se Angelicchia, tra le tante belle qualità, non avesse avuto anche un grave difetto: era terribilmente curiosa… Finì per prendersi della ficcanaso, e a poco a poco tutti cominciarono a lasciarla da parte.

L’idea di base della favola, con l’incursione a Favolandia, non sarebbe nemmeno male se il messaggio non fosse totalmente negativo, confondendo la curiosità che è mater scientiae con l’essere inopportuni tipo aprire i pacchetti dono altrui o intromettersi in un dialogo tra due persone cercando di sapere tutto. Essere terribilmente curiosi e ficcanasare sono due cose diverse, ma l’autrice non sembra accorgersene, creando volutamente ambiguità. La curiosità che viene stigmatizzata come un difetto, in realtà non lo è ma il confine tra l’essere invadenti e curiosi, non è spiegato per nulla al piccolo lettore, anzi lo scopo è quello di generare confusione tra i due termini, fino ad una totale identificazione.
La trama tende a creare una dicotomia tra il lato femminile e il lato maschile dei cuccioli di uomo. Il primo è tenuto a non far domande e non essere curioso: “Angelicchia era troppo disperata per fare domande”.
Anche la prova finale a cui Angelicchia viene sottoposta per guarire dalla sua “malattia”, la curiosità, conferma che l’autrice propone un’assennatezza piuttosto perbenista e misogina in cui la tentazione viene superata da Angelicchia perché di Pinocchio a Favolandia ne basta uno. Basta la curiosità maschile a riempire il mondo dell’infanzia, alle bambine non è concesso essere curiose, ma assennate! Lo assicura pure il buon guardiano, quel Super-ego che fluttua tra le nuvole, in alto, e controlla tutto: “Nel cielo di Favolandia, il buon Guardiano seduto su una nuvola morbida come un sofà, guardava giù, sempre attento che tutto filasse in perfetta armonia”.
La favola consta di sole otto pagine radunate in un volumetto piuttosto raro.
Al personaggio di Angelicchia venne dedicato anche Il premio Angelicchia d’oro, assegnato a bambine che si distinguevano per meriti particolari, tipo salvare qualcuno, assistere i fratellini a cui la madre non poteva badare, assistere un malato, et similia. Una specie di Premio della bontà al femminile. Le bambine venivano educate fin da piccole all’ubbidienza e a un preciso ruolo di future madri o badanti, secondo le disposizioni di un’Italia post-fascista e misogina documentata dai video dell’Archivio Luce in cui compare anche la stessa Angelina Ventura, ideatrice del premio.
L’insegnamento di Angelicchia che era troppo curiosa ma è stata indirizzata sulla via della certezza senza domande, di un dogmatismo votato all’ignoranza e alla sicurezza delle certezze impartite dall’alto dell’etica del martirio, rientrava in un preciso programma educativo tradizionale dell’universo femminile che oggi appare piuttosto ridicolo e che vedeva le bambine come future donne da premiare per aver sacrificato al dovere la loro infanzia.
La retorica delle frasi fatte con cui queste bambine venivano caricate di responsabilità e poi presentate sul palco come trofei di cui la patria poteva essere fiera e tronfia, era più o meno sempre la stessa in tutte le edizioni.
In onore del personaggio di Angelicchia, venne creata perfino una bambola, frutto di un’Italietta forgiata dal cattolicesimo e dalla retorichetta di un Paese che ha conosciuto la dittatura e forse non ne è mai realmente uscito.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    E già allora, non lo sai?,
    c’era l’EYE FISSO IN THE SKY!
    Il guardiano Cerberone
    per le bimbe belle e buone!
    Lui controlla in alto tutte
    specie le più farabutte
    tutte piene di difetti
    sottomesse ai rei maschietti!!!

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