Libri e sapone magico

Libri e sapone magico

Libri e sapone magico

 

Libri e sapone magico

Vintage Advertisement, credit Antiche Curiosità©

 

Libri e sapone magico

Mary Blindflowers©

 

Avete presente un mago? Eccolo, immaginatelo sul palco, prende una scatola, ci infila dentro una colomba bianca, silenzio, poi a fior di labbra, pronuncia due o tre abracadabra. Dunque fa piccoli gesti delle mani per attirare l’attenzione degli spettatori e costringerli a guardare nella direzione sbagliata, quella dove il trucco non si vede. Ergo con solennità e compostezza, apre la scatola e ne tira fuori un corvo. Così il bianco diventa nero o viceversa. Tutto cambia, anche se niente in realtà è mutato.
Ne Il sapone magico di Dino Buzzati, un talentuoso pubblicitario inventa un nuovo imbonimento per vendere ai fessi un sapone e utilizza uno slogan: “uno su diecimila saponi X procura un fascino irresistibile”. Il creativo spiega poi come i saponi magici siano contrassegnati da uno speciale bollino d’oro. Cosa è dunque successo? Ma niente! La gente ci ha creduto, questa fede, irraggiantesi da migliaia e migliaia di sconosciuti, convergeva su quelle pochissime saponette col bollino, e le saponette acquistavano un reale potere… Si sta chiaramente parlando del fascino della propaganda e della pubblicità, del sintetico mondo degli slogan e della loro potenza di convincimento. Buzzati poi conclude dicendo che una ragazza piuttosto insignificante trova il bollino d’oro nella saponetta acquistata e ne rimane come trasformata, diviene infatti “una delle fotomodelle più pagate di Parigi”. Inutile sottolineare il gap politicamente scorretto usato dallo scrittore quando afferma: “E fosse una reale virtù arcana della saponetta, fosse la invincibile forza della suggestione, nel giro di un mese la squallida servetta, si trasformò in un fiore delizioso”.
La frattura socio-emotiva tra gli aggettivi negativi “squallida servetta” e la parola “fiore”, oggi probabilmente verrebbe considerata, da molti, sessista, e più di qualcuno invocherebbe la censura. Al di là delle discussioni perlopiù di lana caprina sulla misoginia buzzantiana, quel che preme qui sottolineare è che il contrasto in realtà riflette sia la mentalità dell’epoca, che chiamava serve le cameriere e squallide le donne povere poco attraenti, sia il rapporto tra visione della realtà e illusione. Realtà: una ragazza scialba ed insignificante, illusione: un fiore e una fotomodella. Si sottolinea il legame oppositivo tra ciò che è realmente e ciò che invece viene artificialmente costruito dalle propagande. Tutto cambia aspetto se si illude la massa, per cui il principio di vero e di falso vengono completamente rovesciati. Vuol dirci, Buzzati, che la fabbrica delle illusioni è in pratica sempre aperta? Beh sì. Del resto il cinema, la televisione, certi tipi di produzione editoriale, che fanno? Sono scatole magiche in cui quando si entra non si è più come quando si esce, esattamente come accade alla colomba e al corvo del mago suindicato. Questi però, pur mentendovi, non mente, perché gli spettatori sanno benissimo che c’è sotto un trucco, e stanno al gioco, invece nel caso delle propagande, il trucco, che pure c’è, eccome, non solo non si vede ma viene spacciato per verità seria.
In ambito culturale tale verità assume un aspetto ancor più sinistro e avvolgente perché gli slogan diffusi dalla grossa editoria sottolineano a più riprese che leggendo (ovviamente quello che dicono loro), l’uomo e la donna diventano più intelligenti, meno creduloni, più consapevoli, più profondi. Alcuni sono talmente convinti di questi assiomi che quando parlano di libri ben propagandati, sentono una certa soggezione, mica un oggetto qualsiasi, caspita un libro, la quintessenza cartacea o digitale della cultura spremuta per il popolo e data in sacrificio come sangue di Cristo ai pagani. Marrani, dunque, leggete! Chi non legge è un ignorante, capperi, passi che non vi compriate il sapone che ringiovanisce in un solo colpo, insomma fatti vostri, se volete esser vecchi, peggio per voi, ma il libro è sacro! Cultura, capite! Giovinezza della mente! Diventerete persone migliori, perché un libro cambia la vita! Tutto falso, ovviamente. Sono tutte fanfaluche per vendere sempre gli stessi prodotti degli stessi autori che monopolizzano l’intero mercato e la distribuzione in modo assolutamente indecente e anti-culturale. Leggere autori pubblicizzati come saponette dal bollino d’oro, non vi renderà né migliori né peggiori, anzi in alcuni casi potrebbe convincervi che pure un libro fatto di sole pagine bianche con una sola pagina che recita: “Ora sei tu il protagonista”, sia in alcuni casi, addirittura preferibile ad uno con le pagine scritte, perché vi farà riflettere su voi stessi. Del resto la madre dei fessi non è sempre gravida?

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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