Gli pseudo-filosofi fuffa

Gli pseudo-filosofi fuffa

Gli pseudo-filosofi fuffa

Gli pseudo-filosofi fuffa

Le formule, credit Mary Blindflowers©

 

Gli pseudo-filosofi fuffa

Mary Blindflowers©

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Ho avuto una interessante discussione sui social. Una signora piuttosto colta e assai politicamente corretta sosteneva che in un quadratino blu è possibile vedere ogni cosa, che è operazione filosofica assolutamente normale, tant’è che la stessa signora in un dipinto composto da 4 quadrati di differente gradazione di colore, di noto autore, in stile Mondrian, giurava di avvertire un gracidar di rane. Per la verità, nonostante tutti i miei sforzi e visivi e mentali, io di rane non ne vedevo proprio sulla tela, nemmeno l’ombra. Siamo nel regno della supercazzola colta, infatti. Con un po’ di trucco e senza nemmeno mimica, il dipinto accarabbatolato alla meglio in probabili due minuti e mezzo, svolto in 4 pennellate date pure piuttosto male e senza garbo alcuno, diventa qualcos’altro. Ognuno ci vede quello che vuole, certo, dai trenini a vapore ai marziani, dalle ciabatte di casa alla insondabile metafora della non raggiungibilità dell’universo, al suindicato gracidar di rane o ranocchi. Qualsiasi castroneria diventa lecita agli occhi e alla testa, se l’autore è noto e già in festa, già filtrato dal sistema e integrato in un preciso programma di ricerca artistica che conta nel circuito arte uguale politica e denaro.
Ma questa uguaglianza che è oggi la base dell’arte, non è gradita a molti, o meglio tutti sanno che funziona così ma “la gente bene” da cui prendo debitamente le distanze, definendola voi, evita rigorosamente di dirlo. Chi lo dice chiaro e tondo, anche nei salotti virtuali che hanno sostituito quelli dell’aristocrazia di una volta e della borghesia ottocentesca, non è accolto mai troppo bene, fa in parole semplici, l’effetto di un cucciolo di cane che defeca sui tappeti buoni di casa. Eh, non si fa, non si dicono certe cose perché non esisterebbe nessuna definizione univoca di arte o di letteratura.
Sulla base di questo principio di fuffologia pura e sul fatto che un quadratino blu diventi occasione e stimolo per confuse filosofie salottiere, viene abolita ogni critica, ogni ma e se, e tutto, ma proprio tutto ciò che propone il mainstream, diventa arte e letteratura.
Sono proprio gli autodefiniti sensibili e colti che fanno pseudo-filosofia senza mai criticare alcunché, a rovinare l’arte. Si tratta di signori e signore bene, con le dentiere in pannolenci e che odiano i cenci per i censi pur negandolo decisamente. Padroneggiano anche una certa dialettica preimpostata e unidirezionale, di matrice salterina e pre-uterina. Salterina perché salta ogni riferimento spinoso alla realtà, pre-uterina, perché concilia genealogia e opera d’arte auspicando capolavori sulla base di una pre-nascita aristocratico-borghese già prevista. I signori bene che parlano d’arte, svolgono con autocompiacimento ragionamenti semplici e li riavvolgono sul nastro del senso ufficiale autorizzato e sempre molto garbato, fingendo che si tratti di concetti metafisici di portata planetaria. Ora se per me 4 quadratini sono 4 quadratini, per questi esponenti dell’alta borghesia, sono altro, perché il colore vibrerebbe di intense armonie universali che mostrerebbero ectoplasmatiche figure generali, in un esito di felicità estrema. Questi signori si estasiano di fronte a una linea rossa o a una griglia di colore che potrebbe essere la foto del tombino di una fogna, vanno in visibilio per un tratto di penna tracciato su una superficie bianca, o per un palloncino colorato, intuendovi abissali potenze salomoniche, segreti alchemici di inenarrabile potenza che io, francamente, non riesco a vedere.
E se l’arte non arte poteva avere un senso tempo fa, come reazione alla perfezione del figurativo, al formalismo eccessivo, al concetto di bellezza un poco inane e inamovibile, stipulando una nuova indelicatezza dell’orrido e dell’eccesso, scardinando vecchie mummie contenutistiche, oggi ne ha decisamente meno e si assiste ad una deriva totale, fino ad attribuire significazione a ciò che fluttua nel nulla o alla famosa banana appesa con nastro adesivo su un muro, punto di arrivo della fuffologia applicata.
Si è talmente arrivati alla tuttologizzazione dell’arte fuffologica da far sembrare artistico pure uno starnuto, purché provenga dalla bocca giusta, quella sana dell’uomo e della donna a denominazione di origine controllata e poi pubblicizzata. Nessuno ovviamente farebbe pseudo-filosofie sul dipinto di uno senza nome, la tecnica della fuffa filosofica applicata infatti la si utilizza invariabilmente e soltanto sui lavori del noto. Ma è davvero divertente notare come l’evoluzione della castroneria sia tanta e tale da scardinare perfino le basi della sanità mentale. Quale creatura sana di mente infatti vedrebbe delle rane dentro un semplice quadratino blu?
Tutto ciò che nella vita normale o nello studio di uno psicanalista, susciterebbe il riso o un dubbio di patologia mentale, nei salotti diventa oggetto di discussione infinita, carpiata e avvitata su se stessa, evitando l’ostacolo dell’ammissione dell’esistenza della politica e della raccomandazione, parole impronunciabili. Le discussioni di fuffa filosofica applicata agli oggetti arte e letteratura, in cui tutti plaudono all’unisono con le boccucce a culo di gallina mezzo aperte e mezzo chiuse, rendono così la cultura incomprensibile al popolo, inteso come persona semplice che guarda e che osservando 4 quadrati blu dice, ma cosa cavolo è? E pure io mi faccio la stessa domanda. Le risposte pseudo-filosofiche non mi convincono mai. Sono troppo maledettamente e anonimamente popolo! Sono difetti genetici, credo e spero, nel mio caso, ineliminabili.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Come i trenini a vapore, come i trenini a vapore, di raccomandazione in raccomandazione, di porta in porta, di pudore in pudore… lo pseudo-pittore si incenserà!!!

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