
Ecco la dittatura perfetta, credit Mary Blindflowers©
Mary Blindflowers©
Ecco la dittatura perfetta
.
Nella dittatura perfetta gli schiavi litigheranno tra loro schierati per un padrone o per l’altro, i padroni dopo aver finto di litigare, andranno a brindare insieme. Altresì la stessa dittatura ignorerà sistematicamente poeti, filosofi e letterati non allineati e non tesserati a favore di tutti quelli funzionali al messaggio dei padroni che si spartiranno gli intellettuali come pedine in un gioco di scacchi, manovrandoli e rendendoli celebri man mano che la loro natura di plastilina cederà sotto la pressione delle dita del potere.
Una dittatura perfetta non avrà più i toni retorici e altisonanti del maschilismo troglodita di un tempo, ma si maschererà da nuovo teatrino del vecchio cinedo, mascherandosi di diritti che un tempo erano normali e oggi inspiegabilmente straordinari e reiterando a gran voce i principi settecenteschi della rivoluzione francese: liberté, egalité, fraternité e spacciandoli per nuovi.
Spaccerà per nuovi anche i concetti di cosmopolitismo e integrazione culturale oggi chiamata globalismo, concetto vecchio come il cucco, già ribadito da Taziano il Siro in tempi davvero non sospetti. Confidenti del fatto che tanto Taziano lo conoscono in due, i dittatori apriranno la bocca e discetteranno per convincere le masse che la democrazia sia in atto e si rivelerebbe in pensieri, parole ed opere, dimenticando ciò che va dimenticato, ossia le omissioni che sono la base di ogni insano dittatorello che si rispetti. L’omissione è sorella gemella dell’oblio a cui il sistema condannerà tutti gli intellettuali renitenti al mainstream.
La propaganda e gli slogan sostituiranno la profondità contenutistica, separando i contenuti per la massa da quelli per i lettori veri. I primi non conterranno messaggi tra le righe e si muoveranno su un solo piano di lettura, si leggerà solo quello che ci sarà scritto. La massa verrà etichettata come ignorante, perché la dittatura è snob, ritiene che le masse debbano essere educate al nulla. Così privilegerà romanzi con personaggi tipici, produrrà una loro immagine fissa affinché siano immediatamente identificabili da tutti e si esprimerà in modo ridondante sulla straordinarietà di quei personaggi, dedicando loro musei, tazzine, magliettine per minchioni, innumerevoli ristampe, sceneggiati televisivi, versioni cinematografiche, etc. Tutti dovranno apprezzare i personaggi dei romanzi che la dittatura ha deciso debbano essere famosi, perché sono innocui e non criticano il sistema, perfettamente funzionali alla tecnica della distrazione e allo scopo di formare una specie di idolatria da imprinting. Si portano le masse-papere all’adorazione del tipico vuoto, chiamandolo letteratura d’evasione, termine di per sé pleonastico, perché la letteratura è tutta evasione. Il sistema procederà però alla catalogazione dei generi. Il giallo, per esempio, sprofonderà così in un ineludibile nulla. Omicidio, caso da risolvere, indizi e scioglimento. Fine. Non ci sarà nient’altro, nessuna simbologia, nessuna riflessione filosofica e nessuno avrà l’ardire di pretendere di più. Il popolo non dovrà mai pensare, la massa non dovrà mai agire ma essere agita. I gialli filosofici o metafisici o surreali, verranno snobbati dal circuito riverenze che contano, perché agli occhi della dittatura hanno un difetto ineliminabile, fanno riflettere e divertire insieme, una cosa intollerabile. Il dittatore non sopporta che il popolo si conceda il lusso del pensiero, preferisce istruirlo a una continua attività depensante.
Un’altra caratteristica della dittatura sarà… (Continua su Destrutturalismo n. 4).
.