Siamo in piena distopia

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Siamo in piena distopia

Siamo in piena distopia

Il muro, credit Mary Blindflowers©

 

Siamo in piena distopia

Mary Blindflowers©

 

L’ansia di correggere gli altri nasce da una narcosi del verbo, un’anestetizzante desiderio censuratorio in cui damine e signorini da oratorio interdicono l’uso della parola, giudicandola non conforme alla sensibilità odierna. Si opterà per i neolinguaggi che dicono senza dire. Così certi termini vengono bannati secondo le disposizioni dei manuali psicologici d’eccellenza, le cui regole, stabilite da professori sempre d’eccellenza, metteranno e mettono già un bavaglio a tutti secondo le norme di uno o più partiti morti, incapaci di autonomia dal potere del denaro e che hanno perso ogni ideologia.
La damina che ne è affascinata, pertanto, interverrà nei social suggerendo quali manuali leggere e quali no, quali termini usare per definire i suoi eroi e quali no, per salvare la capra della politica e l’asino educato e corretto all’ombra delle cattedre dell’ipocrita buonismo.
Il perbenista protesterà di fronte a qualsiasi termine negativo riferito ai suoi artisti preferiti, quelli della sua area politica di riferimento. I noti per esser tali faranno lo stesso, si adegueranno al pensiero dominante, per stare a galla dentro una stalla piena di un buon senso artificiale. Avremo, come medicinale per curare ogni morbo, il cerotto in bocca, la preventiva censura altrui, la delazione, ma quel che è peggio l’omissione, operazione che verrà realizzata anche sulle opere di autori del passato. Questi subiranno tagli, revisionismi, riduzioni delle parti ritenute non adatte alla sensibilità dell’uomo robot contemporaneo sotto narcosi. Così si nasconderà la verità sotto un tappeto, come la polvere, che poi però si accumulerà e finirà con il far starnutire qualche ospite non gradito del salotto, capitato lì per sbaglio. Tutti, di fronte ai reiterati starnuti, finiranno col dire che lo starnuto è sintomo di sanità mentale e fisica e che è meglio reinventarsi dei personaggi nuovi di zecca, che non sono magari mai esistiti nella realtà, ma possono influenzare “positivamente” l’immaginario collettivo dei lettori, piuttosto che leggere sul serio o dire le cose come stanno. Si sorvolerà su vizi e difetti degli scrittori innalzati sugli altari dei partiti, sostenendo che si giudica l’opera (che poi nessuno legge) e non la vita, come se le due cose non fossero intrecciate. L’artista del passato, dato che magari è morto e non può più dir nulla, sarà la panacea di tutti i mali. Guarirà gli scrofolosi e gli ammorbati con la sola potenza del suo sguardo nelle immaginette rituali ad uso e abuso del popolino. L’artista stecchito verrà dunque riscritto, rilucidato, rimesso a nuovo con un vestitino casto e stretto da prima comunione presa per forza di volontà delle beghine e degli interessi nazionali. Questi saranno in perfetto accordo con quelli extra-nazionali, limitatamente alle nazioni che contano di più strategicamente nel mondo e che hanno vinto la seconda guerra mondiale, perdendone molte altre giudicate di nessuna importanza. Saranno le suddette nazioni a decidere quale sarà la tendenza, dove, quando, come e perché occorrerà imporre una censura capillare che poi, una volta diventata “normalità”, si trasformerà in autocensura e delazione. Questi 4 passaggi, censura, revisione di contenuti, autocensura, delazione di chi osa contestare, segneranno il cammino futuro dell’uomo contemporaneo, ma sono già in atto. L’uomo medio, dalle ambizioni mediocri e borghesi, si avvierà inesorabilmente verso una schiavitù sottile che lo blandirà con false promesse, lo illuderà di salvare l’artista oltre che il lettore, la capra con tutti i cavoli perlopiù suoi. Preservare l’uomo cavia dalla verità sarà la prima operazione da fare, attraverso una rigorosa selezione di contenuti e biografie epurate del brutto, dell’imbarazzante e di tutto ciò che non sarà funzionale al progetto di universale imbarbarimento dell’uomo, mascherato con le parole uguaglianza, pari opportunità, democrazia. Sull’uomo medio verrà instillata la droga più potente del mondo, un senso di perenne inadeguatezza, la consapevolezza continua di non poter dire nulla perché non sufficientemente autorevole, agganciato e incastrato nelle teorie ufficiali del sistema. Questo poveretto che poi siamo tutti noi, si sentirà impreparato, poco intelligente, scarsamente pensante e almanaccante. Tale sentimento di costante inferiorità indotto dall’alto, spingerà uomini e donne a metter le mani avanti ogni volta che apriranno bocca, precisando che si tratterà solo di una opinione, che il loro pensiero non fa testo, che non sono degli esperti, che non sono nessuno, etc. etc. Qualche individuo potrà usare queste formule provocatoriamente, ma la maggior parte le userà con assoluta convinzione, e citerà ogni volta che parlerà, a suo sostegno, noti personaggi elevati al rango di veri, soli ed unici scrittori, pensatori, filosofi e scienziati del sistema. Qualsiasi sciocchezza questi diranno, diventerà oro, perciò citarli sarà della massima importanza per raccogliere oro in modo apparentemente gratuito e acquisire una credibilità per assorbimento di idee già confezionate. La gratuità di tali idee sarà solo apparente. Il sistema farà in modo che gli stessi nomi compaiano ovunque, nelle vetrine delle librerie, nei social, nei supermercati perfino, nei cartelli pubblicitari, in tv, nelle celebrazioni di premi importanti già decisi. L’iterazione degli stessi nomi, convincerà le masse che esistano solo quelli e che tutti gli altri non siano in grado di pensare. Attraverso i social si reitereranno le notizie che il cervello dell’uomo medio si sta atrofizzando, che diventerà sempre meno intelligente e si darà la colpa alla tecnologia. I servi del sistema forniranno gratuitamente estratti di saggezza dai loro propagandatissimi libri, slogan per convincere le masse che esistono soltanto loro, perché lo slogan si imprime meglio nelle menti ingenue rispetto a un ragionamento complesso.
Le masse conosceranno dunque 4 scrittori e tre artisti visuali, ignorando tutti gli altri. Questi non verranno propagandati e saranno catalogati inconsciamente dalla massa come soggetti di serie B. Inutile citarli o riferirsi ad essi. Non conteranno nulla e verranno sistematicamente e preventivamente ignorati.
La catena di Sant’Antonio del sistema si attiverà quando i soggetti B avranno sempre meno spazi, saranno ridotti al silenzio. Solo i dominanti, gli A, verranno propagandati. Saranno loro, attraverso i media, a creare i nuovi linguaggi imposti dal potere, carichi di eufemismi ed omissioni; saranno loro a spingere la damina e il perbenista di cui sopra ad autocensurarsi e a far dire loro: ah io non giudico e nemmeno tu uomo qualunque, puoi avere un giudizio, perché chi sei? Di quale titolo ufficiale sei investito? Avere un giudizio sarà troppo scandalosamente legato al pensare, un’attività che diventerà sempre più rara e che verrà messa al bando come un reato penale, passibile di feroce condanna sociale ed esclusione dal gruppetto autoreferenziale di protezione del soggetto incatenato.
La critica onesta dell’uomo qualunque sarà bandita per sempre, tutti saranno bravi e belli senza esserlo, soltanto perché lo ripetono a se stessi e agli amici. Loderanno i famosi soltanto perché qualcuno ripeterà come un nastro rotto lo slogan della loro unicità e intelligenza. I famosi saranno sempre più innocui, servili verso i partiti e non potranno avere idee proprie. I comici parleranno soltanto di luoghi comuni replicati all’infinito, attraverso giochi di parole da bimbi, e trovate piuttosto freddine prive di contenuti di satira, considerata pericolosissima e pilotata verso una pseudo-satira gestita in cui non ci saranno improvvisazioni.
Stormi di pigolanti poetesse e poeti dell’abbiccì pure scritto male, troveranno consolazione nei contest dei social, dove il dilettantismo e l’inadeguatezza diventeranno “poesia” sulla base di simpatia personale e rapporti interumani di fredda matrice tecnologica, basata sul consenso ad ogni costo, sulla reciproca carezza mediatica e lode a lavori insignificanti, inerti. Le poesie orribili e senz’arte saranno incoraggiate dal sistema come sfogo sociale e anche per nascondere il talento di chi non vorrà piegarsi alle regole imperanti. Il talentuoso sarà costretto, per mancanza di spazi adatti, a confondersi con la massa degli pseudo-poeti social dove tutto diventerà sempre più indistinto, inutile, replicato e dominato da un’inerzia mentale epocale.
I social però non saranno la causa del disagio mentale dei cervelli depensanti ma il corollario, la conseguenza di un sistema che porterà ciascuno verso la via dell’automa, dove le opere simboliche verranno ignorate e catalogate come “troppo complicate”. Si privilegeranno contenuti di una semplicità disarmante e imbarazzante, immediatamente assimilabili, che presuppongono scarso sforzo mentale, per abituare l’uomo medio a non ragionare da solo, a diventare plastilina nelle mani di chi conta.
Benvenuti nella società del presente e del futuro.
Siamo in piena distopia.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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