Al caro libraio snob

Al caro libraio snob

Al caro libraio snob

Al caro libraio snob

Il cassetto del cane by Mary Blindflowers, (detail).

 

 

Caro Libraio snob

Fluò©

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Caro Libraio snob,

Spero che tu stia bene.
Ti scrivo questa mia affettuosa letterina, per dirti di affrettarti a chiudere bottega perché di te la cultura non ha davvero bisogno.
Immaginerai, dall’alto dei tuoi preconcetti da uomo di Neanderthal e becero commerciante di meringhe librarie, che io non legga nemmeno la data sul calendario perpetuo o le spiegazioni dei bugiardetti delle medicine, nemmeno le ricette che mettono sulla carta dei barattoli di yoghurt che sta lì lì per scadere o i messaggi nei biscotti della fortuna o sui cioccolatini stantii. Immaginerai che io sia semianalfabeta e completamente ignorante e tuonerai contro il degrado neuronale dei nostri tempi ormai preda del consumismo e di Internet, dei social e della civiltà dell’immagine in cui nessuno più legge niente.
Mi dispiace molto deluderti ma io sono un accanito lettore. Accanito non sta per cane, ossia un lettore che legge come un cane cose da cani, ma letteratura.
Da persona che ama i libri e li ritiene importanti, ti dico dunque di nuovo che devi chiudere, e affrettati a farlo nel più breve tempo possibile. Se fallisci e vai in totale bancarotta, è pure meglio, così avrai una scusa per iniziare a leggere tu le inutili spiegazioni dei medicinali contro la costipazione e per quelli migliori di te, quelli che amano la cultura e non seguono la tua stessa linea di condotta, ci sarà meno concorrenza.
Ora ti starai chiedendo per quale motivo, se mi piacciono i libri, io ce l’abbia tanto con te, che dovresti rappresentare il proprietario di uno dei miei negozi preferiti: la libreria.
Un tempo forse la libreria mi allettava, del resto lo dicon tutti: il fascino della carta, la scoperta di trovare un libro meraviglioso, la ricerca per argomento, l’esplorazione, una piccola consultazione al volo del volume che potenzialmente interessa, il silenzio negli angoli dove ci sono libri di poesie dimenticati, eh già.
Ma quando mai!
Io vedo nella tua libreria, a parte la tua faccia spocchiosissima e antipatica che pare che salutare ti costi uno sforzo dell’ano, libri tutti uguali, in grandi scaffali che occupano tutta la libreria. Sempre gli stessi autori!
Tu che ti vanti di avere la tua libreria indipendente (si fa per dire), proponi le stesse cose degli stores giganteschi, anzi le stesse cose più qualcosa in meno.
Tu che ti lamenti che nessuno entri più nel tuo negozio e che i libri non si vendano, ma ti rifiuti di ordinare il libro di un piccolo editore, alzando le palpebre da dietro gli occhialetti e biascicando la scusa che “quei libri lì, si trovano solo su Amazon”, perché tu non “li tratti”, come se un libro avesse bisogno di un trattamento estetico o di uno shampo; tu che trascini artatamente le parole attraverso quei denti giallognoli da toporagno, sottolineando quel “libri lì” come se avessi appena toccato un escremento di cane, sappi che il cane sei tu e i libri dei nipoti dei reali, dei calciatori, dei figli di professori universitari, di attori, di veline o di registi, che tu spalmi rigorosamente in vetrina, come se fossero trofei per la salvezza delle patrie lettere, e come se il tuo negozio fosse un supermercato, sono spesso e pure volentieri, deiezioni con marchio doc.
Sappi, caro libraio che un libro non si giudica dal marchio ma dal contenuto, indipendentemente dall’editore che lo ha fatto stampare o dal nome dell’autore impresso sulla copertina.
Sappi, brutto strong, che stai affossando la cultura, a favore dei soliti noti e che se non vendi nulla è solo perché tanta gente come me è letteralmente arcistufa di vedere in vetrina sempre gli stessi libri che fanno i funghi lì da mesi, disposti così tristemente in rigorosa fila d’eccellenza. Meriti l’estinzione, per cui il giorno che chiuderai e ti lamenterai dicendo che la gente è tutta ignorante, dovresti guardarti allo specchio e capire che tu hai contribuito a renderla tale e che non sei un martire ma un castrone replicante della cultura seriale e monopolizzante, quella che non dà spazio a nessuno, soltanto a chi ha il potere del denaro dalla sua parte.
Se il denaro fosse cultura, saresti il miglior libraio della terra e un ricco scrittore mediocre sarebbe scrittore, come ci dicono dall’alto, invece è mediocre, esattamente come te.

Cordialmente

Fluò

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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