Un elefante in bottiglia

Un elefante in bottiglia

Un elefante in bottiglia

Un elefante in bottiglia

Mary Blindflowers, Un elefante in bottiglia, credit Antiche Curiosità©

 

Sinossi:

L’elefante è metafora della memoria, va protetto. E la bottiglia che idealmente lo contiene, il tempo, dovrebbe essere trasparente per mostrare a tutti il suo contenuto, affinché chi legge possa capire la pericolosità storica dell’oblio.
Ovviamente l’elefante in bottiglia rimarrà per l’umanità una meravigliosa utopia, un sogno filosofico, perché la storia la scrivono i vincitori e il vetro della bottiglia è spesso appannato dall’alito dei potenti.
Destrutturando il senso di noia del comune buon senso, ecco tre racconti, tre “favole” surreali.
L’elefante sorride perfino.
Non ci credete?
Peggio per voi!

Disponibile su Amazon

 

Dalla Prefazione di Cinzia Baldini:

“Un elefante in bottiglia” è un libro che oso definire, senza tema di smentita, per palati raffinati che non si accontentano solo di leggere ma che amano riflettere su ciò che un autore pone al vaglio della loro sensibilità letteraria in particolare e culturale in generale.
È un volume dotato di forte personalità – che rispecchia anche nei piccoli dettagli quella della sua autrice – e di un’indiscutibile originalità facilmente riscontrabile nella scelta dei protagonisti, degli argomenti, della morale esplicita ma non scontata.
Dopo tale, doverosa premessa pregherei i futuri lettori di cercare, da soli, la risposta all’amletico quesito se Mary Blindflowers abbia messo contestualmente alla fabbricazione della bottiglia l’elefante al suo interno o se sia riuscita a farcelo entrare, dopo erculea fatica, in un secondo tempo. Ovviamente, da parte mia, non ci sarà alcun suggerimento perché starà a voi, a fine libro, stabilirlo.
Qualche piccolo aiuto, però, lo troverete nei brevi commenti vergati dall’autrice prima di ogni racconto autoconcluso.
Iniziamo, dunque, il piacevole excursus introduttivo sul lavoro letterario della autrice/artista dall’ingegno poliedrico e dall’ispirazione vigorosa, addentrandoci nel regno vegetale.
“I fiori… I fiori, sono le creature più dolci che Dio abbia mai fatto e alle quali si sia dimenticato di infondere un’anima”, recita un noto aforisma.
A tale mancanza divina ha supplito la Blindflowers nella “Repubblica di Florandia” dove i fiori, protagonisti del primo dei tre racconti che compongono il volume, hanno un’anima, una personalità e soprattutto un carattere d’acciaio.
Man mano che si procede nella lettura capita di dimenticarsi, persino, che essi siano davvero delle creature dolcissime e delicate capaci di rallegrare gli occhi con i loro colori e gratificare il cuore con il loro profumo. Merito o colpa dell’autrice? A mio modesto avviso è il valore della tecnica di scrittura che, efficacemente concisa, diretta e visiva, ce li mostra in un’ottica inusuale, in una prospettiva, fino a questo momento, non considerata.
Eccoci, dunque, proiettati ad osservare gli eventi che accadono a Florandia, la nazione dei fiori. Una repubblica governata dai garofani rossi che in pace e serenità e quindi in perfetto accordo convivono con le altre varietà della medesima specie: neri, gialli, rosa, screziati, finché in un triste giorno un politico arrivista e senza scrupoli scatena una guerra civile per motivi economici, di espansione territoriale e per la supremazia della razza vermiglia. Una marea montante di retorica ed egoismo, una fiumana ribollente di odio, di razzismo e di disprezzo per la vita altrui che sommergerà il Paese e renderà quelle creature floreali simili agli esseri umani, razza ormai estinta per mano di Gaia, la Terra, stanca dei loro abusi e soprusi, e menzionata solo nei racconti dei fiori più anziani.
L’effetto delle frasi brevi e stringate come la scelta dei vocaboli è potente. Esse colpiscono l’immaginazione del lettore più di qualunque prolissa descrizione.
La molle goccia scava la dura pietra dicevano i latini e la penna qua scandaglia, incide, sferza la mente, costringe all’attenzione, implica a cercare oltre le apparenze e a guardare la verità nuda e cruda fino a costruire, in un crescendo di situazioni evocatorie, paradossali e al limite dell’assurdo, un colpo di scena nel colpo di scena.
La storia di Florandia e della guerra, infatti, non è altro che una sceneggiatura teatrale in corso di allestimento e il suo “inventore” è uno sfigatissimo autore in crisi con il regista che gli ha cestinato il finale costringendolo a dover riscrivere, in una manciata di giorni, una conclusione che colpisca il pubblico. Sarà la sua ombra a soccorrerlo quando, assorto nei suoi pensieri, inciampa e cade rovinosamente e sarà sempre questo suo impalpabile alter-ego ad accompagnarlo e sostenerlo nel percorso di ricerca interiore (da intendersi proprio nel vero senso della parola) che li porterà a… Florandia, ossia all’interno della mente dello sceneggiatore, e gli permetterà di ritrovare, passo dopo passo, il proprio io. Quell’interiorità, o meglio, quell’intimità nella quale si erano rifugiate l’ispirazione, i sogni e la capacità di pensare unicamente con la propria testa… (Continua…)

 

Dalla nota critica di Angelo Giubileo:

“Un elefante in bottiglia” è un testo che raccoglie tre racconti brevi. Racconti in cui il tempo è la bottiglia attraverso cui l’elefante-memoria vorrebbe mostrarsi e al quale solo intuitivamente l’elefante medesimo vorrebbe ancora sottrarsi. Così come una farfalla che, libera nello spazio, attraverso il tempo, finisce per volare di fiore in fiore nella terra-Gaia (felice) di Florandia. Uscire quindi dalla bottiglia e sconfinare perfino oltre l’“attualità” e il conseguente “attualismo” o “presenzialismo” della propria narrazione.
La Natura è cresciuta e le cose, gli uomini e così i fiori, si sono moltiplicati a dismisura. I molti, a differenza del Santo-uno, rappresentano la Bestia trionfante che dalla pace conduce alla guerra dell’Apocalisse. Nella terra di Florandia, i nomi dei due eterni avversari sono Petalo-Il Santo e Pistillo-La Bestia. In qualche modo si tratta di garofani, la cui immagine forse ci riconduce al pensiero politico della più giovane Autrice. E di un’umanità, tuttavia, come lei, già illusa e quindi definitivamente delusa dall’eterno Pistillo: «Petalo rappresenta il passato, ormai morto e sepolto. Io sono la vita, il presente e il futuro di questo stramaledetto paese».
E dunque di nuovo quel motto refuggito dal Poeta circa le magnifiche sorti e progressive. Solo illusioni coltivate dal tempo. Questo, Teodoro lo sa, «sa che sono solo parole, antiche illusioni. Ma il fiore è debole, specie se ha fame». Teodoro «vive in simbiosi con la Natura e ogni tanto parlano, parlano del passato e dell’ora presente. Hanno perplessità sul futuro». E il passato? (Continua…)

 

Product details
ASIN ‏ : ‎ B0BRZ2WMKW
Publisher ‏ : ‎ Thinking Man (January 9, 2023)
Language ‏ : ‎ Italian
Paperback ‏ : ‎ 199 pages
ISBN-13 ‏ : ‎ 979-8373182959
Item Weight ‏ : ‎ 11.2 ounces
Dimensions ‏ : ‎ 5.5 x 0.5 x 8.5 inches

 

Disponibile anche in versione a colori su Amazon

 

 

Un elefante in bottiglia

Un elefante in bottiglia, credit Antiche Curiosità©

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