Jerome, Appunti di romanzo

Jerome, Appunti di romanzo

Jerome, Appunti di romanzo

Jerome, Appunti di romanzo

Jerome, Appunti di romanzo, Formiggini, 1928, credit Antiche Curiosità©

 

Jerome, Appunti di romanzo

Mary Blindflowers©

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Jerome K. Jerome, Appunti di Romanzo, si può dire che abbia tutto: umorismo, profondità e filosofia anticonvenzionale espressa in una trama non-trama bizzarra e digressiva.
La caratteristica principale di questo non-romanzo è infatti l’assenza voluta e ben orchestrata di uniformità su cui l’autore stesso ironizza:

… vagare da una cosa all’altra è, in uno scrittore di racconti, una grave colpa, e un costume che si deve condannare… (p. 88-89, Formiggini, 1928).

Abbandonandosi dunque a quella che ancora oggi gli editor considerano “una grave colpa”, Jerome immagina che degli amici si riuniscano per concertare la genesi di un romanzo, occasione tutta speciale per la digressione, regina del libro.
E nei voli pindarici che scandagliano la ragione, la coscienza e l’anima dell’uomo e della donna, anzi degli uomini e delle donne che popolano vari aneddoti, racconti e situazioni simboliche, l’autore ci trasporta in un mondo in parte realistico in parte allucinato ma utile per dire cose importanti fingendo di scherzare e menarci per il naso.
Emerge così lo spaccato di una società che potrebbe essere anche quella di oggi in un libro straordinariamente attuale.
Jerome parla di tutto, dalla condizione femminile, alla letteratura, dalla povertà, alla borghesia, dallo spiritismo al denaro come valore sociale che rovina l’anima, dai critici letterari al cinismo dei giornalisti, dagli automi, ai progressi non sempre impeccabili della scienza, etc. e ha idee anticonformiste e un umorismo sottile e raffinato che mai stanca. Sulla supponenza e suscettibilità degli scrittori il messaggio è preciso:

Quando io ero giovane desideravo di sapere l’opinione degli altri su di me e su tutti i miei lavori; ora, il mio principale studio è di evitare d’udirla. In quei giorni, se qualcuno mi avesse detto che in un giornale c’era una mezza linea che s’occupava di me, avrei traversato a piedi tutta Londra per procurarmelo. Ora quando veggo una colonna intitolata al mio nome piego il giornale in fretta e lo butto lontano… «Perché leggerlo? Non farai che guastarti la digestione… Quando uno di noi aveva scritto qualche cosa, la leggeva all’altro, e dopo diceva: Ora dimmi che ne pensi… francamente e da amico». Diceva così, ma i suoi pensieri, sebbene non li sapesse, erano: «Dimmi che va benissimo, amico, anche se non lo pensi. Il mondo è molto crudele con quelli che non l’hanno ancora conquistato, e benché noi abbiamo il viso allegro, il nostro giovane cuore è solcato da rughe. Spesso diventiamo stanchi e scoraggiati. Non è così amico?… Tu sai che cosa ho messo di me in questa roba che per gli altri sarà un’oziosa lettura di mezz’ora. Dimmi ch’è buona, amico mio, ti prego, infondi in me un po’ di coraggio».
Ma l’altro, pieno della smania della critica, che nel nostro mondo civile è il surrogato della crudeltà, rispondeva più con la sincerità che con l’amicizia. Allora quegli che aveva scritto diventava rosso dalla collera, e delle sdegnose parole venivano pronunciate (pp. 98-99).

La richiesta di un parere sincero da parte di uno scrittore ancora non affermato verso uno scrittore a sua volta poco noto, si traduce sempre in un’attestazione di ipocrisia pietosa perché se si dice la verità finisce male e la lode precedente del richiedente si trasforma in un cocente insulto. Questa è la prassi nel mondo letterario. Anzi, con l’avvento dei social, la situazione è pure peggiorata. Gli scrittori pretendono l’applauso dagli amici, per questo molti glissano e tacciono quando occorre esprimere un giudizio. Il famoso stai zitto se una cosa non ti garba! Guarda e passa! I problemi arrivano quando il Pinko scrittore X viene messo alle strette dal Palla scrittore Y che pretende un suo parere in amicizia, il che si traduce: intervieni, idiota, e parla bene di me anche se non hai letto il mio libro. Questa prassi patetica trasferitasi ormai anche sui giornali, costituisce la base palesemente e ridicolmente occulta della maggior parte delle recensioni contemporanee a cui aggiungiamo oggi, per onor del vero, anche i vari pinketto e le varie e svariose pinkette tuttologhe che astrologano ipotesi laudative copincollate a favore di libri pubblicati dalla grande editoria sempre lodati come i santini nelle immaginette sacre. Spesso chi loda non li ha nemmeno letti, quei sacri trattati di sapienza, ma è un particolare questo, privo di importanza, perché lo scopo non è la lode del libro in sé ma il farsi notare dal grosso editore che, a forza di piaggerie, dovrebbe sentirsi in obbligo di pubblicare i buoni recensori e non-lettori.
Se Jerome fosse ancora vivo e vedesse come vanno le cose oggi sui social e sulla carta stampata, potrebbe dire che la verità supera di gran lunga la fantasia, e magari prendere con gusto, altri Appunti di romanzo con personaggi che dicono ad altri, con maccheronico strafare: finché puoi, stai manzo almeno fino al dopopranzo, non roviniamoci la digestione!

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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