Virgilio e un modulo…

Virgilio e un modulo...

Virgilio e un modulo…

Virgilio e un modulo...

Rosa, rosae, credit Mary Blindflowers©

 

Mariano Grossi©

Virgilio e un modulo 5 x 3 ad inizio, centro e fine della silloge bucolica virgiliana

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Come perfettamente individuato da Paola Gagliardi nel suo articolo “Uno schema particolare e l’architettura del liber bucolico virgiliano”, Commentaria Classica, 6. 2019, pp. 167-191, vi è una sequenza pentastica nelle Ecloghe I, V e X, vale a dire quella di esordio, quella centrale e quella conclusiva, in cui il poeta, servendosi delle figure retoriche ἀδύνατα, anafora, parallelismo e chiasmo, struttura in maniera quaternaria uno schema che rappresenta una valenza proporzionale e semantica con valore di sigillo e programma compositivo.

Analizzandole e confrontandole, cercheremo di individuarne i confini modulari al fine di inserire questi richiami tematici dell’autore all’interno di un’idea organizzativa omogenea e studiata a tavolino.

Nella Ecloga I, Titiro così si esprime ai versi 59-63:

 

 

Ante leves ergo pascentur in aethere cervi

et freta destituent nudos in litore piscis,

ante pererratis amborum finibus exsul

aut Ararim Parthus bibet aut Germania Tigrim,

quam nostro illius labatur pectore vultus.

 

 

Letteralmente: “Prima gli agili cervi pascoleranno nell’etere e le onde lasceranno nudi i pesci sulla spiaggia, prima errando esule da entrambi i territori o il Parto si abbevererà all’Arari o il Germano al Tigri: solo allora verrà cancellato il suo volto dal nostro cuore”.

 

Come facilmente visibile, vi è un ordito quaternario a struttura parallela con le congiunzioni temporali “ante” in posizione acrostica alle linee 1 e 3, e le disgiuntive “aut…aut” ugualmente in parallelismo all’interno della quarta i cui rispettivi soggetti e complementi oggetti si collocano invece in posizione chiastica.

Dunque anafora, parallelismo e chiasmo sostanziano un blocco di cinque esametri incentrati essenzialmente sugli ἀδύνατα, i primi due basati su realtà animali, gli altri due su realtà umane; anche tematicamente il rapporto 2 : 2 si sostanzia su strutture parallele.

 

Spostiamoci ora nell’Ecloga V ai versi 76-80:

 

Dum iuga montis aper, fluvios dum piscis amabit,

dumque thymo pascentur apes, dum rore cicadae,

semper honos nomenque tuum laudesque manebunt.

Ut Baccho Cererique, tibi sic vota quotannis

agricolae facient: damnabis tu quoque votis.

 

Alla lettera: “Fino a quando il cinghiale amerà i gioghi montani, fino a quando il pesce i corsi fluviali, fino a quando le api si nutriranno di timo e fino a quando le cicale di rugiada, sempre dureranno il tuo onore, il tuo nome e le tue lodi. Come a Bacco e a Cerere, così a te i contadini annualmente faranno voti: e tu stesso li obbligherai ai voti”

Anche qui la figura retorica degli ἀδύνατα strutturata in forma parallela ed anaforica con la temporale “dum” ripetuta quattro volte in posizione acrostica ed endostica, seguita dalla variatio stilistica della comparativa di uguaglianza formulata in funzione chiastica (“Ut Baccho Cererique, tibi sic”).

Ancora una volta anafora, parallelismo e chiasmo all’interno di una sequenza di cinque esametri dove nuovamente si contrappongono realtà animali e realtà umane.

Esaminiamo, infine, l’Ecloga X, la conclusione dell’opera, ai versi 64-68:

 

Non illum nostri possunt mutare labores,

nec si frigoribus mediis Hebrumque bibamus

Sithoniasque nives hiemis subeamus aquosae,

nec si, cum moriens alta liber aret in ulmo,

Aethiopum versemus ovis sub sidere Cancri.

 

Traducendo sempre in modo letterale: “Le nostre fatiche non possono mutarlo (l’amore), né se nel freddo più intenso bevessimo l’Ebro e affrontassimo le nevi del monte Sitone in un inverno umido, né se, quando morendo la corteccia si inaridisce sull’alto olmo, spingessimo le greggi degli Etiopi sotto la costellazione del Cancro”.

Anche qui evidente il ricorso all’anafora acrostica e parallela mercé le due disgiuntive negative in unione con la congiunzione ipotetica (“nec si…nec si…”), nonché quello al chiasmo a scalare per i tre congiuntivi presenti introdotti dalle protasi (“bibamusin clausula, “subeamus” in quinta sede, “versemus” in seconda), sempre all’interno della terza figura retorica degli ἀδύνατα.

La Gagliardi individua nitidamente questi tre passi virgiliani in posizioni estremamente semantiche all’interno della silloge, fotografandovi una chiara contrapposizione tra il mondo bucolico teocriteo e l’ideale virgiliano che lo travalica incentrandosi nell’analisi del dolore umano.

Quel che a noi preme è sottolinearne la struttura ancora una volta privilegiante il modulo 3, poiché ci troveremmo di fronte a 5 esametri costruiti con criteri analoghi per 3 volte in siti particolarmente significativi dell’opera. Un chiaro modulo 5 x 3 come quelli individuati altrove all’interno delle singole ecloghe per le quali si rimanda alla nota bibliografica in calce al presente articolo.

 

 

NOTA BIBLIOGRAFICA

Friedrich Klingner- “Horatius Opera”, BSB B.G. Teubner  Verlagsgesellscchaft, 1970.

Mario Geymonat, “Virgilio – Bucoliche”, Garzanti, 1981.

Paola Gagliardi, “Uno schema particolare e l’architettura del liber bucolico virgiliano”, Commentaria Classica, 6, 2019, pp. 167-191;

Carlo Ferdinando Russo:

  • Notizia della composizione modulare”, Belfagor, XXVI, 1971, pp. 493-501;
  • Primizie di poetica matematica”, Belfagor, XXVIII, 1973, pp. 635-640;
  • Matematica e libri d’autore”, Belfagor, XXX, 1975, pp. 497-504;
  • L’ambiguo grembo dell’Iliade”, Belfagor, XXXIII, 1978, pp. 253-266;
  • Fisionomia di un manoscritto arcaico (e di un’Iliade ciclica)”, Belfagor,XXXIV 1979, pp.653-656

Franco De Martino:

  • Omero fra narrazione e mimesi”, Belfagor, XXXII,1977, pp. 1-6;
  • Chi colpirà l’irrequieta colomba…”, Belfagor, 1977, pp. 207-210

Giorgio Dillon – Riccardo Musenich, “I numeri della Musica – Il rapporto tra Musica, Matematica e Fisica da Pitagora ai tempi moderni”.

Vincenzo Capparelli – “Il messaggio di Pitagora – Il pitagorismo nel tempo” Vol. 2°, Edizioni Mediterranee, 2003.

Mariano grossi:

  • La composizione matematica del secondo canto dell’Iliade”, Bari, 1978, Università degli Studi – Facoltà di Lettere e Filosofia;
  • Ecloga VIII”, Art Litteram, 14.07.2009;
  • La composizione matematica della IV Egloga di Virgilio”, Art Litteram, 15.05.2015;
  • L’architettura modulare e proporzionale dell’Ecloga III di Virgilio”, Art Litteram, 14.06.2015;
  • Omero e Virgilio epicamente e bucolicamente modulo-proporzionali”, Art Litteram, 07.06.2015;
  • Orazio e Virgilio armonicamente, simmetricamente, duttilmente leggibili”, Art Litteram, 11.06.2016;
  • Dante omericamente e virgilianamente armonico, aureo ed aritmetico”, Art Litteram, 30.06.2016;
  • Sintesi e analisi di un’Epistola modulo-proporzionale”, Art Litteram, 05.10.2016;
  • Dante, Casella, mimesi (parte I)”, Antiche Curiosità, 18.08.2017;
  • Dante, Casella, narrazione (parte II)”, Antiche Curiosità, 19-08-2017;
  • “Bucoliche, economie mimetico-drammatiche”, Antiche Curiosità, 29.10.2017;
  • Aritmeticamente Dante, “Divina Commedia”, Antiche Curiosità, 15.12.2017;
  • Dante ripartizione scenico-proporzionale”, Antiche Curiosità, 16.12.2017;
  • Virgilio misto, ecloghe simmetriche”, Antiche Curiosità, 09.06.2021;
  • Orazio modulare, proporzionale, didascalico”, Antiche Curiosità, 09.10.2021;
  • Ecloga IX, Virgilio geometrico simmetrico”, Antiche Curiosità, 20.01.2022;

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