Pascoli-Stecchetti, la fonte

Pascoli-Stecchetti, la fonte

Pascoli-Stecchetti, la fonte

Pascoli-Stecchetti, la fonte

Believe, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Pascoli-Stecchetti, la fonte

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Ieri un mio contatto fb ha pubblicato un articolo senza fonte. L’articolo invero era piuttosto interessante, verteva sulle violenze e mutilazioni perpetrate dal governo coloniale inglese in India, ma ho notato la totale assenza di riferimenti bibliografici. Chiestili mi sono sentita rispondere che forse l’autore aveva di meglio da fare che preoccuparsi di riferire la fonte o di controllarla, cose superflue. Sulla base di questo principio ognuno può scrivere, estrapolare e riferire notizie non verificabili e questo viene percepito dall’uomo medio come del tutto normale. Si crea così una corrente di credulità popolare simile ai racconti sull’apparizione delle madonne piangenti, ci devi credere e basta. L’uomo medio si offende anche della mia puntigliosa richiesta di fonti e non ne intuisce la ragione perché la nostra società è arrivata ad un tale livello di approssimazione da ritenere accessorio ciò che invece è indispensabile.
Perché la fonte è importante, dunque?
Oltre all’ovvia verificabilità che non può essere effettuata senza, c’è anche un rischioso fattore di manipolazione per cui ciascuno, libero da prove, può veramente dire tutto ciò che vuole, aggiungendo e togliendo a piacimento.
Facciamo un esempio letterario.
In un articolo di Carlo Salinari intitolato Momenti della poetica e ideologia pascoliana in Studi per il centenario della nascita di Giovanni Pascoli pubblicati nel cinquantesimo anno della sua morte Convegno bolognese (28-30 marzo 1958), Bologna, Commissione per i testi di lingua, 1962, si parla di Pascoli.
Salinari scrive testuale, a pagina 103:

 

Ed è a questo rifiuto del presente che si collega un altro elemento anch’esso caratteristico dei primi decadenti: quello della protesta contro l’esistenza sociale moderna, del rifiuto, in particolare, da parte del Nostro (Pascoli), del “mondo piccolo borghese”, perché “un meschino borghesuccio perduto nella meschina società, frivola, sciocca, frolla, senza varietà, senza emozione”, non può provare nessuna impressione veramente poetica.

 

Pascoli ha pronunciato veramente le frasi tra virgolette, il problema però è che in questa citazione, confusa con una protesta antiborghese, non ce l’aveva con la borghesia tutta ma con Lorenzo Stecchetti il cui nome Salinari, chissà perché, omette nella sua interpretazione del brano pascoliano che pur riporta per intero prima di lanciarsi nella sua dissertazione (occorre dirlo ad onor del vero).
La frase completa era infatti questa:

 

Stecchetti? Ma quali impressioni veramente poetiche può aver provato un meschino borghesuccio perduto nella meschina società, frivola, sciocca, frolla, senza varietà, senza emozioni?

 

Salinari però interpreta in modo manipolatorio, facendoci credere che le parole del Pascoli fossero una protesta sociale e non invece un attacco personale ad un altro scrittore, tant’è che poi continua sfociando addirittura in un Pascoli anarchico, per arrivare ad un discorso politico, destra sinistra e il costume e il Risorgimento e le strutture e la giustizia e il rinnovamento, sostenendo beduinamente che il rifiuto del poeta verso la borghesia:

 

coincide con analoghi atteggiamenti dei simbolisti europei e dei primi decadenti italiani (gli Scapigliati), non solo si accorda con le concezioni anarchiche che in quegli anni appassionavano il Pascoli, ma corrisponde a un atteggiamento diffuso nelle prime generazioni post-risorgimentali che contrapponevano alla meschina realtà ufficiale – rappresentata dai vari governi della destra e della sinistra, ma anche delle strutture borghesi in cui veniva organizzandosi la nuova società italiana, dal costume, dagli interessi, dal comportamento dei nuovi ceti dirigenti – il richiamo al passato remoto delle grandezze imperiali o al passato prossimo dell’eroismo risorgimentale e la prefigurazione di un futuro particolarmente intenso e degno di essere vissuto, di nuove grandezze e conquiste o di generale rinnovamento e di universale giustizia.

 

Gli appunti pascoliani si riferivano solo ad una antipatia personale contro Stecchetti, non ad una protesta anarchica. La fonte è dunque fondamentale per capire questo. Oggi non si ha il buon gusto di riportarla nemmeno per intero, così leggiamo solo le interpretazioni che sono sempre filtrate e soggettive.

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Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Topolini Pixie e Dixie
    Salinari all’IPSE DIXI
    non verifica la fonte
    mica ce l’ho scritto in fronte
    che mi chiamo io Giocondo
    e ti credo fino in fondo.
    Quale amore d’anarchia
    per Giovanni codardia
    buono solo col brodino
    del poeta fanciullino?

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