Leopardi, arte sdoppiamento oggetti

Leopardi, arte sdoppiamento oggetti

Leopardi, arte sdoppiamento oggetti

 

Leopardi, arte sdoppiamento oggetti

The silence, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Leopardi, arte sdoppiamento oggetti

.

Leopardi, a dispetto di quanto affermano i poeti da salotto, è stato anche un filosofo dalla sensibilità acutissima che ha descritto in modo magistrale come nasce la vera arte. Superando i canoni estetico-morali dei tempi passati e dunque quell’esigenza di mera riproduzione del reale che oggi è tornata scioccamente in vigore, grazie al vuoto iperrealismo, egli scrive nello Zibaldone:

.

All’uomo sensibile e immaginoso, che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di continuo e immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi. Egli vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà con gli orecchi un suono di una campana; e nel tempo stesso coll’immaginazione vedrà un’altra torre, un’altra campana, udrà un altro suono. In questo secondo genere di obbietti sta tutto il bello e il piacevole delle cose.

.

Leopardi in poche righe ha detto tutto. L’arte dunque è un mondo parallelo che non copia la realtà ma la assimila per creare un altro universo, quello della fantasia.
Gli oggetti si sdoppiano nella mente dell’artista che vede una torre e anche un’altra nella sua immaginazione. Sarà la seconda che dipingerà o descriverà. La visione di una seconda realtà accanto a quella ordinaria rappresenta il vero miracolo della creatività, l’isola beata in cui chi crea trova rifugio dalle tristezze della vita ordinaria.

 

Scrive anche Antonio Russi in Poesia e realtà, Firenze, La Nuova Italia, 1962:

.
Tutto ciò che il Leopardi dice non ostacola, anzi agevola la comprensione di ciò che accade quando l’artista si esprime. Ogni pittore, infatti, che si porrà di fronte a una torre per dipingerla, in quanto artista (e perciò presumibilmente uomo sensibile e immaginoso) riprodurrà non la torre come oggetto semplice… di cui gli occhi ricevono la sensazione; ma, appunto, quell’altra torre, appartenente al secondo genere di obbietti… Ciò significherà inevitabilmente: a) che ogni artista riprodurrà la torre differentemente (dato che non si tratta qui dell’idea platonica di torre uguale per tutti; ma semplicemente di un’altra torre, prodotta in ciascuno dalla immaginazione; b) che questa seconda torre sarà diversa dall’oggetto semplice, di cui gli occhi ricevono la sensazione… Le opere degli artisti esprimeranno questa seconda realtà.

.
Sono in pratica le basi del surrealismo, del simbolismo e di tutte quelle forme d’arte che si staccano dall’idea di bellezza classica, per dare spazio anche all’assenza, come precisa ancora lo stesso Russi.
L’assenza in Leopardi è infatti anch’essa gioco che nasce dallo sdoppiamento.
Accanto alla torre, alla siepe e al vento, troviamo l’impalpabile infinito, spazi senza fine, silenzio. L’assenza parla e diventa sublime poesia, significando quanto e forse più della presenza.
Il mondo sensibile non è affatto un fine ma un tramite per viaggi verso gli abissi dell’assenza e del silenzio.
Chi non possiede la capacità di vedere gli oggetti sdoppiati, di capire la differenza tra “oggetti” e “obbietti”, non può fare che un’arte stile carta copiativa della realtà che, al di là dell’effetto puramente estetico, non va mai oltre se stessa.

Russi sostiene addirittura che gli oggetti non siano doppi, ma tripli:

.

Tornando ora, alla torre leopardiana… dobbiamo riconoscere che se si guarda anche all’attività dell’artista, gli oggetti non sono doppi, come parevano al Leopardi; ma per tenerci alla sua immagine della rifrazione, sono semmai tripli. C’è infatti la torre, “oggetto semplice”, offerto dai sensi; c’è la torre rifratta nella fantasia dell’uomo immaginoso, e quindi “confusa e indefinita”, trascinata in un ondeggiamento vago di ricordi; c’è infine la torre dipinta dall’artista la quale dovrà suggerire le innumerevoli immagini… Chiameremo il primo di questi stadi “oggetto”, il secondo “memoria”, il terzo “opera d’arte”.

.

Forse esiste anche un quarto stadio dell’oggetto, la fruizione esterna da parte dell’osservatore che quando ti chiede, ma perché non disegni in modo più regolare? E tu rispondi ridendo, perché sono leopardiana, mostra di non capire.

.

Video – The Black Star of Mu

Christ was a female

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Rivista Il Destrutturalismo

 

Post a comment