Non resta che la notte a noi plebei

Non resta che la notte a noi plebei

Di Mary Blindflowers©

La notte, miced media on paper by Mary Blindflowers©

 

Le strutture elastiche dell’erba

cedono al peso di un assioma di lumache,

controbaracche, perizoma di ville gracche

ormai in rovina, rumore di cantina,

evidenziato di piume sdilerba

nell’acume pungente dei laghi,

non c’è nulla che piaghi di più la luce

del controsenso degli occhi

sfiniti dentro secchi egotici.

Sapevi tu che i gabbiani hanno sensi edipici,

nevrotici? Che il volo è condizionato dal fast food?

Sapevi e sai che il mondo non è mai ciò che dai,

non è nemmeno Robin Wood?

Le strutture elastiche dell’erba

modificano attese,

circonflesse tra lo spazio e le riprese

dove tutto muta senza muovere passo,

dove il colibatterio insinua musiche da svasso

nella camera sublime delle cime editoriali,

lì tutto è patinato,

lucidato d’eco nei corridoi sepolcrali.

Non resta che uccidere lo spettro,

abbottonarsi la camicia che non hai,

osservando giochi d’altri a pugno stretto.

Non resta che la notte a noi plebei,

la sua feroce sagoma di guai,

non resta che l’erosione dei Flegrei.

(16 ottobre 2017)

https://antichecuriosita.co.uk/destrutturalismo-e-contro-comune-buon-senso-psico-pillole/

https://www.youtube.com/watch?v=5-MT5zeY6CU

 

 

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