Mary Blindflowers© Perché un classico è un classico . Umberto Eco era sufficientemente antipatico da riuscire ad essere realista e razionale. Scriveva a proposito dei classici: «Nulla di più facile che definire un classico: è un libro che tutti odiano perché sono stati costretti a leggerlo a scuola. In realtà, un classico […]View post →
Di Pierfranco Bruni© Eresia e utopia vivono di complicità. Una metafisica oltre la filosofia in un viaggio in cui il linguaggio del sacro diventa un Dio che trasgredisce. Dio trasgredisce per amore e non per teologia. L’utopia degli eretici tocca la realtà e si veste di sogno. Ma in quel dire e in quel […]View post →
Angelo Giubileo© Il cerchio che unisce I Grandi Misteri riguardano la totalità delle cose, e non si tralascia di imparare, contemplare e intuire l’Origine e le cose. Nel Politico, Platone distingue l’“ordine” caotico del divino dall’“ordine” del politico. Riflettendo sull’ordine del “divino”, che correttamente diciamo caotico, e cioè figlio del “Caos”, ma anche “vuoto” […]View post →
Di Mary Blindflowers© I minions hanno bisogno di un padrone e lo cercano dappertutto, senza di lui si sentono persi, avvertono un vuoto di senso che li fa star male e non consente loro di sentirsi sicuri, così cercano e sperano di trovare un despota che li tiranneggi e li maltratti, che prometta […]View post →
Di Mary Blindflowers© Il punto fisso è una mania primitiva, la culla degli ominidi, successivamente ereditata dalla tradizione e dalla filosofia della borghesia in ascesa e da tutte le grandi religioni monoteiste, le droghe più pesanti che mai siano state inventate. L’uomo nasce solo e senza artigli in un mondo pieno di pericoli, ha freddo, […]View post →
Sonia Argiolas© La marcia di Radetzsky . La marcia di Radetzsky di Joseph Roth. Bellissimo romanzo all’aroma di decadenza e accompagnato, con cadenze regolari, dalla marcia che dona il titolo all’opera. Una descrizione dettagliata e malinconica della fine dell’Impero asburgico. Roth insegna come si possa parlare di storia, senza ricorrere ad una didascalica […]View post →
Di Pierfranco Bruni© La religione è un segno dell’antropologia dei popoli. Per questo è una tradizione. Credere per fede nel dio che illumina non è una teologia. Mai stata tale nelle civiltà dei popoli. Non è un fatto etico. Neppure morale. Perché allora si crede? Perché si ha paura della solitudine. Perché abbiamo bisogno […]View post →
Di Feffo Porru© L’alienazione del recesso non ombreggia più su un salotto di sguardi addolciti da una nostalgia inadeguata agli aperitivi carnosi di una stagione arrabbiata. L’oscurità è un bene alquanto voluminoso se la capacità di succhiarne il vuoto non scorre nelle vene parallele all’ignoto. L’ombra che mi rincorre è una consacrazione per la mia […]View post →
Di Mary Blindflowers© Il silenzio avanza verso di noi, si siede accanto ai nostri pensieri, li abbraccia, li stritola persino, è capace di dirigere il moto dei neuroni, della bocca, della lingua, il fermento eterno ed inesausto delle religioni e dei comportamenti collettivi. Il silenzio può tagliare delineando il vuoto, può far riflettere frustrando […]View post →
Di Mary Blindflowers© Il caos originario dove uccelli di fosforo e miele pigolavano acute melodie mescolate al pane duro delle panoplίe, il vento corsaro greve di elfi e mostri fluò, ahi no! E nel tempo implume, quando avevamo la coda, quando eravamo tre lune, e dio non era stato ancora inventato, eravamo potenti, […]View post →