Mary Blindflowers©
Il mio nome testa di pietra
Luoghi comuni sui poeti si accavallano nell’ethos delle convinzioni abominevoli, cedevoli come stucchi che mal si attaccano a pareti di carta muffa. I poeti fanno circolo perlopiù attorno ad un partito politico e si accalcano cercando di farsi notare con l’esibizione di una tessera di partito, perché si sa, solo quelli muniti di tessera hanno visibilità, è su di loro che i grossi gruppi investono tempo e denaro, sono loro che vendono. Il segreto è che si può vendere qualsiasi cosa purché se ne garantisca la visibilità e la tessera serve a pagarsi la visibilità, pena la schiavitù perpetua della penna, l’asservimento totale del cervello che, se cerca di emendarsi una volta raggiunta l’agognata fama, viene subito punito con l’ostracismo dalle reti e dai canali che garantiscono la tanto sudata ed ottenuta visibilità che però, come tutte le cose di questo mondo, non è eterna, va coltivata come una pianticella, innaffiata costantemente con l’acqua santa della falsità e e del marionettismo. Al di sotto di questi falliti di successo c’è un microuniverso di scrittori semisconosciuti, sbavanti, oranti e adulanti, pronti per un poco di notorietà a tradire gli amici, giurare e spergiurare di non averli mai conosciuti, pronti a mentire, a dire che l’amico X che ha la brutta abitudine di scrivere quello che vuole, è un cattivo soggetto, una testa di pietra, per usare un cortese eufemismo.
Olio degli occhi, digitale e astratto,
l’arteria batte al senso dell’oliato,
obliato poeta d’incipit tediato,
già sull’attacco all’ultrasuono del deviato tuono,
romba, poi rimbomba dalla tomba della bocca
a forno sul contorno d’oggigiorno, schiocca
l’amico al vapoforno, cotto al suono,
sorrisi, mistiinchini, un motto.
L’aura del mio violino ha una custodia
d’algonchino e seta.
Il mio nome è testa di pietra,
di cognome cuorescurosenzameta,
vedete?
Non sono nemmeno sicuro come voi,
di essere un poeta.
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DESTRUTTURALISMO PUNTI SALIENTI