Saggistica, note, bibliografia, accademici

Saggistica, note, bibliografia, accademici

Saggistica, note, bibliografia, accademici

Saggistica, note, bibliografia, accademici

I subnullisti, tecnica mista su tela, by Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Saggistica, note, bibliografia, accademici

.

Un buon lavoro di saggistica contiene in genere una tesi o ipotesi principale che l’autore, attraverso fonti certe e attendibili, dovrebbe dimostrare. Le fonti possono essere di diverso tipo: manoscritti inediti, testi a stampa, articoli, dati statistici, dati ricavati da ricerche sul campo, etc. etc.
Le note, pertanto, in un testo di saggistica sono essenziali perché danno testimonianza del serio lavoro di ricerca effettuato dall’autore; rispettano la proprietà intellettuale delle fonti utilizzate per rafforzare la propria tesi (i docenti universitari tanto abituati a fare lavori “simili” ad altri, dovrebbero scriversi in fronte questo secondo punto); danno al lettore la possibilità di consultare le fonti e farsi un’idea personale del lavoro svolto.
Un lavoro senza fonti non è saggistica ma opinionismo spiccio in stile Vannacci, e un buon saggista dovrebbe esimersi dall’abbandonarsi alla mera opinione. Le note e la bibliografia diventano così una parte essenziale del suo lavoro. Esistono due tipi di note:

note di riferimento e note di commento.

Le prime indicano direttamente la fonte da cui si è attinta l’informazione, le seconde invece sono esplicative, ossia aggiungono spiegazioni ulteriori a ciò che si dice nel testo. E tali spiegazioni si aggiungono in nota proprio per non appesantire il testo o non far perdere, a chi legge, il filo del discorso, aggiungendo digressioni che potrebbero distrarlo dall’obiettivo principale del libro.
Fare una nota è relativamente semplice se si conoscono le regole essenziali. Quando si indica la fonte si mette nell’ordine autore, titolo (rigorosamente in corsivo), editore, anno e pagina, p. se è una, pp. se sono due. Quando si cita lo stesso autore e lo stesso libro in due note consecutive non si ripete nuovamente autore e titolo, sarebbe pleonastico, basta mettere ivi e ibidem, il primo se le pagine sono diverse e in questo caso si indicheranno le pagine, il secondo invece se anche le pagine sono le stesse.
Cit. si usa quando un’opera è stata già citata in nota.
Le note hanno sempre un corpo più piccolo rispetto al testo, e numerazione progressiva in numeri arabi, possono essere collocate a pie’ di pagina, alla fine di ogni capitolo oppure direttamente alla fine del libro, ciascun editore sceglie dove metterle a seconda del contenuto delle note stesse e del lettore a cui intende rivolgersi.
È molto importante che la nota sia completa perché se non lo è il lettore potrà avere difficoltà a consultare la fonte, nel caso avesse interesse a farlo. Una nota incompleta infatti serve a ben poco e crea confusione.
Se si cita in nota una fonte digitale, un URL, lo si fa tra parentesi uncinate.
Si usa: Si veda o v. se si invita il lettore ad approfondire un argomento e gli si suggerisce un libro che può essergli utile, da non confondere con Cfr. che invece è un invito al confronto con un testo che non è stato citato direttamente ma che può essere utile per istituire produttivi paragoni sullo stesso argomento trattato.
Se si cita un saggio in un’opera collettanea in più volumi si mette autore, titolo in corsivo dell’opera citata e poi si scrive in e si citano autori e titolo, edizione, anno e pagina da cui è tratto il saggio in oggetto.
La bibliografia si mette alla fine del lavoro, in ordine alfabetico sulla base del cognome dell’autore cui ci si riferisce. Se trattasi di fonte senza autore o adespoto, si procede sulla base delle iniziali del titolo. Anche qui, autore, titolo in corsivo, edizione, anno, pagina o pagine.

Due parole infine sull’attendibilità delle fonti. È ovvio che wikipedia NON possa assolutamente costituire una fonte attendibile, per vari ordini di motivi, non è infatti fatta da specialisti e contiene molte bufale. Quindi non è consigliabile per nulla indicare nella bibliografia l’enciclopedia libera come fonte.
Però dall’altro lato, se la fonte accademica è considerata “attendibile” perché “ufficiale”, bisogna tener conto che molte fonti accademiche sono state smentite da altre, perché la saggistica non è un monumento all’immobilità e al dogma, ma al contrario, implica orizzonti di ricerca in espansione. Poi l’abitudine degli accademici allo snobismo di casta, ha fatto sì che i cattedratici pensino di essere i soli custodi della verità. L’ossessione compulsiva e spesso pleonastica con cui si citano solo tra loro, escludendo dall’orizzonte delle ricerche serie, chiunque non faccia parte della loro casta, ha prodotto una chiusura mentale che di certo non giova alla cultura e un esclusivismo tipico di certa arroganza dottrinale che tende ad escludere qualsiasi libero ricercatore dalla rosa dei saggisti attendibili. Un atteggiamento di inane prosopopea che ha contribuito enormemente alla produzione di una saggistica accademica spesso ripetitiva e inutile, poco sperimentale e solamente funzionale ad acquisire crediti accademici per avanzamento di carriera. Lo schema è sempre lo stesso, il professor X scrive un saggio e tutti quelli della sua area politica lo citano in saggi diversi che sembrano tutti uguali; poi arriva Y di differente area politica a smentire ciò che afferma X e tutti gli appartenenti alla sua area politica, ripetono a pappagallo in diversi saggi ciò che dice Y. Si creano così saggi pleonastici da parrocchietta, noiosi e spesso con una visione tarpata dei fatti che vengono interpretati e adattati alla propria visione “religiosa” e politica del mondo. Ovviamente da tutto questo gioco vengono esclusi i liberi ricercatori, i loro libri non verranno mai citati dagli esimi accademici, anche se sono ben documentati e ricchi di fonti. Perfino quando gli studenti scrivono le tesi viene raccomandato loro di eliminare dalla bibliografia le fonti non accademiche, anche se dicono cose giuste e ben documentate, il che la dice lunga su come funziona la cultura elitaria.
I giornalisti a loro volta legati al potere, recensiranno solo saggistica accademica o divulgativa di gente di casta e il circoletto amici degli amici si autoperpetuerà così all’infinito.
La cultura è salva dentro una bolla di sapone e di finta democrazia subnullista. Possiamo solo augurarci che scoppi.

.

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

 

Comment (1)

  1. Partecipazione Destrutturalismo n. 6 • Antiche Curiosità

    […] Chi invia stralci di saggistica è cortesemente pregato di seguire per le note le basilari norme bibliografiche illustrate brevemente qui […]

Post a comment