I grattatori di corte

I grattatori di corte

I grattatori di corte

 

I grattatori di corte

Il leone, stampa di inizi Novecento, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

I grattatori di corte

 

Ne Gli animali parlanti, Gianbattista Casti parodizza la monarchia assoluta, inserendo tra i personaggi i leccazampa e il grattatore di corte che ha la funzione, come dice la parola stessa, di grattare il re se questi sente prurito:

 

Il regio grattator nomaron poi,

Ch’era uno allor dei più distinti impieghi;

Ma in uso non essendo oggi tra noi,

Giusto è con chiarezza io ve lo spieghi,

Perocché troppo in pratica e in teorica,

amante son dell’esattezza istorica

 

Egli è in natura e non pensier poetico,

Che qualsiasi sovran, bestia o non bestia,

Talor risenta pizzicor, solletico,

Che prude e rode e che gli dà molestia

In tal parte, in tal sito, ove non giugne

A potervi applicare i denti e l’ugne…

 

Se il grattatore gratta proprio in quei siti là, il leccazampa è un baciamanista di professione:

 

Leccazampa dicean le bestie allora

Che leccavan la zampa al lor sovrano;

Baciamano dell’uom si dice ancora,

Allorché ei bacia al suo signor la mano.

L’uno e l’altro è d’omaggio atto solenne;

E baciaman da leccazampa venne…

 

I letterati non fanno eccezione alla regola della cortigianeria più sfrenata e ridicola. Casti sa bene che la celebrità e l’oblio sono regolate da leggi che esulano dal talento:

 

Quanti talenti restansi sepolti

Entro i tuguri nell’obblio profondo

Sol perché lor la sorte i mezzi ha tolti

Di figurar e di brillar nel mondo?

Quindi più di un autor è persuaso

Che spesso il più gran nome opra è del caso…

 

La bestia letterata dice il Casti, è frutto di piaggeria e cortigianeria che occorre esercitare con costanza, anche soltanto per essere eletti responsabili di biblioteca, ossia custodi di quello che dovrebbe essere il patrimonio culturale. Così immagina che un Sorcio venga eletto “real bibliotecario”, chiara metafora per alludere al degrado culturale e all’ignoranza degli addetti alla cultura che con “lavori corrosivi e spessi si fan la nicchia entro gli autori stessi” e ammassano volumi solo per far sfoggio di sapienza, senza leggere nulla:

 

E come per lo più vano ignorante,

Di biblioteche il possessor, l’erede,

Solo del lusso esteriore amante,

Columi ammassa, e là non pon mai piede,

Bibliotecari Sorci ancora adesso,

Ne godono il pacifico possesso.

 

Le biblioteche sono in preda ai sorci che raggiungono posizioni importanti. Attualissimo, dato che oggi nessuno o quasi legge più veramente mentre si ostina a reiterare la tiritera buonista che se uno scrittore è bravo prima o poi arriva. Ma se già nell’antichità avevano capito che non funziona così, perché ostinarsi a negare un’evidenza che è sotto gli occhi di tutti? Per giustificare gente ingiustificabile che viene premiata e lodata secondo l’etica dei falliti di successo, grattatori di corte, sorci di biblioteche ed emeriti leccazampa, così il letterato ufficiale di Stato campa sopra la panca lasciando tutti gli altri sotto la panca. E il lettore semplicemente si stanca.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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