Alessandro Allegri, cortigiano pentito

Alessandro Allegri, cortigiano pentito

Alessandro Allegri, cortigiano pentito

Alessandro Allegri, cortigiano pentito

Alessandro Allegri, cortigiano pentito, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Alessandro Allegri, cortigiano pentito

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Alessandro Allegri, poeta ricordato da Domenico Maria Manni ne Le veglie piacevoli, nacque a Firenze nel 1560 da Lucrezia di Francesco Carcherelli e Vincenzio di Ser Francesco Allegri. Val la pena ricordare più di un sonetto dell’Allegri che ci illumina circa i rapporti tra poesia e potere.
Alessandro infatti divenne cortigiano, all’epoca era quasi la regola, come ci dice nei suoi componimenti, in pratica per mangiare il poeta vendeva poesia ai signori di turno:

 

Per la presente scritta io mi domando
E legittimo, e vero debitore
Del Reverendo Monaco, e Lettore
D’esser nel poetare a suo comando.
Purché a sua Signoria di quando in quando
Ritorni in capo quello stesso umore
Di farmi un Banchettin, dove quattr’ore
Possiamo stare a tavola burlando.
Fremmettendo a più bei ragionamenti
Un riso, un bicchierino e due bocconi…

 

E ancora:

 

Questo sarà per dirvi, Bernadetto,
Senza darvi il Magnifico, o il Signore,
Come si converrebbe che il Lettore
Mi fece un solennissimo Banchetto.
Di lesso, arrosto, insalata, guazzetto.
Frutte, confetti, vin doppio, e migliore
Ch’io mai gustassi e favvi un servitore…
Ond’io per così fatta cortesia
Non potendo arrivar a tanto sfoggio,
Gli darò in contraccambio Poesia.

 

L’Allegri dunque frequenta le corti, ma poi si pente. Disgustato dalla falsità dei cortigiani, inizia a sfogarsi sia in prosa che in poesia sull’ipocrisia cortigianesca e sullo stare a corte come una forma di malattia e di totale schiavitù del letterato:

 

Nacqui libero, e son Grazia di Dio;
E se pur messi un tratto i pie’ ne’ ceppi
Della Corte, le dissi: amica addio…

 

Lo star in Corte, e l’esser ammalato
Mi paion come dir fratei carnali,
Tanto s’agguaglia l’un all’altro stato…
Voi altri Cortigian non lo sapete?

 

Arriva anche a paragonare la corte alla morte:

 

Corte la Corte dicesi, né invano…
Quegli il qual disse (pur me ne rimetto)
Che chi la nominò volle dir Morte

 

Per questo motivo l’ Allegri è passato alla storia come uomo volubile che da cortigiano divenne soldato e poi prete, in realtà si era semplicemente reso conto che il letterato per avere successo, era costretto a fare il servo.
Del resto ancora oggi, non è forse così? Cambia la forma ma la sostanza resta identica.

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