I blog più seguiti?

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I blog più seguiti?

I blog più seguiti?

Double face, mixed media on paper by Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

I blog più seguiti?

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Il letterato dovrebbe avere la precisa missione di mentire per dire ed affermare la verità, questo a mio parere è il senso di ogni letteratura.
Si racconta una bugia per sostenere esattamente il suo contrario e lo si fa usando un linguaggio poetico, prosa, aforismi, insomma quello che è.
Altra cosa è se si parla di dati e verità non letterarie, ossia se si pretende di informare seriamente con precisione da cronista. Chiaro che in questo caso occorre attenersi ai fatti e se si fa un’affermazione perentoria e non suscettibile di smentita, si dovrebbero quantomeno mostrare dei dati e la fonte da cui sono stati presi.
Ma a quanto pare le regole base che servono per costruire una saggistica non dico certa ma quantomeno attendibile, non sono valide nel caso della rete, gran calderone in cui si trova di tutto di più.
Si vocifera nelle varie piattaforme dedicate ai libri e che sorgono ormai come funghi, gestite spesso da chi in vita sua al massimo ha letto tre libri cercando a malapena di finirli, che un pugno di blog letterari italiani, ovviamente mainstream e più allineati di soldati coreani o di una falange di opliti, siano “i più seguiti”, ma nessuno di questi seguitissimi e favolosi blog mette il numero di visite.
Su quale dato sensibile allora si basa l’affermazione perentoria che siano “i più seguiti”, voci di corridoio o esigenze di lisciata collettiva? Chiedo, anche se ovviamente nessuno oserà rispondere…
E notando che l’elenchino di blog “più seguiti” si replica pappagallescamente in più bloghettini italianotti dalla lingua ormai consumata e in cui si recensisce (si fa per dire e per scherzare) soltanto il libro del grosso editore, senza subire variazioni, un dubbio atroce mi viene, ossia che tutto questo movimento tradisca soltanto l’esigenza di mettersi in mostra da un lato e di incensare dall’altro, personaggi agganciati alla grossa editoria. Un colpo al cerchio e uno alla botte prima che le animelle siano scotte.
Oltre alla mancanza di dati che denota il vuoto mentale di queste piccole anime vaganti e affermanti fiammanti verità mai provate, spesso i contenuti dei blog serventi, somigliano a paggi che aiutano il padrone e gli amici a salire su un ronzinante ampiamente sdoganato, o a galline che assistono il gallo nel tentativo di far l’ovetto che chissà come mai non esce.
I significati latitano o pendono miracolosamente tutti dalla parte di editor che contano e pupilli affini che vengono lusingati e lodati allo sfinimento degli sporofilli da salotto, in barba a qualsiasi libertà intellettuale, giudizio critico e capacità di fare non dico una critica approfondita, che forse si dovrebbe riservare alla saggistica seria, ma perlomeno affermazioni che abbiano un minimo senso logico e che siano frutto di un ragionamento e non di ragli al vento.
È l’etica del buon vecchio e nuovo marketing, quella che impone di strombazzare verità non suscettibili di verifica alcuna, perché gli operatori del settore e i pubblicitari, sanno benissimo che dire che un libro vende o che un blog sia seguito, attira la curiosità naturale dei fessi.
È un vecchio trucco dire che un libro ha venduto milioni di copie, ovviamente non verificabili da nessuno e che un blog sia seguitissimo anche se non mette i numeri. Se le vendite di un libro non sono vere, fa niente, perché il pollo medio pensa: “caspita se questo libro ha venduto così tanto, lo devo leggere anch’io, sarà un capolavoro”, e va a comprarsi il prodotto, perché di questo si tratta, di un volgare prodotto assimilabile ad una rapa spacciata per tartufo, e l’utente compra un po’ perché deve pigolare a ufo sulle novità del momento, un po’ per non sentirsi fuori dal coro generale che accetta tutti i buoni depensanti del villaggio, un po’ perché deve fingere di credere nel viaggio ovviamente altolocato del talento e conta uno più uno che fa tre, ossia se uno vende deve essere bravo e in ogni caso viva il re, ossia il blog che si vocifera sia più seguito e il libro rapa-tartufo che pubblicizza a gole sfiancate.
I bloghettini al servizio del mainstream così pigolano pio pio pio le loro verità supposte da infilare nel didietro degli utenti e riproposte con immagini allettanti, con parole ricamate a tombolo da altri bloghettini all’infinito, in diverse varianti e colori dell’iride dalle mille e una notte sfacettata, rimestata e girata come guano che porta sempre poco lontano e allo stesso grigio deprimente risultato, un nulla condito di nulla che gira per nulla, perché tanto con i libri soldi non se ne fanno più a meno che non si parli di un fenomeno da baraccone come Henry Potter e la sua bacchettina magica che soddisfa l’esigenza crassa dei bimbi-massa e delle loro mamme. E siccome non si fanno soldi scrivendo sul serio, gli scrittori con tessera si fiondano in tv, per soldi, perché coi libri la villa con piscina non si costruisce mica, al limite puoi aspirare allo sgabuzzino, sperando che ci sia una finestra.
Si crea un moto statico e stagnante di pubblicità amica gratuitamente ridicola e falsa che comunque sarà servito solo a dimostrare quanto è inutile il mondo dei presunti amanti delle belle lettere, che invece di leggersi un libro e criticarlo seriamente, vanno in giro a fare i lustrascarpe e come sfondate arpe gorgheggiano con voci di cornacchie pensando pure di essere aquile.

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