Prefazione di C. Marchesi all’edizione Formiggini degli Epigrammi di Marziale, 1929, credit Antiche Curiosità©
Mary Blindflowers©
Concetto Marchesi, accademico misogino
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Nel marzo 1929 per la collana Classici del Ridere di Formiggini, l’accademico Concetto Marchesi introduce gli Epigrammi di Marziale, riuscendo ad essere più misogino di un autore antico e parlando di tutto tranne che degli Epigrammi, citati ogni tanto nella nota introduttiva, giusto così, en passant, per ricordare al lettore che li si sta commentando tra un mare di chiacchiere inutili e tanto autocompiacimento di sé. Marchesi, tronfio e saccente, finge di rivolgersi alla Signora E.C. e fin dall’inizio si capisce che nutre un immenso amore per la divagazione e il chiacchiericcio:
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Non si stupisca né si sdegni, Signora, nel vedere il suo nome a capo di queste pagine: e voglia ascoltarne le ragioni, se per caso Ella conservi ancora tanta pazienza quanta ne aveva nella prima quindicina di agosto dell’anno mille novecento e cinque.
Sappia dunque, Signora, ch’io torno spesso in Sicilia…
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Il motivo per cui si rivolge alla Signora marchesi non lo chiarisce mai, ma si capisce che la Signora è soltanto una scusa per umiliare le donne. L’accademico si imbarca infatti in una serie di ragionamenti senza capo né coda che stanno a Marziale come la corsa ad ostacoli sta ad un bradipo o a una lumaca. La prefazione diventa una scusa per parlare della Sicilia, di quanto deve essere vuota o piena una valigia, di gente che ha incontrato in treno, del terremoto di Messina, della stupidità delle donne, il tutto condito dall’avvertimento alla presunta interlocutrice, di non perdere la pazienza perché “siamo arrivati”, dice. Dove sia arrivato non si capisce affatto, ma Marchesi sembra essere davvero molto convinto di ciò che afferma. Passa allo sciorinamento di una filosofia da tre soldi bucati fatta di massime e domande oziose:
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la buona salute è un ottimo espediente per arrivare alla morte… Così avvenne ch’io in un pomeriggio di novembre, a Messina, mi appoggiai alla finestra e vidi il mare. Signora, chi sa dire che colore aveva il mare Ionio, in quel pomeriggio di novembre? Io non lo so. A ma pareva che tutte le idee, le cose, le visioni dell’universo si fossero rifuse e colorite in quel mare…
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Il lettore continua a chiedersi cosa c’entri tutto questo sfarfallio vano di parole con Marziale. Perlopiù nulla, è solo un dar fiato alle trombe, tanto per scrivere qualcosa. Insomma, dopo averci detto che il pesce in salsa, le lattughe con l’olio e il vecchio vino del Faro, lo rendono di buon umore, che il riso è generalmente indizio di allegria (che scoperta sensazionale), dichiara di non essere allegro e di voler dedicare gli Epigrammi alla Signora con cui dà ad intendere che stia parlando. Dopo pagine e pagine di chiacchiere, raggiunge il top della delicatezza. Vale la pena di riportarne il delirio misogino che definisce la donna una “ventata da nulla”, buona soltanto a portar mutandine ricamate e a fare polvere:
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“Non mi capiti una moglie piena di dottrina”, scongiurava Marziale: e anche questa volta possiamo dargli ragione, signora mia. La donna non è ugualmente adatta all’abbigliamento del cervello come a quello del corpo. L’eleganza del vestire consiste nell’avere molta cura degli abiti prima d’indossarli e nel dimenticarli quando sono addosso; così la cultura mentale allora solo è tollerabile o proficua quando ci si dimentica di avere imparato qualche cosa. Se la donna potesse contenere dentro la sua testa le cosucce della scienza con la stessa amabile negligenza onde porta le mutandine ricamate sotto la gonnella, potrebbe anch’essa impunemente maneggiare i libri della umana dottrina…
La donna ha questa veramente femminile e spesso intollerabile ingenuità, di credere che non vi sia così forte dolore nella vita di un uomo che ella non possa rimuovere con l’amor suo. Ma così, non è, amica mia… Essa di solito capita come una ventata da nulla che scompiglia tutto, però, e riempie gli occhi di polvere…
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Non sono le donne a riempire tutto di polvere, ma le prefazioni idiote di accademici a torto fin troppo celebrati.
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DESTRUTTURALISMO Punti salienti
