Opinionismo, mito, storia, bibliografie

Opinionismo, mito, storia, bibliografie Secondo recenti ricerche scientifiche, nonostante il progresso tecnologico, anziché diventare più intelligenti, stiamo diventando sempre più idioti, si legge sempre meno, si ripetono le cose dette da fonti di terza e quarta e centesima mano, non si scava più, non si indaga, ci si accontenta di facili verità mitiche, imposte da un sistema che non vuole che si pensi più perché il pensiero potrebbe costituire un problema. E da qui film innocui, canzoni innocue, personaggi innocui e influencer che diventano famosi proprio perché non hanno nulla da dire, infatti se dicessero qualcosa di interessante nessuno avrebbe interesse a farli diventare famosi, a dar loro voce, perché il volgo ignorante deve rimanere nel limbo di certezze mai provate, che rimbalzano di bocca in bocca come nelle favole della tradizione orale che col tempo si arricchiscono sempre di nuovi particolari, tanto che non si può più capire cose erano originariamente. Ma non esistono solo terrapiattisti che fanno i convegni dello scemo più scemo del villaggio globale, serie non hai vinto niente perché sei troppo scemo anche per vincere il prremio dello scemo del secolo, no, ci sono gli opinionisti tuttologi. Sono personaggi travestiti da intellettuali che hanno delle verità inoppugnabili, che confondono il mito con la storia e ritengono che fare saggistica sia un’opinione, quindi sventolano come al bar dello sport, le loro opinioni non suffragate da nessuna prova, cercando di convincere i loro prossimo che le prove non servono. Ecco un esempio copincollato da una conversazione pubblica sui social: È il suo Mito la prova assoluta della reale esistenza di Gesù perché pone Gesù Cristo aldilà del tempo, dello spazio e della storia. E questo è l'unica certezza, l'unica realtà. Tutte le chiacchiere, le tesi, le bibliografie, le ricerche storiche non hanno alcun valore, non vi è nulla che si può ottenere nella vita che la stessa eternità e Cristo ha realizzato la massima aspirazione di ogni essere umano, ma il piccolo ego di taluni non lo sopporta e passerà tutta la vita a cercare di dimostrare la sua esistenza o a negarla. Il mito è l’unica realtà, l’unica certezza, da oggi possiamo anche fare a meno di saggi, di bibliografie, di studi, non servono a nulla, basta il mito, quell’idea favolella tramandata da libri altrettanto favolosi e fantasiosi che hanno creato una leggenda utile per sottometterci all’idea che non sia affatto più necessario sforzarci a studiare la storia, troppo faticoso, tanto sappiamo già tutto, che bisogno c’è della storia quando abbiamo il mito portatore di verità? Che bisogno c’è di leggere quando ci sono i tuttologi da social che hanno verità inoppugnabili? Chi studia è un superbo, ha un piccolo ego che non sopporta l’idea e la grandezza eterna universalizzante del mito, quindi tutti coloro che hanno messo in dubbio l’esistenza di Gesù così come lo conosciamo commettono atto di superbia. Farsi delle domande è un reato penale. Sembra uno scherzo ma invece certi soggetti sono veramente convinti di ciò che affermano e discettano e criticano opere di saggistica linkando da Wikipedia, l’enciclopedia delle bufale, senza un minimo riferimento bibliografico decente, esprimendo opinioni che diventano legge per tutti e subito sulla base dell’assunto: “è così perché lo dico io e chiunque non sia d’accordo con me è un ignorante”. Quest’atteggiamento superficiale in cui ciascuno pensa che la propria personalissima e opinabilissima opinione sia oro colato e diventi mito, per cui non c’è più bisogno di nessuna ulteriore indagine, è diffusissimo anche tra coloro che si reputano colti. La base della saggistica che si impara fin dalle scuole medie, recita però che l’opinione (δόξα, dòxa) non è un fatto, ma una tesi che per diventare fatto o per acquisire quantomeno un certo grado di attendibilità e verosimiglianza storico-scientifica, ha bisogno di prove certe o perlomeno indiziarie. Senza prove rimane pura e semplice opinione da bar sport e il suo valore risulta pari a zero. Un concetto davvero semplice ed elementare che viene troppo spesso dimenticato in questo mondo di opinionisti della domenica.

Opinionismo, mito, storia, bibliografie

Opinionismo, mito, storia, bibliografie Secondo recenti ricerche scientifiche, nonostante il progresso tecnologico, anziché diventare più intelligenti, stiamo diventando sempre più idioti, si legge sempre meno, si ripetono le cose dette da fonti di terza e quarta e centesima mano, non si scava più, non si indaga, ci si accontenta di facili verità mitiche, imposte da un sistema che non vuole che si pensi più perché il pensiero potrebbe costituire un problema. E da qui film innocui, canzoni innocue, personaggi innocui e influencer che diventano famosi proprio perché non hanno nulla da dire, infatti se dicessero qualcosa di interessante nessuno avrebbe interesse a farli diventare famosi, a dar loro voce, perché il volgo ignorante deve rimanere nel limbo di certezze mai provate, che rimbalzano di bocca in bocca come nelle favole della tradizione orale che col tempo si arricchiscono sempre di nuovi particolari, tanto che non si può più capire cose erano originariamente. Ma non esistono solo terrapiattisti che fanno i convegni dello scemo più scemo del villaggio globale, serie non hai vinto niente perché sei troppo scemo anche per vincere il prremio dello scemo del secolo, no, ci sono gli opinionisti tuttologi. Sono personaggi travestiti da intellettuali che hanno delle verità inoppugnabili, che confondono il mito con la storia e ritengono che fare saggistica sia un’opinione, quindi sventolano come al bar dello sport, le loro opinioni non suffragate da nessuna prova, cercando di convincere i loro prossimo che le prove non servono. Ecco un esempio copincollato da una conversazione pubblica sui social: È il suo Mito la prova assoluta della reale esistenza di Gesù perché pone Gesù Cristo aldilà del tempo, dello spazio e della storia. E questo è l'unica certezza, l'unica realtà. Tutte le chiacchiere, le tesi, le bibliografie, le ricerche storiche non hanno alcun valore, non vi è nulla che si può ottenere nella vita che la stessa eternità e Cristo ha realizzato la massima aspirazione di ogni essere umano, ma il piccolo ego di taluni non lo sopporta e passerà tutta la vita a cercare di dimostrare la sua esistenza o a negarla. Il mito è l’unica realtà, l’unica certezza, da oggi possiamo anche fare a meno di saggi, di bibliografie, di studi, non servono a nulla, basta il mito, quell’idea favolella tramandata da libri altrettanto favolosi e fantasiosi che hanno creato una leggenda utile per sottometterci all’idea che non sia affatto più necessario sforzarci a studiare la storia, troppo faticoso, tanto sappiamo già tutto, che bisogno c’è della storia quando abbiamo il mito portatore di verità? Che bisogno c’è di leggere quando ci sono i tuttologi da social che hanno verità inoppugnabili? Chi studia è un superbo, ha un piccolo ego che non sopporta l’idea e la grandezza eterna universalizzante del mito, quindi tutti coloro che hanno messo in dubbio l’esistenza di Gesù così come lo conosciamo commettono atto di superbia. Farsi delle domande è un reato penale. Sembra uno scherzo ma invece certi soggetti sono veramente convinti di ciò che affermano e discettano e criticano opere di saggistica linkando da Wikipedia, l’enciclopedia delle bufale, senza un minimo riferimento bibliografico decente, esprimendo opinioni che diventano legge per tutti e subito sulla base dell’assunto: “è così perché lo dico io e chiunque non sia d’accordo con me è un ignorante”. Quest’atteggiamento superficiale in cui ciascuno pensa che la propria personalissima e opinabilissima opinione sia oro colato e diventi mito, per cui non c’è più bisogno di nessuna ulteriore indagine, è diffusissimo anche tra coloro che si reputano colti. La base della saggistica che si impara fin dalle scuole medie, recita però che l’opinione (δόξα, dòxa) non è un fatto, ma una tesi che per diventare fatto o per acquisire quantomeno un certo grado di attendibilità e verosimiglianza storico-scientifica, ha bisogno di prove certe o perlomeno indiziarie. Senza prove rimane pura e semplice opinione da bar sport e il suo valore risulta pari a zero. Un concetto davvero semplice ed elementare che viene troppo spesso dimenticato in questo mondo di opinionisti della domenica.

L’opinionista, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Opinionismo, mito, storia, bibliografie

.

Secondo recenti ricerche scientifiche, nonostante il progresso tecnologico, anziché diventare più intelligenti, stiamo diventando sempre più idioti, si legge sempre meno, si ripetono le cose dette da fonti di terza e quarta e centesima mano, non si scava più, non si indaga, ci si accontenta di facili verità mitiche, imposte da un sistema che non vuole che si pensi più perché il pensiero potrebbe costituire un problema. E da qui film innocui, canzoni innocue, personaggi innocui e influencers che diventano famosi proprio perché non hanno nulla da dire, infatti se dicessero qualcosa di interessante nessuno avrebbe interesse a farli diventare famosi, a dar loro voce, perché il volgo ignorante deve costantemente essere distratto, rimanere nel limbo di certezze mai provate, che rimbalzano di bocca in bocca come nelle favole della tradizione orale che col tempo si arricchiscono sempre di nuovi particolari, tanto che non si può più capire com’erano originariamente. Ma non esistono solo terrapiattisti che fanno i convegni dello scemo più scemo del villaggio globale, serie non hai vinto niente perché sei troppo scemo anche per vincere il premio dello scemo del secolo, no, ci sono gli opinionisti tuttologi pseudo-dotti, quelli che una cosa è così e non pomì perché la dicono loro, depositari d’ogni saggezza in terra. Sono personaggi travestiti da intellettuali che hanno delle verità inoppugnabili, che confondono il mito con la storia e ritengono che fare saggistica sia un’opinione, quindi sventolano come al bar dello sport, le loro opinioni non suffragate da nessuna prova, cercando di convincere il loro prossimo che le prove non servono. Ecco degli esempi copincollati da una conversazione pubblica sui social in cui A e B vanno completamente d’accordo nella loro incoerenza:

.
A: È il suo Mito la prova assoluta della reale esistenza di Gesù perché pone Gesù Cristo aldilà del tempo, dello spazio e della storia. E questo è l’unica certezza, l’unica realtà. Tutte le chiacchiere, le tesi, le bibliografie, le ricerche storiche non hanno alcun valore, non vi è nulla che si può ottenere nella vita che la stessa eternità e Cristo ha realizzato la massima aspirazione di ogni essere umano, ma il piccolo ego di taluni non lo sopporta e passerà tutta la vita a cercare di dimostrare la sua esistenza o a negarla.

B: Non ho nessuna voglia di discutere su cose per me inoppugnabili, ovvero l’inattendibilità quasi assoluta delle folli tesi di Cascioli, a sua volta auto-plagiato da un idiota sapiente nonchè antisemita e nazistoide come Daniel Massè che guarda caso è stato tradotto da Papini, fascista… ammiro molto Evola, uno dei miei maestri. (Alla richiesta di riferimenti bibliografici precisi, linka Wikipedia e dichiara: Non sono tipo da bibliografie precise).

.

Il mito è l’unica realtà, il dogma, l’eternità, l’unica certezza. Da oggi possiamo anche fare a meno di saggi, di bibliografie, di studi, non servono a nulla, inutile ciarpame, via, al secchio! Basta il mito, quell’idea favolella tramandata da libri altrettanto favolosi e fantasiosi che hanno creato una leggenda utile per sottometterci all’idea che non sia affatto più necessario sforzarci a studiare la storia, troppo faticoso, tanto sappiamo già tutto. Che bisogno c’è della storia quando abbiamo il mito portatore di verità? Che bisogno c’è di leggere quando ci sono i tuttologi da social che hanno verità inoppugnabili?
Chi studia è un superbo, ha un piccolo ego che non sopporta l’idea e la grandezza eterna universalizzante del mito, quindi tutti coloro che hanno messo in dubbio l’esistenza di Gesù così come lo conosciamo commettono atto di superbia.
Farsi delle domande è un reato penale. Niente di nuovo. Lo diceva anche la Santa Inquisizione Spagnola che condannava al rogo gli alchimisti decisamente troppo curiosi. L’ammirazione per gli autori è condizionata non da quello che scrivono ma dall’appartenenza al mainstream.

Un soggetto che dichiara di disprezzare Cascioli perché le sue tesi concordano in parte con quelle di Massé che era antisemita e di destra e poi dichiara di ammirare incondizionatamente Evola, tanto da eleggerlo a suo maestro indiscusso, non si rende nemmeno conto della contraddizione insita nelle sue stesse affermazioni. Evola infatti non era propriamente di sinistra, la sua opera è basata su principi aristocratici che ben si accordavano con la dottrina fascista.

Sembra uno scherzo, ma invece certi soggetti sono veramente convinti di ciò che affermano e discettano e criticano opere di saggistica linkando da Wikipedia, l’enciclopedia delle bufale on line, senza un minimo riferimento bibliografico decente, esprimendo opinioni che diventano legge per tutti e subito sulla base dell’assunto: “è così perché lo dico io e chiunque non sia d’accordo con me è un ignorante perché non ho bisogno di prove”.
Quest’atteggiamento superficiale in cui ciascuno pensa che la propria personalissima e opinabilissima opinione sia oro colato e diventi mito, per cui non c’è più bisogno di nessuna ulteriore indagine, è diffusissimo anche tra coloro che si reputano colti e dicono di aver letto un milione di libri e giù di lì, senza capirne perlopiù nulla.
La base della saggistica che si impara fin dalle scuole medie, recita infatti che l’opinione (δόξα), dòxa non è un fatto. Per diventare fatto o per acquisire quantomeno un certo grado di attendibilità e verosimiglianza storico-scientifica, ha bisogno di prove certe o perlomeno indiziarie. Senza prove rimane pura e semplice opinione da bar sport e il suo valore risulta pari a zero. Un concetto davvero semplice ed elementare, comprensibile nell’era digitale anche per un bambino; un concetto antico che viene troppo spesso dimenticato in questo mondo di opinionisti sempre pronti a farsi insultare del tutto gratuitamente dai vari Eco di turno che si sentono eroi non perché lo siano realmente, ma perché hanno come secondo termine di paragone una massa di imbecilli che non distingue la dòxa, incerta  e volubile, dall’episteme (ἐπιστήμη), ossia la conoscenza certa, concetti formulati fin dai presocratici e poi sviluppati anche da Socrate e Platone che se ne occupa a più riprese nei suoi Dialoghi.

.

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Video – The Black Star of Mu

Rivista Il Destrutturalismo

 

Comments (2)

  1. giancarlo rosati

    be non so risponderti rischierei di far peggior figura di quella che sto facendo

  2. giancarlo rosati

    credo che i caproni ci siano sempre stati, ma quelli di oggi sono volontari, noi studiavamo l’Eneide, l’Iliade e le guerre puniche, era troppo. Oggi troppo poco, neppure le tabelline.

Post a comment