La scrittura come realizzazione ontologica

La scrittura come realizzazione ontologica

La scrittura come realizzazione ontologica

Di Maria Concetta Giorgi©

Lo stato di isolamento, credit Mary Blindflowers©

 

Perché si scrive? I motivi sono tanti, si scrive per uscire da uno stato di isolamento, si scrive, perché “si deve”, si scrive per un talento innato, perché le parole escono di getto, non le puoi fermare, le devi assecondare. Si scrive perché senti l’esigenza di dire qualcosa, o di non dirla in modo palese, ma comunque evidenziarla.
Le parole arrivano, non sai nemmeno da dove, si compongono, vedi volare in alto le lettere, senti che prendono forma. Si scrive perché ami, perché odi, perché c’è la luce, perché c’è il buio, perché c’è la pioggia o il vento, o la neve, perché c’è qualcuno che leggerà, per te per primo. Si scrive provando sensazioni forti, sei padrone della scrittura, del mondo, di quello che può di te rimanere.
Si scrive fremendo, ansimando, chiudendo gli occhi come quando ami in senso fisico. Si scrivono poesie perché l’amore sta lì dentro, sta dove il sentimento non riesce a venire fuori o è maltrattato. La scrittura diventa la sostituzione di un amore mancato, di qualcosa che a volte non puoi possedere.
Allora arriva lei, prendi una penna o una tastiera, non guardi il foglio o lo schermo, perché altrimenti ti distrai, quando fai l’amore guardi solo lui o lei, e vai, vai verso l’infinito, verso qualcosa che non conosci subito che poi si realizza e prende vita.
L’esplosione del tuo io, delle tue potenzialità, l’amore voluto che non ti chiederà mai di fermarti, ti lascerà il passo, liberi per un nuovo foglio, un nuovo pensiero.
Un mare di parole, l’acqua che scorre, il suo rumore, la freschezza di un mattino, le foglie che tremano su un albero quando c’è vento e sembrano volerti dire: “Questo è l’unico modo di vivere, trasportati sempre, fragilmente noi, perché ciò diventi il piacere di esserci”.
Io così scrivo.

https://antichecuriosita.co.uk/manifesto-destrutturalista-contro-comune-buonsenso/

Comment (1)

  1. Rita

    Un articolo che trasuda passione e rispetto per la scrittura. Ho cominciato a scrivere come forma di terapia e con un po’ di presunzione pensando di esserci portata. Il passo successivo è stato uscire da me toccando argomenti più sociali e disagio morale dell’uomo moderno. Continuo a pensare che scrivere solo di sé a lungo andare diventi banale. Quanto può fregare a chi legge del nostro vissuto personale? Se poi questo viene oggettivizzato è un’altra cosa. Le librerie sono piene di autobiografie dell’ultImo arrivato. Così possono scrivere tutti

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