Di Lucio Pistis & Sandro Asebès© Giorgio Pressburger, La neve e la colpa, edizioni Einaudi 1998, copertina rigida con sovraccoperta illustrata bianco e nero. Un testo dalla veste austera, ristampato più volte e ancora disponibile nei normali circuiti di vendita. Si tratta di una raccolta di racconti di cui il primo dà il […]View post →
Di Pierfranco Bruni© Ho raccontato nella mia vita spazi di tempo ed ora è il tempo che cerca di raccoglie il mio spazio. Si racconta per un errore commesso. O per una scommessa involontaria. O per le malinconie che tratteggiano le nostalgie di un viaggio spezzato o non interrotto o incompiuto. Siamo incompiuti. Resto […]View post →
Di Pierfranco Bruni© Eresia e utopia vivono di complicità. Una metafisica oltre la filosofia in un viaggio in cui il linguaggio del sacro diventa un Dio che trasgredisce. Dio trasgredisce per amore e non per teologia. L’utopia degli eretici tocca la realtà e si veste di sogno. Ma in quel dire e in quel […]View post →
Di Gastone Cappelloni© Stammi bene, scrivi. Così senza rumori battezzarono l’esile corazza di mie sobrie compostezze, salutandomi e contornandomi con artigli di malinconia, con la morte nei loro grembi, e urla materne, paterne, di dolore, senza avvenire, di speranze schiave di anni, senza vestiari, intensi, riscaldati da gelide circostanze. Io, figlio prediletto, nato dalle […]View post →
Di Pierfranco Bruni© La verità è un patto di sangue . A volte il respiro della notte diventa pesante. Bisogna non ascoltarlo. Le voci si fanno malinconia. Ci sono storie che si raccontano e racconti che non devono restare nella storia e non devono farsi storia. Il destino cammina tra le pieghe del tempo […]View post →
Di Mary Blindflowers© Inadatti al volo, profeti della transitorietà, apologeti del fango, balliamo l’ultimo tango sotto lune di sangue, al crogiolo e mestolo di membra sparse sull’asfalto, poi ce ne andiamo, riassestando le riarse voci, precoci morti atroci, il salto. Cosa avremo lasciato? Lo iato tra vita e possibilità nel tempo senza smalto, […]View post →
di Mary Blindflowers© «E vedendo lungo la strada una pianta di fico, Cristo, si accostò ad essa: e non vi trovò altro che foglie e le disse: non nasca da te mai più frutto in eterno. E subito il fico si seccò. Avendo ciò veduto i discepoli ne restarono ammirati…»1; «Poi arrivarono sull’altra riva […]View post →
Di Mary Blindflowers© Il mito con il dono perpetuo dell’inattingibilità, è per le masse il sogno identificativo dentro cui cullare ambizioni sopite e immaginazioni fritte di bugie. Il mito non crolla perché la volontà del mono-pensiero, prono al super-ego, si mantiene forte e ha basi d’acciaio che poggiano sulla debolezza delle sinapsi collettive. Siccome […]View post →
Di Mary Blindflowers© Odio i bottoni di qualunque tipo che attentano ai teoremi vivi della libertà, e, da tre giorni mi giro, mi chiedo che ci faccio qua, che ci faccio, io che non ho mai creduto, mondo bara! sfascio tutto! E poi non sopporto il lutto, questi maledetti vestiti coi bottoni e i […]View post →
Di Mary Blindflowers© Quello che la poesia può fare, non può fare, dire non dire, in un gioco di contrasti simbolici affermati e negati e forse pure annegati nella impietosa osservazione del tempo che c’è e non c’è contemporaneamente. Il tempo è un’invenzione umana, viene personalizzato e mantiene intatte le sue proprietà spersonalizzanti, laddove […]View post →