Di Fremmy© Vivido sentimentalmente erto, galleggiavo in tepore uzbeco su tele assonnate e fantasmi a pois. Lenzuola macchiate di carta e rancore cerchiavano le mie braccia, attonite nel vizio del concreto isolarmi al bianco. Gergo di vezzeggiativi inanimati e sparo, pennelli di tungsteno e svengo sul cotone, la tua sagoma di regio ardore imbalsamato […]View post →
Di Gastone Cappelloni© Stammi bene, scrivi. Così senza rumori battezzarono l’esile corazza di mie sobrie compostezze, salutandomi e contornandomi con artigli di malinconia, con la morte nei loro grembi, e urla materne, paterne, di dolore, senza avvenire, di speranze schiave di anni, senza vestiari, intensi, riscaldati da gelide circostanze. Io, figlio prediletto, nato dalle […]View post →