Luciano Folgore, il parodista

Luciano Folgore, il parodista

Luciano Folgore, il parodista

Luciano Folgore, il parodista

Luciano Folgore, Il libro degli epigrammi, Ceschina, 1955, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Luciano Folgore, il parodista

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Omero Vecchi, alias Luciano Folgore (Roma 1888- Roma 1966), Albano Albani, Esopino, Fiore di Loto, Er Moro de li Monti, etc. etc., il poeta dai molti nomi, è stato rimosso dai circuiti editoriali e dalla memoria degli italiani. A scuola poi non lo si studia, ci mancherebbe, troppo irriverente! Questo poeta che amava gli pseudonimi, aderì al futurismo per poi seguire altre strade e il suo naturale umorismo. Auspicava il distacco dall’intimismo a favore dell’osservazione della realtà del suo tempo. Ne Il libro degli Epigrammi, infatti, proponeva tutta una serie di aforismi e rime svelte che avevano lo scopo di far riflettere sul mondo. Il poeta esce da sé, operazione che ancora oggi, in epoca di grande egocentrismo, riesce difficile a molti, per ridicolizzare e bruciare le scene della vita reale, gli intellettuali, le poetesse, gli uomini, le donne, l’aristocrazia, la virtù, l’ipocrisia, l’egocentrismo, l’arrivismo e le raccomandazioni. Raccomanda dunque alla poetessa di non andare oltre leggendo ad alta voce i suoi versi, per evitare che tutti gli alberi si trasformino in salici piangenti. Irride la nobiltà decaduta e quel marchesino stupido che, senza il becco di un quattrino, sfrutta a meraviglia l’albero di famiglia, e sposa una vecchia signorina ricca a milioni e quanto lui cretina, perché l’albero della manna esiste e come! Però talvolta porta un altro nome… E dà ragione a quel podista che diceva a un emerito arrivista: “La strada si guadagna metro a metro coi propri piedi e non coi calci dietro”. Irride la superbia servendosi anche di accostamenti con gli animali, così scrive di una zanzara boriosa che dopo aver punto e succhiato il sangue da una duchessa per tre sere consecutive, non dà più del tu alle compagne perché ha ormai nel corpo troppo sangue blu. E non risparmia i plagiatori di cui ancora oggi il mondo letterario e accademico è strapieno. Immagina di inviare un telegramma ad uno scrittore che copia il lavoro altrui e scrive di aver letto il suo grossissimo volume interessante anche nei punti bui, per poi fare l’affondo: peccato sol che il tuo romanzo-fiume, sia fatto tutto con ruscelli altrui. Sfotte anche i benpensanti per i quali nero è il vizio e bianca la virtù, ma poi tra latte e caffè, tra bene e male, il cappuccino è d’uso generale. Ha una buona parola per tutti, mai noioso, mai prolisso, sempre essenziale, questo Folgore folgorante, anche attuale, perché vizi e virtù degli uomini e delle donne, non conoscono mai fine.

Nessuno però legge più Luciano Folgore, anzi, la maggior parte della gente nemmeno lo conosce, forse per via di quella cancellazione della storia e della letteratura del passato, ormai in atto, per cui occorre leggere soltanto gli autori che si adattano al buonismo imperante, eliminando tutti gli altri o perché troppo critici e ironici, o per le loro posizioni politiche. I poeti satirici in Italia vengono in genere buttati nel dimenticatoio. Folgore ha una comicità irriverente, che graffia la superficie e mette a nudo impietosamente la condizione letteraria di chi si prendeva troppo sul serio, scalzando il mito futile e inutile della sacralità della poesia che ancora oggi resiste e della seriosità di tanta poesia scolastica. La poetica di Folgore è… (Continua su Destrutturalismo n. 5).

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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