La società del futuro

La società del futuro

La società del futuro

La società del futuro

La gogna, credit Mary Blindflowers©

 

La società del futuro

Mary Blindflowers©

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Cristo si è fermato a Eboli, in cui Carlo Levi descrive gli anni del confino, è un romanzo che fotografa una Lucania abbandonata dallo Stato, percepito, come entità estranea. In una società devastata dalla malaria e dalla sopraffazione di una borghesia rapace e corrotta, i contadini cercano disperatamente di sopravvivere. La loro cultura si compone di un micro-universo di stampo magico-esoterico che la religione ufficiale di Stato non è riuscita ad estirpare. È l’eterna storia di sfruttati e sfruttatori, di un Sud lontano da Roma e dai suoi intrighi: “Con i pretesti più vari, non si riconosceva a nessuno la qualità di povero: altrimenti, chi avrebbe pagato il debito tributo a medici e farmacisti…? Anche questo era uno dei mali antichi, sanzionati dall’uso, inevitabili, legati allo Stato, contro cui non c’è modo di difendersi. – Quelli di Roma preferiscono che noi si resti come bestie-”.
Lo Stato è il nemico numero uno. Se Matera è “anarchica e disperata”, lo Stato ha creato soltanto “miseria e deserto”, ha tagliato gli alberi, impoverendo il territorio di risorse naturali, ha imposto la coltivazione del grano “in terre inadatte”. Non ha costruito scuole valide che istruissero il contadino, ha imposto tasse esose e senza senso. Scrive infatti Levi: “tutto ciò è in buona parte il risultato delle buone intenzioni e degli sforzi dello Stato, di uno Stato che non sarà mai quello dei contadini…”.
La totale estraneità del contadino alle istituzioni, si riscontra in tutto il romanzo dove non manca la critica della borghesia, i cosiddetti “signori”: “La borghesia… una classe degenerata, fisicamente e moralmente… che vive di piccole rapine e della tradizione imbastardita di un diritto feudale”.
E in effetti la società italiana è ancora di stampo feudale e borghese e le previsioni di Levi si sono avverate:

Noi non possiamo oggi prevedere quali forme politiche si preparino per il futuro: ma in un paese di piccola borghesia come l’Italia, e nel quale le ideologie piccolo borghesi sono andate contagiando anche le classi popolari cittadine, purtroppo è probabile che le nuove istituzioni che seguiranno al fascismo, per evoluzione lenta o per opera di violenza, e anche le più estreme e rivoluzionarie tra esse, saranno riportate a riaffermare, in modi diversi, quelle ideologie, ricreeranno uno Stato altrettanto e forse più lontano dalla vita, idolatrico e astratto, perpetueranno e peggioreranno, sotto nuovi nomi e nuove bandiere, l’eterno fascismo italiano.

Carlo Levi aveva ragione. Ha avuto una certa lungimiranza. Lo Stato italiano è rimasto reazionario e astrattamente lontano. Un nemico da combattere per il povero.
Roma, da sempre, è quanto di più lontano si possa concepire dalla classi popolari, specialmente del Sud d’Italia. È la solita storia di sfruttati e sfruttatori in un Paese in cui se nasci povero non hai davvero futuro perché l’Italia è un club esclusivo per soli ricchi in cui non è previsto per il lavoratore nemmeno un salario minimo per legge mentre i politici dicono sì ai vitalizi. La mobilità sociale è pari a zero, la possibilità di trovare un lavoro anche dopo una laurea, ridotta al minimo se non si “conosce nessuno”. Il feudalesimo non è mai deceduto. L’obolo al ricco per ottenere una raccomandazione, la servitù morale al più forte, la genuflessione ad un sistema di corrotti e corruttori, è la regola costante, non l’eccezione. Lo Stato crea da sempre miseria e deserto. Si alternano le facce, le persone, i simboli, ma la mentalità non cambia, resta feudale. Per questo motivo non c’è evoluzione. Il popolo è distratto da una stampa asservita, commenta questioni di scarsa importanza, come la mise al mare della Meloni, il suo costume lilla, che attira commenti misogini, ma, di base, non ha coscienza sociale né chiara consapevolezza dei propri diritti, laddove il diritto è confuso da sempre con il dovere e non c’è ribellione di sorta all’oppressione statale, al carico di tasse ingiustificate, alla latitanza dei servizi, della sicurezza, della garanzia di un lavoro. Sottopagata, sfruttata, umiliata, la classe subalterna non ha speranze. Si acuiscono sempre più le differenze tra ricchi e poveri, tra quello che va a mangiarsi al ristorante superlusso due grissini tirati a mano, una microscopica insalata russa croccante con gli edulcoranti, un uovo mescolato al burro e paga 550 euro, al pensionato che non riesce ad andare avanti con la sua misera pensione, al neolaureato figlio di operai che non viene assunto mai, perché nessuno lo raccomanda e poi viene definito “bamboccione” dai politici.
Questa è la società per cui sono morti i nostri avi, la società del futuro di cui parlava Levi? Complimenti!

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

 

 

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