Il mio grido è…

Il mio grido è...

Il mio grido è…

Il mio grido è...

Il mio grido è come un tuono, credit Antiche Curiosità©

 

Il mio grido è come un tuono

Mary Blindflowers©

.

Mildred D. Taylor, Il mio grido è come un tuono, pubblicato in Italia da Mondadori Serie contemporanea, è un libro che affronta tematiche importanti. Ambientato nel Mississippi, anni trenta e scritto nel 1976, parla in forma romanzata del fenomeno della discriminazione razziale, raccontando una storia verosimile, con una trama godibile che si movimenta verso il finale, quando la concitazione, l’attesa per quello che potrebbe accadere, raggiunge l’acme.
L’autrice stessa racconta di essersi ispirata alla storia della sua famiglia:

È una benedizione venire da una famiglia di raccontastorie, persone che hanno narrato più e più volte la storia della nostra famiglia dai giorni della schiavitù agli anni della mia infanzia.

All’inizio del libro, nella prefazione, la Taylor narra un episodio personale di vita domestica: il padre, non sta bene in salute, è seduto nella sua poltrona preferita, vicino al camino del salotto quando Mildred gli dice che il libro che sta scrivendo avrebbe vinto la Newbery Medal. Otto mesi dopo il padre muore. Sei mesi dopo la sua morte ecco che Il mio grido è come un tuono vince la Newbery Medal.
L’autrice sapeva prima di finire il libro che avrebbe vinto un premio, proprio quel premio nato nel 1922, assegnato dalla Association for Library Service to Children, una divisione della American Library Association (ALA).
Quanti libri per ragazzi venivano pubblicati ogni anno in America nel 1977, anno in cui la Taylor vinse il premio? Presumo una bella quantità, ma la scrittrice sapeva di vincere il premio perfino prima di finire il romanzo. A questo punto possiamo anche credere agli elfi e ai folletti, perché no?
La traduttrice del libro, Beatrice Masini, a sua volta precisa:

I bambini e gran parte degli adulti, bianchi e neri, parlano una lingua che ai nostri occhi e alle nostre orecchie può sembrare scorretta: è la parlata del Sud, e riempirla di congiuntivi e condizionali sarebbe stato scorretto, quello sì, poco fedele, al ritmo degli scambi di tutti i giorni.

In poche parole, condizionali e congiuntivi sono sbagliati, ma non fateci caso, cari lettori, perché dobbiamo riprodurre la parlata del Sud che è piena di errori. Lettore avvisato, è mezzo salvato?
No, perché al di là dei verbi posati a castrone sulla pagina, il difetto del romanzo è proprio lo stile deludente, senza impennate di genio, piatto, all’americana. Quello stile che ormai va tanto anche in Italia, da scrittura creativa con periodi brevi, dialoghi di stampo neorealista, cronachistico.
La trama è bella, accattivante, se la Taylor avesse padroneggiato un stile frizzante e meno piatto, avrebbe dato alla luce un romanzo indimenticabile perché la questione del razzismo in America, specie negli Stati del Sud, è attualissima, purtroppo, ancora oggi.  Invece, al di là dei premi nei quali non credo, come non credo negli indovini e nelle palle di vetro, ha partorito un romanzo qualsiasi, basato su una storia avvincente e su personaggi convincenti ma che però poteva essere scritta decisamente meglio.
I personaggi tuttavia, al di là dello stile, sono delineati e descritti abbastanza bene, le descrizioni degli ambienti non annoiano perché sono felicemente e soprattutto brevemente innestate nella vicenda e rimangono sempre ad essa funzionali.
La sopraccoperta disegnata da Celina Elmi è bella, floreale, stile vintage, molto colorata, si adatta bene alla storia. La carta della Mondadori pessima, come al solito, la copertina rigida sembra una sfoglia per quanto è sottile e tende ad abradersi e sbiadirsi facilmente lungo i bordi. Considerando che non ci sono nemmeno illustrazioni dentro, è tutto in bianco e nero, il prezzo di ben 17 euro è davvero ingiustificabile.

.

DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

Post a comment