Perché fare i poeti?

Perché fare i poeti?

Perché fare i poeti?

Perché fare i poeti?

La solita luna, credit Mary Blindflowers©

 

Perché fare i poeti?

Lucio Pistis & Sandro Asebès©

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Cosa spinge una persona che ha insegnato diritto e scienza delle finanze a proporsi come poetessa? Non lo sappiamo. Ecco i versi di Adriana Giotti.

 

Ho lavato le lenzuola

Ho smesso di amarti
un pomeriggio d’estate
Faceva ancora caldo
ma il cielo era pingue di nuvole basse
Il sonno distante
ho lasciato nel letto
a freddare la mia impronta
Chi prenderà il tuo posto?
Forse il pensiero?
Forse la coscienza?
E se i ricordi esigessero
il prezzo dell’assenza?
Ma a pensarci bene
ho già saldato il conto.
Tra le lenzuola gualcite
e gli umori notturni
si è smarrito il desiderio di te
Si è smarrito in altri desideri
e altri sonni, perché
l’ombra non è assenza di luce
è agonia di colori

 

Verso libero in assenza totale di pathos, di ritmo e di profondità.
La poetessa ci comunica di aver interrotto il rapporto carnale col suo ex nella stagione calda, forse sollecitata dall’afa che magari ha reso inabitabile un’alcova a due; ma si cura di renderci informati altresì che, nonostante il caldo, il cielo era gravido di nuvolaglia: notizie che francamente non ci creano slancio emotivo e partecipativo. Aggiunge che soffriva d’insonnia senza spiegarci come si possa uccidere la propria orma sulle lenzuola. Tracce sulle lenzuola sudaticce d’estate. Che bello! E giù una serie di domande inani e oziose: ha appena lasciato colui che le si stendeva fino a poco prima al fianco. Si pone il dilemma sul sostituto. Pare che si viri per una scelta impalpabile, meta-fisica: farlo sostituire dal ragionamento o dalla consapevolezza? Uhm, rischioso! La memoria del bel tempo fisico passato a sollazzarsi reciprocamente potrebbe pretendere il dazio per questo amante ripudiato! E allora come si rimedia? Un attimo di resipiscenza, subito dopo, sgombra la cortina degli interessantissimi quesiti auto-posti: il vecchio amore è stato già sdoganato tra lenzuola increspate ed emissioni fisiologiche concomitanti a sonno e eccitazione; presto ci saranno altre voglie e altri desideri di riposare e la clausola ci rivela l’eziogenesi, la ratio di questo pensiero sconvolgente: non è che manchi la luminosità dove c’è oscurità: c’è solo una cromia che esala gli ultimi respiri.
Un groviglio di metafore pressoché inutili ed assolutamente apatiche. Che comunicato emotivo è quello di essersi alzata insonne di notte, di luglio o agosto e notare che ci si è scocciati del compagno? Indifferenza completa per questa serie di linee in prosa che vanno a capo e si travestono da versi senza di base dir nulla.

 

E ancora:

 

Bucce di banana

Nelle notti di luna piena
orrendi spettri sbucano dai fossi
Cani sciolti ululano: la preda è salva
Il cielo s’ombra di artigli e voli rapaci
ragni tessono menzogne
sorbiscono rumorosamente
lo sciafilo putridume del sottobosco
I botteghini spacciano biglietti omaggio
il pubblico s’attarda e applaude
al risibile spettacolo di falene
affumicate come salmoni.
Nelle notti di luna piena
grembi ingravidi si gonfiano d’iniquità
inebriano i penanti con sorsi d’ottusità
serpi sibilano versi mono riflettenti
e stecche solipsistiche
Non si mima né recita il bagliore roco del dolore
Non è questa l’ara sacrificale della parola
Quante farse e mascherate
svampano ventuno grammi di anime (s)morte
Il rischio di non esistere
fugge al tramonto e all’alba.
La dignità di tacere
appartiene a chi ha orrore dell’assurdità.

 

Dopo l’enucleazione di gesti della vita quotidiana, la scrivente passa a un soft-horror prosaico che cerca di stupire con effetti scenici, una nota pubblicità direbbe: “volevamo stupirvi con effetti speciali e raggi ultravioletti”, ma qui di speciale c’è davvero poco. Siamo in presenza di un polpettone che reitera la tiritera dei 21 grammi dell’anima morta o smorta che dir si voglia e tira fuori dal cassetto polveroso le notti di luna piena, gli spettri che sbucano dai fossi, i cani che ululano, i voli rapaci, le falene etc. Dopo questo elenco del telefono, tenta una viratina verso l’inusuale e parte coi grembi ingravidi e iniqui, i penanti ottusi, raggiungendo il top con le “stecche solipsistiche”. Ignoravamo che il solipsismo si materializzi sotto forma di non precisata “stecca”. Anche tacere diventa dignità, la parola un’ara sacrificale, non spiega però perché il dolore abbia un bagliore tra le farse e le mascherate di cui non si comprende bene la natura, come non si capisce il titolo. Che c’entra la banana?
La signora Giotti probabilmente sarà più brava a insegnare scienza delle finanze che a scrivere poesie.
Ci domandiamo se sia così necessario cercare di praticare l’arte poetica senza padroneggiarla.
Al di là del singolo caso, il quesito permane.
Perché tutti vogliono fare i poeti?
Non abbiamo sinceramente una risposta.

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Memorie straordinarie di un libro vivente

 

Comments (2)

  1. Adriana Giotti

    Signora Blindflowers, non contesto che le mie poesie possano essere scritte in “assenza totale di pathos, di ritmo e di profondità”, ma almeno non mi espongono al biasimo che spetta di diritto a pseudo critici le cui recensioni e attività primarie sono la più palese dimostrazione di mancanza di sensibilità e acume. La sfilza di insulsaggini che ha sciorinato nei miei confronti – senza mai aver avuto alcun modo di confrontarsi con me – è già disdicevole, ma addirittura supporre che la mia poesia si riferisse “al bel tempo fisico passato a sollazzarsi reciprocamente” mostra la sua palese incapacità di riflettere sulle parole, e un’abnorme tendenza a offendere la dignità altrui. Mi dispiace che lei non abbia ancora trovato modi migliori di spendere il suo tempo. In futuro, le consiglio di evitare provocazioni che rasentano l’illecito.

    1. Destrutturalismo

      Gentile Signora che mi scrive la notte per minacciare denunce di qua e di là, questo è un blog collettivo, io personalmente non l’avrei recensita perché non ho tempo e penso che non ne valga la pena, ma non posso impedire ai miei collaboratori di recensire chi vogliono, non censuro. Il diritto di critica esiste e non mi sembra che sia stato commesso alcun illecito o vuole denunciare chiunque pensi che lei non sappia scrivere poesie? Se vuole confutare confuti possibilmente non insultando e i consigli della nonna li dispensi ai suoi nipotini. Per essere degli pseudo-critici le hanno dato parecchio fastidio. Invece di qualificare gli altri, confuti pure la recensione punto per punto, avrà il suo spazio anche qui. Cordialità. (Mary Blindflowers).

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