Un inviato speciale poetico

Un inviato speciale poetico

Un inviato speciale poetico

Un inviato speciale poetico

Le ciliegie, credit Mary Blindflowers©

 

Un inviato speciale poetico

Mary Blindflowers©

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Voci di “sottorticello” poetico, le sentite?
Prestate orecchio! Si sente come uno sfarfallio insettifero di alucce guaste, uno sfrigolio di pungiglioni velenosi tra i quali spicca una nuova figura professionale: “l’inviato speciale offeso per interposta persona poetica” che sbuca fuori da un giardinetto privato scambiato per una foresta.
Che titolone, direte voi, quello di inviato speciale o specialissimo per la poesia perlopiù stantia. Caspita, deve essere una persona importante, di garbo, una sorta di ambasciatore o commendatore delle belle lettere o di cavaliere o principino senza macchia e paura che, con la lancia in resta e l’armatura, corre a difendere i poveri amici poeti bistrattati da qualche recensione non gradita.
L’inviato è dunque come Gesù Cristo, porta su di sé tutti i peccati del mondo e il suo martirio, proprio come quello di un profeta, è volontario, masochista, esibizionista ma soprattutto didattico, sì perché questo signore, anzi molto più spesso signora, quando interviene per difendere un poeta del proprio gruppetto di riferimento dal malgarbo della critica, insegna anche, sciorina parabole della banalità, decide cosa sia giusto fare e cosa no in casa altrui, ma soprattutto, dall’alto della sua sapienza universale, impone agli altri ciò che si può scrivere e ciò che invece occorrerebbe tacere.
In sintesi, finché si recensisce negativamente un signore o una signora più o meno noti che all’inviato non garbano, tutto a posto, perfetto. Anzi commenta positivamente gli articoli, mette il carico da undici, invita a far peggio e ostenta massima solidarietà per i contenuti critici degli scriventi.
I guai arrivano se si recensisce un mostro sacro oppure un amico o un’amica dell’inviato, allora il cervelletto di questo missionario speciale offeso per conto terzi, si attiva immediatamente sulla sezione combattere in salotto e, come se partisse un raggio laser, questo signore o signora, si arma di tutto punto per la sua battaglia perlopiù donchisciottesca contro la cattiveria di chi avrebbe osato anche soltanto nominare uno dei suoi amici o dei suoi idoli “intoccabili”.
Questo accade perché i poeti sono come le ciliegie, una tira l’altra. Se recensisci uno ti tiri appresso tutto l’alberello di ciliegie mezzo stantie che iniziano ad agitarsi sui rami mentre l’inviato speciale litiga con il recensore che ha osato toccare un componente del gruppo ciliegiato.
Quando l’inviato torna dalla sua missione specialissima di disistima del recensore a cui aveva dichiarato stima fino ad un secondo prima, trova, in stile non so cosa fare oggi, litighiamo, giusto perché sto in pensione mentale e non so come passare il tempo, tutte le ciliegie e ciliegine radunate a rapporto specialissimo.
Eccoli, che bellini, fanno tenerezza questi fruttini del giardino che non c’è.
Chi improvvisa una lezione sul bon ton e l’educazione tuonando contro il degrado dei nostri tempi, mentre una volta sì che si aveva rispetto, quando gli Eco passavano davanti ai bar aperti sputando per terra, adesso invece…
Altri si appuntano sull’importanza della titolazione dei recensori, sottolineando che essendo non accademici o comunque non titolati, dovrebbero tacere, sì, per mancanza di quel principio di autorità distribuito dalle tessere e dagli incastri ben eseguiti in certi sistemi di potere. Ma se i recensori non sono incastrati, che vogliono? Che cercano? Quando mai si è visto che nella democrazia, possano parlare tutti i disincagliati e disincastrati di questo mondo? Ma è inaudito!
L’inviato speciale fomenta dunque la discussione, invita con accenti critici tutto il ciliegiaio a partecipare, per dimostrare la sua qualità intellettuale di soggettone che non ci sta, e dunque i pereppé qua qua si sprecano, il ciangottio si sente per tutto il giardinetto e oltre, echi kafkiani, surreali, danno sfumature di non-senso perfino alle foglie in terra.
Entrano dentro il giardinetto dunque altri frutti marci, altre ciliegine di altri campetti e giardinetti e si esaltano perché il branco così fa, una dinamica antica, in cui se il singolo non avrebbe da solo nemmeno il coraggio di fare un piccolo peto, a parte le sue poesie e i suoi scritti, in gruppo diventa tronfio, coraggioso, un guerriero loffiere di prima qualità e batte i tasti con veemenza, come se gli avessero pestato più di un callo, più di quel brufolo che ha al posto del cervello ormai rinsecchito del tutto dalle chiacchiere.
Questi sono i poeti, quelli ovviamente che si credono tali e che molti pensano siano persone sensibili, normali.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Cosa son queste comparse
    del bel mondo titolato?
    Lor giudizi sono farse
    per il mondo accreditato.
    W il mondo fatto ad Eco,
    accademico very doc!
    Qiesti estranei fan spreco
    e ci danno effetto shock!

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