
Buffon, Storia naturale delle Conchiglie, 1822, credit credit Antiche Curiosità©
Mary Blindflowers©
Conchiglie, studio, collezionismo, rivalità
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Nella parte introduttiva del tomo II della Storia naturale delle Conchiglie di Buffon, ci sono notazioni per i collezionisti e gli studiosi. Dopo aver descritto i vari metodi con cui è possibile “pescare” o “trovare” conchiglie, l’autore sottolinea come fosse importante anche saperle scegliere accuratamente:
La prima cosa ad avvertire si è, che le Conchiglie che si raccolgono, sieno intere, che non abbian cioè né crepature, né troncamenti in alcuna delle loro parti; che le spinose abbian le spine; le squamose le squame; e in paericolar modo, che le aperture delle univalvi sieno interissime; perocché è da queste che se ne derivano i caratteri. Così, che le opercolate abbiano il loro opercolo; che le bivalvi, le due valve; e tutte le valve, le moltivalvi… Devonsi trasandar tutte quelle che son contraffatte per un qualche accidente…
Quindi descrive i crudeli metodi di sfratto dell’animale che abitava la conchiglia. Il metodo più comune era quello di porre la conchiglia in acqua calda a 40 gradi: “l’animale muore, facilmente si può estrarlo, e la conchiglia non ha sofferto alterazione veruna”. Dopo questo trattamento si poneva la conchiglia in acqua fresca, poi si faceva seccare e si avvolgeva dentro un pezzo di carta.
Il metodo dell’acqua calda era sconsigliato per le bivalvi, per evitare un eccesso di tensione al loro legamento che le avrebbe rese friabili. Quindi i poveri molluschi venivano esposti per qualche tempo al sole in attesa che si aprissero e l’operatore potesse staccare l’animale dal guscio con un coltello.
Buffon descrive anche che il trasporto di conchiglie da un posto all’altro avveniva, immergendole, avvolte in un sottile panno, dentro un barile con dell’acquavite o rhum di 18 o 20 gradi oppure avvolte nella stoppa, nel cotone o nel muschio, in ordine di grandezza, “le piccole con le piccole e le grosse con le grosse, separando le univalvi dalle bivalvi”.
Alcune conchiglie venivano trovate pulite e naturalmente già lucide, è il caso dei Coni, delle Olive, delle Porcellane, i Pettini, le Veneri, altre invece avevano un drappo marino, una copertura di alghe o fanghiglia piuttosto eterogenea. Bisognava dunque pulirle e lo si faceva immergendole in acqua a 15, 20 gradi e sfregandole per bene con una spazzola di crine o con “un pezzo di legno tenero imbevuto di olio ed impolverato di smeriglio”, stando lontani dalle lime che potrebbero rovinarne la superficie e soprattutto i colori.
Ceri compratori inesperti venivano ingannati da operazioni invasive sulla conchiglia… (Continua su Destrutturalismo n. 3)
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DESTRUTTURALISMO Punti salienti