Stride sui ferrei cardini

Stride sui ferrei cardini

Stride sui ferrei cardini

Stride sui ferrei cardini

La fortezza, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Stride sui ferrei cardini

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Stride sui ferrei cardini,

l’arrugginita porta,

dentro

l’orrendo carcere, piove

una luce smorta[1].

 

La figura del prigioniero ha ispirato poeti e intellettuali e spesso è divenuta suggestiva e affascinante metafora dell’incomunicabilità, della solitudine, dell’isolamento.

Il tavolo con i libri, prosa di Hofmannsthal del 1905, dice che «al di là dello spesso muro della sua cella il prigioniero avverte un battito; ma è tanto fioco che quasi si confonde col pulsare delle sue tempie. Eppure oltrepassa le pareti, giunge fino a lui, vuole parlargli. Il prigioniero non sa ancora quale sia il messaggio, non sa neppure in quale lingua gli verrà comunicato, se sarà mai in grado di riceverlo e di intenderlo; eppure sa che è una parola rivolta a lui, ed è tutto proteso nella speranza di riceverla».

Quanto sia difficile comunicare è detto da Hofmannsthal anche con un’altra similitudine molto efficace: «è tanto probabile che il messaggio degli uomini giunga fino a noi in tutta la sua purezza come è possibile che un coleottero[2], inseguendo l’attrattiva di un poco di miele cosparso sulle sue zampette anteriori, salga il muraglione di un’altissima torre, fino al prigioniero rinchiuso alla sua sommità, trascinandosi dietro un lungo filo di seta; ma se arriverà, e se a quel filo di seta l’amore fiducioso avrà attaccato uno spago, e allo spago ancora una corda altrettanto lunga, il prigioniero potrà evadere dalla torre. L’assurdità dell’impresa illustrata dall’immagine deve far intendere che anche l’assurdo è possibile, o almeno che è possibile crederci. Nell’immagine è implicito inoltre che il messaggio da tra smettere è messaggio di salvezza, perché ci libererà dalla nostra prigione, dalla torre della nostra solitudine».

«Le parole stesse sono carceri sigillate dal Pneuma divino della verità». L’uso del termine pneuma denuncia inequivocabilmente un’ispirazione neotestamentaria e l’accostamento del pneuma alla verità rimanda, più precisamente, ai passi del Vangelo di Giovanni, in cui si parla dello “spirito della verità” (Io. 14,17; 15,26; 16,13).

Il “mistero del mondo”, la “pietra preziosa”, il “diamante” contenuto nelle parole è la verità, che, però, è tenuta prigioniera dalle parole che al tempo stesso la contengono e la nascondono, ne precludono la conoscenza anziché comunicarla[3].

 

Bibliografia

[1] Cesare Lombroso, Palinsesti dal carcere, storie, messaggi, iscrizioni, graffiti dei detenuti delle carceri alla fine dell’Ottocento. Le voci di una realtà senza tempo, a cura di Giuseppe Zaccaria, Ponte alle Grazie, Firenze 1996, p. 131.

 

[2] M. Bellincioni, Carceri del pneuma, saggio su Hofmannsthal, Paideia, Brescia 1984.

 

[3] A. Stefanelli, Biologia generale, Edizioni dell’Ateneo, Roma 1965, p. 590.

 

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