Pietro Gonnella, il buffone

Pietro Gonnella, il buffone

Pietro Gonnella, il buffone

Pietro Gonnella, il buffone

Manni, Le veglie piacevoli, 1715, credit Antiche Curiosità©

 

 

Mary Blindflowers©

Pietro Gonnella, il buffone

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Il buffone nelle società medioevali e rinascimentali, era una figura al limite dell’illegalità, tollerata da principi e potenti perché relativa ad un altrove bagnato nel riso e nella facezia, una dimensione carnevalesca in cui molte cose non lecite che non potevano essere dette nella vita ordinaria e ufficiale, trovavano rifugio nella battuta ufficiosa e nell’estro talvolta geniale di giullare da intrattenimento.
Domenico Maria Manni ne Le Veglie piacevoli, ovvero notizie de’ più bizzarri e giocondi uomini toscani, ricorda Pietro Gonnella, un buffone che non si accontentava di divertire i potenti ma ordiva truffe qua e là, a danni di ricchi e poveri, improvvisandosi di volta in volta, medico, venditor di carabattole ed intrugli, penitente e devoto, etc.
Una volta il Gonnella giunse alla Fiera di Salerno, indossò l’abito rosso tipico dei medici, prese una scatoletta, vi mise dentro un panno bianco e poi 30 pallottole indorate a suo dire miracolose. La gente chiese di che mercanzia si trattasse: Maestro, che mercanzia è questa? Il buffone rispondeva che si trattava di merce preziosissima e troppo costosa per la loro borsa, incuriosendo ancora di più gli astanti. Precisava che avevano davanti la merce più preziosa di tutta la fiera: Queste pallottole hanno tanta virtù che a mangiarne una sola, uno sa subito indovinare…
Poi continuava con la laudativa della merce in suo possesso:

…questo medicamento opera a meraviglia, io stesso era povero, ed ora per averlo adoprato veggo, che non mi manca nulla. Per venire dunque alla corte, giacché voi mi parete gentili uomini, io torrò da voi cinque fiorini dell’una palla, e non più… (Manni, 1715, p. 38)

Iniziò dunque la contrattazione per l’acquisto delle mitiche pallottole. Gonnella riuscì a vendere tutte e 30 le palline a 120 fiorini, raccomandando ai compratori di mangiarle a digiuno e nel venerdì di devozione.
Gli sfortunati acquirenti, al primo morso, come aveva promesso il buffone, indovinarono, ma non i casi della vita che li avrebbero fatti arricchire, bensì che quello che avevano morso era uno stronzetto di cane appallottolato e dorato, quindi risputando rapidi, cercarono di levarsi l’orribile sapore dalla bocca con bevande confortative e andarono a cercare il venditore. Trovatolo, sentirono la risposta del Gonnella: che vi diss’io, quando ve lo vendei? E quelli risposero: Dicesti che subito indovineremmo. Il Gonnella replicò prima di darsela a gambe: E così avete indovinato. (Manni, 1715, pp. 39, 40).
Avendo perpetrato varie truffe anche alla corte della Duchessa di Ferrara, questa ordinò alle sue dame di bastonare il Gonnella di santa ragione non appena si fosse presentato.
Presentatosi dunque, ferme, disse, so che mi volete dare, ed io le prenderò, ma voglia in grazia, e nol’ mi potete negare, che quella incominci a bastonare, che io ho disonorata più volte.
Bastarono queste richieste del Gonnella per far desistere le buone dame: Guardandosi tutte in viso, e dicendo: io non fui mai quella; il Buffone si discostò, e scampò la burrasca. Ed elleno alla riprensioni della Duchessa, risposero, che niuna mai avea sofferto ciò, che il Gonnella dalla loro presente operazione pretendeva d’autenticare, con voler che una fosse la prima a bastonare (Manni, 1715, p. 46).
Dopo un elenco di vari scherzi buffoneschi, alcuni dei quali di cattivo gusto, con uccisione di animali, Manni ci racconta la fine da manuale del Gonnella. Il Duca, stanco delle sue burle, voleva incutergli timore e dopo averlo rinchiuso in una cella e tenuto in ceppi per molti giorni, decise di simulare la sua esecuzione, dicendogli che gli avrebbe fatto tagliare la testa. Gonnella venne quindi condotto sul luogo del presunto supplizio, gli venne messa un poco di acqua fredda sul collo e fu fatto un gran tonfo sul palco.
Il povero Gonnella però non resse allo spavento, tanto che ci restò secco, con grande dispiacere del Duca che non voleva ucciderlo ma frenarne soltanto la baldanza.
Chi di colpo ferisce…

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

 

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