Storia dei bachi da seta

Storia dei bachi da seta

Storia dei bachi da seta

Storia dei bachi da seta

Storia dei bachi da seta, Conte Dandolo, Sonzogno, 1819, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Storia dei bachi da seta

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Storia dei bachi da seta governati con nuovi metodi nel 1818 nel Regno Lombardo-Veneto e altrove, con una quarta parte relativa alla malattia del segno o calcinaccio del Conte Dandolo, Milano, Stamperia Sonzogno, 1819.
Confesso di non essermi mai interessata ai bachi da seta, quindi quando mi sono accinta alla lettura della suindicata ottocentina, per me è stato come esplorare un mondo nuovo.
Nonostante una certa aneddotica indulgenza a dati su risultati ottenuti con vari metodi di allevamento e nutrizione del baco, non è stata affatto una lettura noiosa, tutt’altro. L’autore, favorevole a metodi nell’Ottocento giudicati innovativi, ha raccolto infatti i dati dalla corrispondenza con vari allevatori e da suoi esperimenti personali. Lo scopo era fornire consigli pratici agli allevatori del settore e capire quale fosse il metodo migliore per combattere il calcinaccio e tutte le condizioni sfavorevoli alla vita dei bachi.
Come è noto, la viscosa venne inventata soltanto nel 1883 dal chimico francese conte Hilaire Bernigaud de Chardonnet. La cosiddetta “seta artificiale”, fu dunque presentata all’Esposizione Internazionale di Parigi nel 1891 e prodotta a livello industriale soltanto agli inizi del Novecento. Dandolo scrive nel 1818, quindi ancora la viscosa, che tra l’altro somiglia vagamente alla seta ma seta non è, non esisteva. Lo scopo dell’autore era istruire gli allevatori su come allevare al meglio i bachi, analizzando malattie, condizioni ambientali, alimentazione ed errori più comuni. Sono dunque descritti, come ho già detto, una serie di esperimenti creati ad hoc per sondare le reazioni dei bachi alle pressioni dell’ambiente artificiale creato dal bachicoltore:

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Primo esperimento: bachi esposti a gran salti di temperatura; secondo esperimento: bachi esposti ad aria pressocché stagnante; terzo esperimento: bachi esposti ad aria stagnante; quarto esperimento: bachi governati a dieci gradi di temperatura; quinto esperimento: bachi governati a quattordici gradi di temperatura; sesto esperimento: bachi governati a quindici gradi di temperatura; Settimo esperimento: governo di bachi di non bella salute esposti ad alte temperature onde promuovere in essi il sudore, e guarirli dal temuto mal del segno; Ottavo esperimento: governo di bachi tenuti molto fitti sopra i graticci; nono esperimento: Bachi procedenti da semente nata spontaneamente, e governati a basse, ed alte temperature; esperimento decimo: governo di bachi procedenti da semente versata da farfalle attaccate dal mal del calcinaccio.

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Le reazioni dei bachi a questi empirici procedimenti, sono state segnate con precisione descrittiva, perché il libro è destinato ad un pubblico di bachicoltori e perché intende anche confutare convinzioni espresse in altri manuali di autori con cui Dandolo entrava in polemica, segno che i metodi empirici spesso causavano disaccordo tra esperti:

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Essendomi paruta cosa nuova, ed assai strana, che fosse in potere dell’uomo un rimedio diaforetico per guarire i bachi da malattie di costipazioni, di catarro, ec. Le quali poi, come pretendesi, conducono i bachi alle altre malattie più funeste del segno; ho creduto venendo ciò asserito nel mio più volte citato libretto. Esser di mio dovere l’intraprendere in proposito molte, e variate esperienze, le quali mi fo ora ad esporre… Non ho tratto dal libro del sig. Parroco De Capitani, che quelle poche cose, le quali dovevano mettere in evidenza la fallacia di molte asserzioni, che attaccavano direttamente i principj da me posti nell’Arte di ben governare i bachi, e che compromettevano la verità e l’importanza delle esperienze che servirono d’appoggio a quanto io pubblicai… Io ho cercato, conforme ai miei invariabili principj, di non ispargere minimamente di amarezza quanto ho accennato a difesa del mio sistema.

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Interessanti sono anche le lettere, in parte riportate, di allevatori che scrivono al Dandolo per confermare o smentire i risultati dei suoi esperimenti.
Dalla corrispondenza traspare il fatto che i bachicoltori erano tutti nobili o comunque di agiata condizione sociale perché anche nell’Ottocento, la bachicoltura che poi era molto insicura, richiedeva investimenti non indifferenti con esiti incerti e non sempre ottimali.

In Italia la produzione della seta naturale è stata messa in crisi dalla Cina, che ha una forte presenza nel mercato serico e che può fare prezzi più competitivi, grazie allo sfruttamento degli operai sottopagati. La grande stagione dell’eccellenza della seta italiana è finita.

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