Gli odiatori pseudo-dotti

Gli odiatori pseudo-dotti

Gli odiatori pseudo-dotti

Gli odiatori pseudo-dotti

Il canto del corvo, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

Gli odiatori pseudo-dotti

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Il mondo letterario è un calderone di caratteri e tipi dove, come nella vita quotidiana, potete trovare veramente di tutto. Ultimamente va molto di moda quello che io chiamo odio per riflessione spontanea dello pseudo-dotto.
Lo pseudo-dotto generalmente è un tuttologo convinto di sapere tutto, di abbracciare tutto lo scibile umano stile enciclopedia, parla con dio e coi santi, scrive male e ragiona ancora peggio, ha probabili traumi pregressi di cui fa vanto nei propri curricula, perché essere traumatizzati è alla moda, e tanta voglia di sfogarsi sui social.
Non è infrequente che lo pseudo-dotto che ha pubblicato con un editore con cui avete avuto forti e non proprio piacevoli scambi di opinioni, vi odi per riflessione spontanea, ossia vi odi gratis, per conto del suo amico editore, senza che neppure lo conosciate o abbiate mai sentito parlare di lui.
Così capita che se mettete un commento sotto un post di un amico, un commento qualsiasi, tipo: “Per me il cesso di Duchamp rimane un cesso”, scoppia il putiferio perché l’odiatore pseudo-dotto inizierà ad attaccarvi. Ovviamente non gli importa nulla di Duchamp o dell’arte in genere, e lo capirete quando vi attaccherà in modo da spostare il prima possibile la conversazione dall’argomento base del post che state commentando, ossia nel suindicato caso dove stia andando a finire l’arte, a voi.
Lo pseudo-dotto ha interesse a che lo scambio di opinioni travasi dal generale al particolare, perché non odia la vostra opinione, ma voi.
Mentre un interlocutore senza secondi fini non ha interesse alcuno a spostare l’attenzione dall’oggetto principale del post e quindi si limiterà a discutere sullo stesso, l’odiatore pseudo-dotto, cercherà in qualsiasi modo di offendervi sul piano personale, perché a lui l’argomento del post non interessa affatto, vuole soltanto provocarvi.
Purtroppo la provocazione è un’arte molto seria.
I veri provocatori non odiano nessuno. L’odio è un’attività cerebrale che presume un certo grado di stupidità.
La vera provocazione è aliena da qualsiasi forma di risentimento personale e si fa soltanto per riflettere e confrontarsi, saggiando il livello mentale dell’altro.
Il 90 per cento degli odiatori pseudo-dotti non è troppo intelligente, già una persona che odia per conto d’altri non deve essere proprio regolarmente sveglia ma vive per e dentro i suoi traumi personali che eleva a concetti universali.
Quando l’oggetto di una conversazione è soltanto un pretesto, si percepisce subito. L’interlocutore, dopo aver cercato di offendervi e aver visto di non aver provocato reazioni inconsulte o particolari irritazioni, comincia a dare chiari segni di cedimento strutturale. L’antenna centrale comincia a fondere, inizia a postare faccine sorridenti che, secondo il suo punto di vista avrebbero il solo scopo di irritarvi, mentre è lo pseudo-dotto ad essere irritato dalla mancata reazione. Più si irrita più posta faccine e più aumentano le accuse e l’uso del tu. Se lo si saluta augurandogli una buona serata, continua imperterrito a postare commenti, nel tentativo disperato di irritare il suo interlocutore. Non si accontenta della dichiarazione circa l’opinabilità di tutte le opinioni del mondo e il diritto di esprimerle in libertà, no, vuole che l’interlocutore faccia la figura dell’imbecille per far risplendere l’astro della sua saggezza. Lo pseudo-dotto punta alla resa dell’avversario, alla sua umiliazione totale tramite offese dirette. Il suo scopo è far cedere le resistenze, in modo che l’altro reagisca alla sua totale assenza di dialettica, alla sua stupidità emotiva, alla sua frustrazione, e si metta sul suo stesso piano, sia dal punto di vista mentale che emotivo. Vuole che, accecato di rabbia per le offese che ha rivolto col suo odio insensato e immotivato, l’altro, percepito ormai come nemico da abbattere, diventi stupido come lui, incapace di dialettica, frustrato, debole, rancoroso, meschino.
La differenza è che mentre l’odiatore pseudo-dotto parla per bocca d’altri, quindi è sostanzialmente “agito”, spesso assolutamente impreparato, l’altro potrebbe parlare per se stesso.
Se i vostri giudizi sono limpidi e sinceri, scevri da malanimo, perché dovreste cedere al ricatto di un odiatore pseudo-dotto?
Se per voi il cesso di Duchamp è un cesso, dovreste astenervi dal dirlo, soltanto perché potreste incontrare un odiatore pseudo-dotto che pensa di aver capito tutto delle grandi rivoluzioni artistiche e voi niente?
Non capir nulla a volte è già qualcosa, perché rinunciarvi a priori?

Comunque per me il cesso di Duchamp è un cesso e nessuno al mondo potrà convincermi che sia arte.

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Rivista Il Destrutturalismo

 

 

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