Il naso d’un notaio

Il naso d'un notaio

Il naso d’un notaio

Il naso d'un notaio

Il naso d’un notaio, edizione Formiggini, 1925, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

Il naso d’un notaio

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Edmond About (14 Febbraio 1828 – 16 Gennaio 1885), pubblica nel 1862 Le nez d’un notaire, Il naso d’un notaio, e mai titolo è stato più appropriato, perché il vero protagonista di questo libro è proprio un naso perduto, oggetto introvabile, sostituito, pervaso da magia attrattiva, metafora di una classe disgustosamente snob.
Mastro Alfredo Lambert è “il più brillante notaio in Francia”. Malauguratamente si innamora di una ballerina dell’Opéra che piace anche a un ricco turco a cui il notaio dà un pugno sul naso. Il turco medita tremenda vendetta, sfida a duello il notaio e con un colpo di sciabola gli porta letteralmente via il naso che vola da qualche parte per terra e viene preso da un gatto. Il notaio si fa allora innestare da un chirurgo la pelle del braccio di un povero acquaiolo Alverniate di nome Romagné. L’operazione riesce ma si crea un rapporto quasi magico tra il comportamento dell’Alverniate e il naso, quindi se l’acquaiolo sta male o conduce una vita sregolata, il naso si gonfia e diventa rosso oppure si secca o diventa sottile sottile per un misterioso gioco di corrispondenze.
La trama è molto simpatica, il notaio molto antipatico e il povero acquaiolo, la sua povera innocente vittima. Ma al di là di questo, il valore autentico del libro è dato dalla satira che l’autore conduce contro le classi sociali snob e altolocate. Il notaio, è in fin dei conti, un uomo veramente disgustoso, disonesto, classista, razzista, puttaniere e privo di umanità e di pietà umana, un degno rappresentante della classe notarile cui appartiene, priva di scrupoli e insensibile ai bisogni degli altri, mentre l’acquaiolo è il popolo sfruttato, tenuto nella più completa povertà e ignoranza, la carne da macello di una borghesia senza scrupoli sia verso gli uomini che verso gli animali, trattati alla stessa stregua, tant’è che tante volte il notaio chiama l’acquaiolo “animale” e lo scaccia per poi cercarlo quando gli fa comodo. Nello stesso identico modo scaccia un gatto che chiama “sudicia bestia” per poi inseguirlo quando gli prende il naso. Il gatto però non verrà preso, con grande soddisfazione e divertimento del lettore. L’inseguimento del gatto per il recupero del naso non servirà a nulla.

I pensieri del notaio ne rivelano man mano l’ignoranza e l’insensibilità, la sua idea che col denaro si possa comprare tutto, anche la vita umana:

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io ho duecentomila franchi di rendita e dovrà restar camuso come una testa di morto, mentre il mio portinaio che non dispone di dieci scudi, potrà avere il naso dell’Apollo del Belvedere…

-Non burlatevi di me. Non ho potuto dominarmi all’idea di quest’operazione indiana. Gli Indiani sono selvaggi e la loro chirurgia è degna di loro…

-In verità, dottore, voi sconvolgete tutte le mie nozioni del giusto e dell’ingiusto. Io mi sono fatto sostituire nel servizio militare, con un centinaio di luigi, da un Alsaziano qualunque, di pelo biondo rossiccio. Al mio uomo (poiché egli era ben mio) una palla portò via la testa il 30 aprile 1840. Siccome quella palla era incontestabilmente destinata a me dalla sorte, posso dire che l’Alsaziano m’ha venduto la sua testa per cento luigi, mettiamo centocinquanta…

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È col denaro che il notaio convince l’acquaiolo a dargli un pezzo di pelle del braccio per ricostruire il suo naso. Il povero acquaiolo non ha studiato ed è persona semplice, eppure, ad un certo punto, arriva a percepire la cattiveria del notaio e gli dice: “-voi non avete la mia stima-“.

Il libro dà uno spaccato molto interessante sulla vita ipocrita dell’alta borghesia dell’Ottocento, sui matrimoni combinati per solo interesse, sulla fatuità dell’apparenza, sul disprezzo per le classi popolari, ampiamente sfruttate, sul fatto che esistesse per ciascun uomo e ciascuna donna una doppia vita, quella ufficiale con la famiglia e quella segreta con l’amante, il tutto tranquillamente tollerato.
Non mancano le frecciate sui medici: “Un medico non vende i suoi malati, qualche volta li uccide, nell’interesse della scienza, per vedere quel che hanno in corpo; ma farne oggetto di commercio, mai!”

Il naso d’un notaio è molto più che un libro umoristico, è la satira efficace e divertente delle ridicolaggini della borghesia, lo spaccato di un mondo ipocrita che in parte esiste ancora oggi. About è, tra i classici, un autore da rivalutare, poco letto e poco commentato, ed è un peccato.

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