Rabelais, Pantagruelione, portentose virtù

Rabelais, Pantagruelione, portentose virtù

Rabelais, Pantagruelione, portentose virtù

Rabelais, Pantagruelione, portentose virtù

Rabelais, Gargantua e Pantaguele, edizione Formiggini, 1925, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

 

Rabelais, Pantagruelione, portentose virtù

.

F. Rabelais, nel libro terzo di Gargantua e Pantagruele, dopo un capitolo dedicato al matrimonio in cui polemizza contro i pastofori talpaioli, ossia i teologi della Sorbona, tesse l’apologia della canapa, sottolineandone i plurimi usi. Veniva infatti impiegata per fare i sacchi di grano, di farina e di gesso, per cucire e preparare la carta, che all’epoca si faceva con l’aggiunta di stracci-scarti della lavorazione di abiti, lenzuola e tovaglie, vele, ciondoli, gagliardetti e altre parti di navi e di armi, nonché di tele per la pittura. Sono stati i cinesi i primi a fare la carta con fibre di canapa. Gli arabi hanno appreso da loro l’arte e l’hanno trasmessa agli europei. Dalla canapa inoltre si estraevano sostanze oleose utili per l’illuminazione e farinacei per l’alimentazione del bestiame. Erano note anche le virtù medicamentose della pianta.
Rabelais la chiama scherzosamente Pantagruelione ovviamente da Pantagruele e descrive accuratamente sia il modo di prepararla che le caratteristiche esoterico-funzionali dell’erba, attraverso la suggestione grottesca della sua genialissima scrittura:

.
L’erba Pantagruelione ha radice piccola, diretta, rotondetta, terminante a punta ottusa, bianca con pochi filamenti e non pesca in terra più d’un cubito. Dalla radice si leva uno stelo unico, rotondo, ferulaceo, verde fuori, bianchiccio dentro, concavo come lo stelo dello smyrnium, dell’olus agrumi, della fava, e della genziana; legnoso, dritto, friabile… La forma delle foglie è poco differente da quella delle foglie di frassino e di agrimonio, e tanto simile all’eupatoria che parecchi erbisti, avendo chiamato il Pantagruelione, domestico, danno all’eupatoria il nome di: Pantagruelione selvatico. Le foglie sono disposte per piani a egual distanza intorno allo stelo e per ogni piano sono in numero di cinque o di sette. Tanto la natura ha prediletto questa pianta che l’ha dotata nelle foglie di quei due numeri dispari tanto divini e misteriosi.

.

Rabelais attribuisce, tramite la simbologia dei numeri, proprietà misteriose e divine alle foglie di canapa. I numeri 5 e 7 sono dispari e ambigui. Il cinque indica infatti elevazione spirituale ma anche degradazione terrena e attrazione verso il basso. Basti pensare al pentagramma. Se dritto ha valenza positiva, se rovesciato, valenza negativa. Il quinario infatti unisce alto e basso e può propendere per uno dei due. Anche il sette è un numero mediatore tra il divino ternario e il terrestre quaternario. I numeri nella letteratura rinascimentale e medioevale erano simboli di comunicazione straordinaria ed efficace.

Rabelais è molto preciso anche nella descrizione della preparazione della pianta nei vari paesi:

.

Si prepara il Pantagruelione sotto l’equinozio d’autunno in diverse maniere secondo la fantasia dei popoli e la diversità dei paesi. L’insegnamento primo di Pantagruele fu che dapprima si sfogliasseri i gambi di foglie e di semenza, poi si macerassero in acqua stagnante, non corrente, per cinque giorni con tempo secco ed acqua calda, per nove e anche fino a dodici giorni con tempo nuvoloso e acqua fredda; poi si seccassero al sole, quindi all’ombra si levasse la corteccia separando le fibre (nelle quali risiede come abbiam detto ogni pregio e valore) dalla parte legnosa, la quale è inutile, o non serve che a dar fiamma luminosa, accendere il fuoco e per divertimento dei ragazzi che se ne servono per gonfiar le vesciche di maiale. I golosi di soppiatto, ne usano talvolta come sifone per succhiare e pompare per aspirazione il vin nuovo dal cocchiume.
Alcuni Pantagruelisti moderni, a evitare il lavoro manuale necessario per detta separazione, usano certi strumenti da frangere… spezzano e dirompono la parte legnosa e la rendono inutile, per salvare le fibre.

.

Descrive gli usi terapeutici:

.

… il sugo spremuto dal Pantagruelione, stillato nelle orecchie, uccide ogni specie di insetti o nativi per putrefazione o entrativi di fuori. Se mettete di quel succo in un secchio d’acqua subito vedrete l’acqua rapprendersi come latte cagliato tanto grande è la sua virtù. E l’acqua così cagliata è la medicina efficace pei cavalli bolsi e che soffrono di colica. La radice cotta nell’acqua mollifica i nervi ritirati, le giunture contratte, le podagre chirrotiche e le gotte nodose. Se volete guarir prontamente d’una scottatura sia d’acqua bollente, sia di fuoco, applicatevi del Pantagruelione crudo, cioè quale nasce dalla terra, sen’altra preparazione né composizione. E abbiate cura di cambiarlo appena disseccato sul male.

.

C’è una recente riscoperta della canapicoltura, dati i molteplici utilizzi della pianta sia nei tradizionali settori tessile, cartaceo e alimentare, sia in campi innovativi come la bioedilizia e le sostanze bioplastiche.

.

note:  Tutte le citazioni sono tratte da F. Rabelais, Gargantua e Pantagruele, vol. III, prima versione integrale a cura di Gildo Passini, Formiggini, 1925.

.

https://antichecuriosita.co.uk/il-destrutturalismo-punti-salienti/

https://en.calameo.com/books/0062373361d7556bb3ead

 

Post a comment