Anile, Giannice, Operazione Gattopardo

Anile, Giannice, Operazione Gattopardo

Anile, Giannice, Operazione Gattopardo

Anile, Giannice, Operazione Gattopardo

Anile, Giannice, Operazione Gattopardo, credit Antiche Curiosità©

Mary Blindflowers©

Anile, Giannice, Operazione Gattopardo

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Tutto cambia affinché tutto resti uguale e i nuovi gattopardi sostituiranno i vecchi, il circolo sarà sempre chiuso, il cielo sempre finto-blu, e la letteratura sempre schiava del potere.
Alberto Anile, Maria Gabriella Giannice, Operazione Gattopardo. Come Visconti trasformò un romanzo di “destra” in un successo di “sinistra”, editore Le Mani, 2013. Già dal titolo si intuisce quanto l’arte sia politicizzata e soggetta a forze extra-creative.
Il libro descrive bene i meccanismi attraverso i quali si diventa noti scrittori e acclamati intellettuali.
Tomasi di Lampedusa un bel dì scrisse una lettera a Eugenio Montale, già molto noto, firmandola a nome del cugino, Lucio Piccolo. In pratica si chiedeva nella missiva, affrancata tra l’altro in modo insufficiente, di leggere alcune poesie di Piccolo.
Montale apprezzò le poesie e decise di presentarlo a San Pellegrino Terme dove tutta la crema dell’editoria si riuniva a convegno:

Mesi prima Montale aveva ricevuto per posta un plico male affrancato, aveva dovuto sborsare ben 180 lire e adesso da buon genovese veniva a San Pellegrino Terme ad affermare che quegli spiccioli non erano stati sprecati e che anzi sarebbero fruttati: il plico ricevuto conteneva delle poesie, stampate assai modestamente, è vero, da un tipografo di provincia sotto il titolo anodino di 9 liriche, ma erano vere poesie e il loro autore, il barone Lucio Piccolo di Calanovella, un aedo degno di pubblicazione e di gloria. Si seppe così che era lui il misterioso “giovane” poeta che l’Eugenio intendeva presentare… (Anile, Giannice, p. 16).

Poi il libro rivela tutto un giro giretto di presentazioni:

Emilio Cecchi presentava un giovane Giorgio Bassani a buon punto con le Storie ferraresi, Leonida Rèpaci un Italo Calvino che ancora doveva scrivere Il Barone rampante, Giovanni Comisso il Goffredo Parise che aveva appena dato alla luce Il prete bello; E poi Guido Piovene presentava Enzo Bettiza, Giuseppe Ungaretti Andrea Zanzotto, Diego Valeri Guido Lopez, Alba de Cespèdes Paride Rombi; e Maria Bellonci ben due pupilli, Luigi Incoronato e Dario Cecchi figlio dell’Emilio di cui sopra… Il figlio di Cecchi parlò per trentacinque secondi beccandosi comunque un applauso formidabile, mentre alle prevedibili critiche di nepotismo la Bellonci opponeva fiera il proprio criterio di scelta, basato unicamente “sull’interesse degli affetti”. (Ivi, pp. 16, 21).

E i giornalisti in tutto questo? Potevano mantenere il loro spirito critico e la loro indipendenza culturale? Ma certo che no! Infatti:

Quel discolo di Nozza, che nel suo pezzo si era permesso qualche lieve ironia sulla Signora dello Strega, la mattina dopo si trovò Goffredo Bellonci, venuto a significargli che sua moglie non aveva gradito, e a costringerlo a una maldestra lettera pubblica di scuse. (Ivi, p. 21).

Insomma un bel giro di raccomandazioni e di potere.
Ovviamente, siccome Tomasi di Lampedusa dentro tutta questa giostrina non faceva che accompagnare il cugino, Lucio Piccolo, la vera star, solo un giornalista alle prime armi si incaricò di intervistarlo, proprio quel Marco Nozza redarguito dai Bellonci.
Durante questa intervista, l’unica rilasciata da Tomasi di Lampedusa, questi confidò che gli sarebbe piaciuto scrivere un romanzo storico. Ancora infatti non aveva scritto Il Gattopardo, ma già era schifato dal mondo dei letterati, dopo averli visti da vicino:

Infine, ghiaccio rotto, confidò che gli sarebbe piaciuto scrivere qualcosa ma modestamente ammise che non sarebbe mai venuto a capo di niente perché temeva “questa gente qua”. Disse proprio così, indicando con diffidente disprezzo i signori della letteratura, titolati al potere di vita e di morte delle opere altrui e capaci magari, per pura crudeltà, di scoprirti e premiarti quando sei bello che defunto. (Ivi, p. 19).

Tomasi di Lampedusa aveva predetto il suo futuro.
In Operazione Gattopardo sono descritte accuratamente anche le note travagliate vicende che hanno portato alla pubblicazione del libro.
In vita l’autore cercò disperatamente di pubblicare il romanzo con Mondadori ma venne rifiutato più volte nonostante Tomasi avesse scritto lettere su lettere di presentazione a vari esponenti potenti della letteratura a cui aveva mandato il manoscritto in cerca di fortuna editoriale. La figlia di Benedetto Croce, ricevuto il manoscritto, nemmeno si degnò di leggerlo, nemmeno sapeva chi lo avesse scritto. Disse a Bassani che forse era il lavoro di “una vecchia signorina dell’aristocrazia palermitana”. Aveva smarrito l’ultimo dattiloscritto de Il Gattopardo dietro il guardaroba della cameriera, per poi ritrovarlo su insistenze di chi glielo aveva dato, l’ingegner Giargia, che si fece vivo dopo un anno. Il libro venne pubblicato solo dopo che arrivò nelle mani di Bassani. Ma ormai Tomasi di Lampedusa era morto.

Il meccanismo per arrivare al successo è sempre lo stesso perché niente cambia, nepotismo, politica e raccomandazione sono gli ingredienti fondamentali che spianano la strada verso il paradiso delle belle lettere. Ovviamente se dici questo diventi agli occhi di chi sguazza nel sistema e nello logica amici di amici, un povero invidioso frustrato, uno sfigato da volpe all’uva o peggio uno che non esiste, che non vale niente perché non sa vivere, un signor Nessuno senza successo né talento. Eppure… Memento, il successo non ha impedito a più di qualcuno di spararsi un colpo in testa o di suicidarsi in vari modi. Il mondo è pieno di grandi letterati acclamati che si sono suicidati, perché in ogni caso lo scrittore vive un gap tra ciò che è e ciò che ha raggiunto barando, inchinandosi, umiliandosi, servendo, adottando metodi nepotistici e classisti. Per cosa poi? Un bel po’ di quattrini e fama? Dei lettori plaudenti e manipolati, che ti disprezzano e ti amano a comando e leggono con gli occhi della propaganda? Tutto qua? È questa la misura della felicità? Il mondo è strano.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

 

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