La vera dittatura subliminale

La vera dittatura subliminale

La vera dittatura subliminale

La vera dittatura subliminale

Lo stato dell’arte, credit Mary Blindflowers©

 

Mary Blindflowers©

La vera dittatura subliminale

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Il Mago di Buzzati, una conversazione tra uno scrittore e un provocatore. Il secondo si tira fuori dalla categoria arte e con raffinata crudezza ne racconta gli esiti, descrive perfettamente come stanno le cose:

“Sì, voi scrittori, voi pittori eccetera vi affannate a escogitare le novità più assurde, ma il pubblico diventa sempre più scarso e indifferente. Sempre meno gente che vi ascolta, sempre meno. E, scusa la sincerità, un bel giorno dinanzi a voi la piazza sarà completamente vuota… Dimmi un po’ una cosa. Quando per esempio vai in un albergo e ti prendono le generalità, e ti domandano che professione fai, e tu rispondi scrittore, non trovi la cosa un po’ ridicola?… Scrittore, scrittore! Ma come puoi pretendere che ti prendano sul serio? A che serve nel mondo d’oggi uno scrittore?… E dimmi un’altra cosa, ti prego di essere sincero. Quando entri in una libreria e vedi…”

“E vedo le pareti tutte tappezzate fino al soffitto di libri d’ogni genere, migliaia e migliaia, tutti sfornati nel giro degli ultimi mesi… mi viene in mente che ne sto scrivendo uno anch’io, e allora mi cascano le braccia, come se in un mercato immenso, dove cataste smisurate di frutta e verdura si prolungano per chilometri e chilometri, arrivasse uno a offrire in vendita una minuscola patata… L’arte al giorno d’oggi non può essere che genere di consumo, tal quale una bistecca, un profumo, un fiasco di vino. Di che arte si occupa la gente? Guarda la marea montante che sta sommergendo tutto. Di cosa è fatta? Canzoni, canzonette, parolieri, musichieri… merce di uso corrente. Hai un bello scrivere tu, romanzi intelligentissimi e geniali, l’ultimo degli urlatori ti schiaccerà sotto il peso dei suoi trionfi. Il pubblico va dritto al sodo, a ciò che gli dà un piacere pratico, palpabile immediato. E che non gli costa fatica. E che non faccia lavorare il cervello!”

 

Oggi che il cervello nella centralina di massa ha smesso definitivamente di funzionare, non c’è nemmeno bisogno di entrare in libreria dove gli spazi sono praticamente monopolizzati dai grossi editori perché i distributori importanti fanno accordi esclusivi con la grossa editoria e distribuiscono solo i libri degli scrittori mainstream, sempre gli stessi. Poi c’è Amazon, dove gli scrittori non miracolati possono caricare i loro libri e questi libri sono innumerevoli, un calderone in cui c’è di tutto, il buono e il cattivo, l’ottima e la pessima letteratura. Come fa il lettore a districarsi? Non può. Altro che piccola patata persa nel reparto frutta e verdura, qui siamo granelli di polvere persi nell’immensità dell’universo dove si sentono soltanto le voci di chi paga prezzi più o meno alti per essere distribuito ovunque, per comprarsi feedback finti, per fare chiasso, per farsi notare. Il risultato? L’eterno e inutile Fabio Volo tra i libri più venduti. La gente compra quello che vede e Volo sta ovunque e incassa.
In queste condizioni allora che senso ha continuare?
Buzzati risponde che le storie che si scriveranno e i quadri che si dipingeranno saranno sempre e comunque, indipendentemente dal sistema “la punta massima dell’uomo, la sua autentica bandiera”, l’elemento che ci distingue dalle bestie e il giorno in cui gli uomini rinunceranno all’idiozia dell’arte saranno diventati dei vermi.
Può essere, in ogni caso l’arte ormai non è considerata necessaria proprio da nessuno, men che mai dagli addetti ai lavori, la critica ha perso anche il suo valore, troppi amici, troppi circoletti chiusi perché l’attendibilità del critico possa essere presa in considerazione, inoltre oggi tutti sono diventati critici e recensori senza recensire né, quel che è peggio, leggere nulla. Semplicemente l’arte è diventata il cliché del business. Volo vende, i premi Strega a malapena scrivono due righe che ti lasciano del tutto indifferente, la gente continua a pubblicizzare i libri dei grossi editori un poco dappertutto, ostentando spesso una cultura che non ha e ripetendo a pappagallo gli stessi concetti dei siti ufficiali. Così è tutto un frinìo, un frigolar d’antenne, un cicaleccio di strenne e cotillons, complimenti per i complimenti, voli d’ala, venditor di mangime, ostentazioni da regime a senso unico, abbeverate con gli occhi prismatici del buon senso, abolizione totale del penso a favore del censo.
Eppur si scrive perlopiù per nulla dato che la gente non legge più ma crede solo alla propaganda fasulla da cui chi non ha denari, è irrimediabilmente escluso. Il sistema sa bene che la pericolosità di uno scritto ha efficacia solo se viene letto, non c’è pericolo, dunque, monopolizzando la distribuzione, il gioco è fatto. L’arte, morta. Oggi la dittatura è subliminale, ti convince che sei tu a scegliere ma sei agito, tutto quello che vedi sul mercato, arte compresa, è soltanto quello che il potere vuole che si veda, il resto è sommerso e niente è più innocuo di un’arte inabissata nel buio.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

Comment (1)

  1. Mariano Grossi

    Mi rileggo il buon Buzzati
    per capir che ormai evirati
    noi in cultura da orinale
    siamo nel subliminale
    coi cervelli ormai svuotati
    da editori assai traviati.
    Dai, trionfa Fabio Volo!
    La cultura presa a nolo!

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