La sposa di Brhan

La sposa di Brhan

La sposa di Brhan

La sposa di Brhan

La sposa, Brhan, prima edizione 2007, credit Antiche Curiosità©

 

Mary Blindflowers©

La sposa di Brhan

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La sposa di T.F. Brhan, è stata una scoperta, un romanzo pubblicato in prima edizione nel 2007 da Silvia de Marchi, un testo con una trama solida e un linguaggio a tratti perfino poetico. Ottima veste editoriale, ottima carta, bella la copertina con un disegno di Karim Metref, pessimo editing e vistosi errori di impaginazione da parte dell’editore. Un vero peccato perché il contenuto avrebbe meritato un controllo più attento da parte di chi lo ha pubblicato. Moltissime parole vanno a capo senza rispettare la divisione in sillabe, praticamente in quasi tutto il libro, non c’è pagina in cui chi ha impaginato non vada a capo in modo errato, ci sono diversi refusi ma soprattutto parti ridondanti, per esempio questa che riproduco così come è scritta:

Nel salone il tempo sembrava non passare mai, le ombre ci mettevano un’eternità per cambiare l’abito. La luce filtrava nel salone disegnando lentamente fig-

ure strane, e un grande vociare si sollevava nel cortile raggiungendo come un fulmine le due donne che erano pietrificate nel salone.

Che senso ha ripetere per tre volte “nel salone”? Chi ha corretto il testo dormiva mentre lo faceva? E si va a capo così?

Superando però gli errori dovuti agli editori, mi sento di dare un giudizio davvero positivo a quest’autore, perché la trama pur nella sua brevità e semplicità, descrive efficacemente la sperequazione sociale e la conseguente ribellione in un miscuglio di amore-morte che fa riflettere il lettore. La storia è ambientata nel secolo XVII in una terra chiamata Zatar. L’informazione sulla data degli avvenimenti, non è rivelata immediatamente, tant’è che all’inizio si può pensare che i dialoghi siano antiquati, per poi piacevolmente scoprire che sono invece perfetti per l’epoca di ambientazione.

È una storia di sopraffazione e di inganni, di vendetta e avidità che si legge bene (refusi a parte), e che consente di intuire il talento dell’autore che in poche pagine è riuscito a dire tante cose al lettore compresi la comunicazione dell’insignificanza di ogni progetto prematuro, il gap tra essere e volere, l’instabilità perenne della condizione umana spesso incapace di vedere ciò che non è immediatamente davanti ai suoi occhi, come anticipato nella stessa antifona:

La terra è immensamente grande per i nostri occhi,

come il vento forte per le ali di una farfalla,

ma la terra è anche infinitamente piccola

per danzare con i nostri desideri,

sotto la pioggia acida dei nostri progetti

di oggi, di ieri e di domani…

io e voi crediamo, anzi sappiamo di essere molto…

molto di più…

ma siamo come un insetto perduto nella mano di Dio.

Chiudete gli occhi, chiudete la mente,

lasciatevi prendere dalla mano della vostra anima,

aprite gli occhi, aprite la mente…

per vedere quello che non è davanti a voi.

E sarà proprio l’avidità a perdere i protagonisti, carnefici poi sacrificati sull’altare costruito dai loro stessi errori e dalla loro stessa avarizia che gli si ritorcerà contro.

Una storia che fa riflettere, un autore poco conosciuto che meriterebbe di più.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

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