Vivian Lamarque, premio Strega?

Vivian Lamarque, premio Strega?

Vivian Lamarque, premio Strega?

 

Vivian Lamarque, premio Strega?

Roba da cani, credit Mary Blindflowers©

 

Vivian Lamarque, premio Strega?

Lucio Pistis & Sandro Asebès©

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Appena tornati dalle vacanze, abbiamo appreso che una signora di nome Vivian Lamarque, ha vinto il Premio Strega per la poesia nel 2023. Ci siamo messi a ridere, ma di gusto, giusto per non piangere. Abbiamo sempre considerato la Lamarque una sfornatrice seriale di banalità e il fatto che riesca per miracolo e intercessione di qualche santo, a pubblicare con i grossi editori, non ha mai fatto cambiare di una virgola il nostro modesto parere di lettori. La Lamarque è la quintessenza del superfluo, dell’inutile, dell’innocuo da buttare a chi di poesia non ne ha mai masticato nulla e, in sintesi, non sa nemmeno cosa sia o dove stiano di casa la letteratura e la buona scrittura. Un pigolio cioccolatoso grondante melassa per l’uomo e la donna che non sanno leggere mai, condisce ogni suo verso, ogni suo prosaico e mieloso sfrigolio. Ma ecco alcune sue perle prese da varie raccolte:

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Il Signore nel cuore

Le era entrato nel cuore.
Passando dalla strada degli occhi e delle orecchie le era entrato nel cuore.
E lì cosa faceva?
Stava.
Abitava il suo cuore come una casa.

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Io tra voi

A letto
io tra voi come a volte
siamo scivolati nel sonno tutti e tre da una parte
e perciò vi sento respirare benissimo:
una come ancora giocando
e l’altro così familiare.
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Il signore sognato

Splendidissima era la vita accanto a lui sognata.
Nel sogno tra tutte prediletta la chiamava.
E nella realtà?
La realtà non c’era, era abdicata.
Splendidissima regnava la vita immaginata.

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Nella prima, la Lamarque tenta di sostituire quell’amore che si genera dagli occhi di matrice stilnovista e dantesca con l’amore che entra dalle orecchie. Al di là di questa puerile sostituzione di organi, altro non c’è. L’amore entra nel cuore dalle orecchie e vi stabilisce la sua casa. Il significato di questa poesia è tutto qui. C’è qualcos’altro? No, niente, zero assoluto. Lo stile è da prima elementare, il significato è solo quello che si legge e niente più.
La seconda. Un ménage à trois, una o uno che sta in mezzo ad altri due e li sente respirare benissimo. Punto. Cosa comunica? Nulla. Stilisticamente ha qualche innovazione? Nessuna. Ha significati che vanno oltre la parola scritta? No. Calma piatta. Ci spieghi poi l’autrice che divaricazione possa esistere tra il giocare dell’uno dei dormienti e la familiarità dell’altro. Ci sembra che ella lanci una sorta di contrasto che in verità sfuma nell’immagine descritta. E non ci comunica alcuno slancio emotivo.
La terza, una vita splendida accanto alla persona sognata che poi si scopre essere un sogno perché la vita vera invece è diversa, usa il termine abdicata. Orripilante ed inusitato poi è il passivo del verbo, da noi mai registrato in alcun autore; vero è che il dizionario on line della Treccani lo classifica come transitivo e intransitivo, ma una forma passiva non ci era mai capitato di leggerla; se la Lamarque ce ne fornisse attestazioni le saremmo davvero grati. Per non parlare di quel superlativo “splendidissima” per un aggettivo che già nel suo grado positivo ha valori apicali e non necessita di quel suffisso esponenziale. Se la poetessa, anche qui, volesse fornircene corroboranti attestazioni, ci farebbe grosso favore. Rimetta elementare anche qui, stile terra terra, significati inesistenti.
Questa ha vinto il premio Strega per un libro che non compreremo, viste le poesie che la premiata scrive da anni. Il fatto è che ormai l’abbiamo capito tutti, lo Strega è solo un premio che non vuole creare cultura e poesia, ma demolire, distruggere ogni creatività e ogni possibilità espressiva che possa dire qualcosa. Si premia la mediocrità perché non dà fastidio, avvolge come il miele il lettore ingenuo, non dà nessun affanno al potere.
Noi abbiamo riso, ma forse le generazioni future potranno solo piangere leggendo questa roba perché la letteratura mainstream ha deciso che la letteratura e la poesia debbano estinguersi.

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DESTRUTTURALISMO Punti salienti

Libri Mary Blindflowers

 

 

Comments (2)

  1. enrico dignani

    (Poesia)
    Certe mie poesie
    e forse anche le tue
    presumono di essere troppo raffinate
    e golose di meraviglia altra,
    per essere visibili e appetibili ai più,
    sono care agli Dei
    non temono i brutti. (e,dignani)

  2. GIUSEPPE IOPPOLO

    AI CONFINI DEL SOGNO
    di Giuseppe Ioppolo

    Quando vorrai
    Saprai dove trovarmi
    Sto ai confini del sogno
    Tra ugge e diletti

    IL SIGNORE SOGNATO
    di Viviane Lamarque

    Splendidissima era la vita accanto a lui sognata.
    Nel sogno tra tutte prediletta la chiamava.
    E nella realtà?
    La realtà non c’era, era abdicata.
    Splendidissima regnava la vita immaginata.
    ********************************************************
    Io ce l’ho con Lucio Pistis & Sandro Asebès perché mai mi hanno stroncato come hanno stroncato la Lamarque del Premio Strega e dire che tra i due “sogni” sopra riportati a forma di poesia non è che quello mio ci faccia una gran bella figura. Stiamo sempre nella melassa sdolcinata che molti si ostinano a chiamare poesia.
    Eppure a me neanche un premio! non quello Strega, per il quale neanche ci spero proprio, ma almeno quello di Roccacannuccia. Neanche una menzione, non al premio Bagutta, troppo lontano dalle mie ambizioni, ma a quello di Carrapipi. Dico: come si può fare un torto così grande ad uno che tanto s’impegna per realizzare il montiano “che gran scrittore sarei s’avessi io qualche cosa da dire”.. Insomma, avreste potuto dedicarmi una bella stroncata di quelle che fanno onore. Chissà che stroncando oggi stroncando domani non possa arrivare al Nobel, che poi nei fatti sia un Ignobel, tutto ignobilmente sudato, quale meraviglia? La letteratura è ormai il luogo della Ignobiltà permanente.
    Forza Lucio Pistis! forza Sandro Asebes… stroncatemi… straziatemi ma di premi saziatemi!

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