Mary Blindflowers©
Gli educatori del conformismo
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Il problema della mancanza di spirito critico parte dalla scuola, si estende nell’editoria e nella carta stampata dove regna il parere sovrano dei noti, e finisce nelle università dove si formano covi di ricercatori compiacenti e proni al sistema. Gli educatori del conformismo sono numerosi come i chicchi di grano marcio.
Dacia Maraini ha scritto in data 11 luglio 2023 sul Corriere della sera un articolo dal titolo: Stupro: gli arcaici luoghi comuni, in cui perentoriamente afferma: “Lo stupro in natura non esiste. È una azione inventata dall’uomo per umiliare il nemico. Infatti, è sempre stato usato come un’arma di guerra. Il nemico si uccideva, la donna considerata proprietà del nemico la si stuprava”.
Ho fatto gentilmente notare in una discussione con alcuni contatti fb che l’affermazione è falsa. Basterebbe aprire un qualsiasi libro di etologia per rendersene conto. Molte specie animali, infatti, praticano lo stupro, dal Germano reale, ai ranocchi, dai pinguini, fino ai cetacei, etc. etc. Insomma non occorre essere esperti naturalisti o scienziati per saperlo. La Maraini ha toppato e di brutto. In pratica è così nota e sicura di sé che non ritiene neppure di aver bisogno di verificare o dimostrare ciò che scrive in un giornale a tiratura nazionale.
Per aver detto questo il signor Saverio Gualerzi che si presenta come educatore, in realtà è ricercatore all’Università di Bologna, così scrive in un profilo pubblico fb:
La cecità è già nel suo nome. Per una che non soltanto sminuisce la Maraini (scrittrice non eccelsa ma comunque capace) e addirittura Il Gattopardo, probabilmente (anche a parere di studiosi stranieri) il migliore romanzo italiano, mi pare caratteristica appropriata. Leggendo poi le sue recensioni pare che tutto si debba risolvere al mancato femminismo degli autori. Si potrebbe parlare di miopia, se la cecità non l’avesse già resa superflua.
Signorina dalla vista bassa, sono contento di averle dato la possibilità di riproporre al pubblico le sue sciocchezze. Rimanga pure nella sua limitatezza, anche Tomasi non la avrebbe degnata di maggiore attenzione. Per la comprensione del testo, io la insegno ogni giorno: venga pure nelle mie classi a impararla. I casi disperati come il suo sono una sfida sempre interessante. Peraltro se lei ‘apre la bocca’ per scrivere, il problema non è soltanto agli occhi. Consiglierei un bravo neurologo. La sua maleducazione nei confronti della letteratura è più imperdonabile della mia nei confronti suoi. Forse sarebbe meglio tornare ai suoi disegnini. Ah no, tutto sommato no…
Analizziamo criticamente questa reazione da parte di uno che dovrebbe essere in teoria colto. Prima fa riferimento al Blind contenuto nel nome, infantilissima e scontata battutina. Poi sottolinea che io sminuirei la Maraini, e addirittura Il Gattopardo. Si riferisce a questo articolo che evidentemente ha digerito male. Quindi passa immediatamente dopo alla citazione senza fonte, con i generici studiosi stranieri che avrebbero detto che Il Gattopardo è il miglior romanzo italiano, definizione di per sé inutile in letteratura. Non parliamo infatti di una squadra di calcio né di una gara ad ostacoli in cui c’è chi vince e chi perde. La letteratura è un attimo più complessa di questi meschini riduttivismi costruiti per vendere, anche perché la percezione sensibile e critica di un testo varia da lettore a lettore. Non c’è un migliore tra i migliori, c’è chi fa letteratura e chi no. Tomasi fa letteratura. Poi arriva a una affermazione “sul mancato femminismo” a cui io avrei ridotto tutte le recensioni. In verità ho sempre scritto che un autore non va letto con gli occhi del politicamente corretto che imperversa oggi, quindi non ho mai giudicato un classico per il suo femminismo o maschilismo, tant’è che anche a proposito di Boccaccio ho scritto che non ha senso definirlo femminista o maschilista perché si limita a descrivere la mentalità del suo tempo. Ergo non so dove l’esimio si sia potuto fare un’idea che il femminismo sia il metro di giudizio principale utilizzato dal nostro blog per recensire gli autori. Poi passa all’insulto diretto: “Signorina dalla bassa vista”. Mi sta accusando di cecità mentale improvvisandosi oculista domenicale. Aggiunge un generico scrivi “sciocchezze” senza definire in cosa esattamente consistano tali amenità, per poi aggiungere che sono “limitata”, improvvisandosi paragnosta e occultista, ipotizzando dopo seduta spiritica istantanea avvenuta nel suo cervelletto, le reazioni di un morto, Tomasi, che “non mi avrebbe degnata di attenzione”. Dopo questa gradevole incursione nello spiritismo, eccolo arrivare alla sussiegosa incrostatura di sé, dunque all’invito a seguire le sue lezioni. Insomma, vuol farci sapere che lui non è un Pinko ma un insegnante, e dice che, “ogni giorno” (poveri studenti!) insegna “la comprensione di un testo”, ritenendomi “un caso disperato” e una “sfida interessante”. Poi dall’aula torna in ambulatorio e mi consiglia come un bravo medico di famiglia, un neurologo, perché il mio problema non sarebbero soltanto gli occhi, ma pure il fatto che osi aprire bocca per scrivere. Si vede che lui non scrive pigiando i tasti sul computer ma aprendo la bocca, deve essere comodo! Qui si profila la censura. Chiudi la bocca se non sei del mio stesso parere. In sintesi sarei maleducata con la letteratura, in pratica oso fare recensioni critiche e disamine pur non appartenendo alla casta a cui probabilmente appartiene invece lui che boriosamente dice vieni a imparare da me.
Penso che ci sia materiale a sufficienza per una bella storia horror.
Ma l’ironia di tutto questo è che Gualerzi, difende con questa violenza e con questi insulti gratuiti, privi di qualunque confutazione critica, un articolo che a sua volta dovrebbe difendere le donne dalla violenza. Sì, ma quali donne? Quelle della casta? Le sole che abbiano diritto di parola? Viviamo in una democrazia o in una dittatura dei baroni e delle baronesse? E per inciso, io adoro fare disegnini. E ogni tanto li espongo anche nei musei e senza nemmeno pagare!
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DESTRUTTURALISMO Punti salienti
Se dalla via retta sgommi, quella cara all’Accademia,
se tu i classici non curi da cristalli di Boemia,
se da quel che pensan loro stai deviando e dopo sterzi
ahi! si adonta e fa il villano un educator, Gualerzi!
Lo invitiamo a far bisboccia tra Barbera e pasta al pesto
anziché tentar cimenti con la critica del testo.
Tutto il mondo ormai è ben conscio che per diventar dottore
devi stare nella scia del barone professore
e non criticare i noti, mai guardandoli di sbieco,
altrimenti sei imbecille da internet! E lui fa l’Eco!