
Destrutturalismo, contro ogni ismo, credit Antiche Curiosità©
Mary Blindflowers & Mariano Grossi©
Destrutturalismo, contro ogni ismo
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Destrutturalismo non è un nuovo ismo, ma la negazione stessa di ogni ismo, nella consapevolezza del fallimento di tutte le rivoluzioni della borghesia che non ammette mai di aver fallito, nemmeno di fronte all’evidenza storica della non realizzazione della democrazia. I propinatori di ismi, sono perlopiù esaltati e di se stessi e dei compagni di merende, continuano infatti a proporre e ri-proporre a loop, vecchi modelli contenutistici e slogan pieni di ragnatele tirati fuori dal cappello a cilindro di una storia scritta all’insegna del bi-pensiero, che sulla carta dice una cosa, all’atto pratico ne fa un’altra. Un giro di giostra molto furbo, funzionale agli interessi particolari e intollerante ad ogni opposizione di pensiero. Questo presuppone che l’una mano lavi l’altra, purché si tratti di amici e che, soprattutto, chiunque non sia del parere del gruppo dell’ismo-dio di riferimento sia di un altro ismo, perciò inaccettabile, etichettato come nemico. Si denota negli ismi tradizionali l’assenza pressocchè totale del pensiero trasversale. Tale assenza è diventata la regola delle varie parrocchiette ormai sragionanti per slogan preconfezionati in cui si afferma nel momento stesso in cui si nega. Altro elemento importante degli ismi è l’omissione di parti della storia che confutano il proprio pensiero, negandolo e mettendolo in difficoltà. Anche la minimizzazione a questo punto servirà a coprire l’omissione, nel caso qualcuno faccia presente certi errori storici, così i reati di un ismo non saranno mai paragonabili per ciascun componente dell’ismo stesso, a quegli degli altri ismi rivali. L’ismo è un sistema di micropotere concentrato e spesso ottuso, ostile contro il pensiero trasversale che irrita la certezza del microcircolo, in parole semplici una forma di vera e propria idolatria che rallenta fortemente l’evoluzione di pensiero al quale propina delle catene pesanti.
Chi ragiona per ismi è spesso vittima di autocompiacimento emotivo, specie se ha una certa età e si sente in vena di dar lezioni ai giovani. Il vecchio ottuagenario propinatore dell’ismo, è perlopiù nostalgico. Egli dirà dunque che quando era giovane sì che si scriveva sul serio e si faceva la rivoluzione per migliorare il mondo. Quando qualcuno gli farà notare che il mondo, in fondo, non è poi migliorato granché, dato che i poveri sono rimasti poveri e i ricchi sono sempre più ricchi, quando gli fate notare che sentirlo parlare di rivoluzione fatta seriamente all’epoca sua fa venir voglia di rammentargli il vecchio aforisma del “Si nasce incendiari e si muore pompieri”, inizierà a turbarsi, a negare l’evidenza storica di un fallimento che è sotto gli occhi di tutti. Innescherà allora una manovra distrattiva, cercherà di aggiungere carne al fuoco, facendo sfoggio di erudizione libresca, con informazioni di ottantesima mano, reperite qua e là nei libri nella propaganda di partito e negli slogan dei social. L’iperinformazione disinformante e distrattiva è un buon metodo, fumo sugli occhi tipico del bi-pensiero, fingere di informare mentre si sta solo distraendo l’interlocutore per ammansirlo e convincerlo che ha torto… (Continua su Destrutturalismo n. 4).
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DESTRUTTURALISMO Punti salienti