Granet, virtù, potere, successione

Granet, virtù, potere, successione

Granet, virtù, potere, successione

 

Granet, virtù, potere, successione

Libro orientale antico, credit Antiche Curiosità©

 

Granet, virtù, potere, successione

Angelo Giubileo©

 

Nel 1926 esce a Parigi una splendida ricerca del sociologo Marcel Granet dal titolo Danses et légendes de la Chine ancienne. L’opera, pubblicata per la prima volta in italiano dall’Adelphi nel 2019, mette essenzialmente in evidenza quattro fattispecie.

La prima, come dice lo stesso autore, in ordine alla Tradizione, familiare e sociale, che non resta fedele a se stessa ma cambia nell’antica Cina e cioè ad Oriente, allo stesso modo di come cambia a Roma e cioè nell’Occidente; con la differenza che, mediante la narrazione dei fatti cinesi ad opera degli Annalisti, in Cina è possibile cogliere con maggiore evidenza le fasi o i passaggi da una tradizione a un’altra.

La seconda, in ordine agli stessi fatti narrati, che Granet giudica quale frutto reale di interpolazioni o ricostruzioni finali, ad opera degli stessi Annalisti, di <principi e schemi della tradizione> (fatti che Granet definisce “secondari” o “formule proverbiali”), adattandoli di volta in volta alle imprese “leggendarie” dei diversi personaggi. Personaggi che non sono quindi da intendersi come davvero “storici”, bensì sono il frutto delle “diverse passioni” degli Annalisti, in veste di agiografi e/o denigratori.

La terza, relativa all’idea che ogni vita sia una perenne – dice Granet: scommessa sul Destino. Così che: l’Eroe che se ne assume la responsabilità ha abbastanza Virtù per assimilare o per distruggere, per dimostrare che è il Signore e che il Cielo è dalla sua parte (…) La messa a morte (il suicidio volontario, il suicidio imposto, l’esecuzione), sia che prenda la forma di un sacrificio e di un tentativo di assimilazione della vittima, sia che prenda la forma di un’espulsione e di un totale ripudio, sia che abbia il carattere di un rito di comunione o di un rito di avversione, sia che appaia come un atto religioso o piuttosto una sanzione penale, ha sempre qualcosa del sacrificio e dell’ordalia.

La quarta, in ordine a una “rivoluzione” (come la definisce Granet), che segna il passaggio dalla tradizione taoista alla tradizione confuciana. A tale proposito, il giudizio dell’autore è tranchant: Quando, agli inizi dell’epoca imperiale (221 a.C.), la dottrina detta confuciana cominciò a opporsi risolutamente alla dottrina detta taoista, la parola d’ordine fu dare la caccia, nelle opere, a tutto ciò che da allora venne chiamato <favole taoiste>. Su questo punto, non c’è nulla di più istruttivo della biografia di Confucio (551-479 a.C.). Siamo ormai al termine dell’epoca che nel 1949 il filosofo tedesco Karl Jaspers definirà assiale (800 – 200 a.C.).

La Virtù

A partire da quale epoca risalgono le vicende così come narrate qui di seguito (sempre in corsivo) da Granet? Egli stesso dice che non è possibile stabilire le epoche e quindi le date con relativa certezza; ma è possibile invece, in base a ciò che è riportato nei testi degli Annalisti delle epoche più recenti, ricostruire i fatti che l’autore definisce come “principi e schemi della tradizione”. In premessa, basterà allora qui sottolineare che i fatti che Granet definisce “leggendari” di Kouen, rappresentato come Ministro di Yao (all’epoca dell’ultimo dei Sovrani) e padre di Yu il Grande (all’epoca delle Dinastie), risalirebbero ad un’epoca anteriore al 2200 a.C.

Un’idea domina l’intero pensiero cinese: ogni Virtù si afferma con una restaurazione dell’Ordine. L’ordine è al tempo stesso spaziale e temporale. Gli Spazi sono indissolubilmente legati ai Tempi. Ogni Virtù che voglia intronizzarsi ci riesce instaurando un Tempo nuovo in uno Spazio rinnovato (…) I Sovrani, Signori del Calendario, e la loro Virtù traggono la loro efficacia da un’Investitura del Cielo, Signore delle Stagioni e dell’Evoluzione naturale. Il Cielo è mutevole. Ha un mandato a termine. Raggiungere l’apice e poi declinare è nel Destino di una Virtù. Esiste un periodo in cui una Virtù coincide con la volontà del Cielo. Questa Virtù, allora, è fausta e l’Ordine del Mondo è concordante. Una Virtù in decadenza è alle prese con un Mondo disarmonico. Malefica, essa deve essere eliminata. Ogni cambiamento di Sovrano è una lotta tra due Elementi. C’è UN vincitore e c’è UN vinto. Ci possono essere QUATTRO espulsi (…) Uno degli Esseri messi al bando comuni allo Chou king e a Tchouang tseu è designato da un’espressione in cui viene introdotto il carattere TRE (san): San Miao (Tre Miao) è espulso sulla montagna San wei: anche qui figura la parola TRE (…) Il secondo carattere dell’espressione San Miao può significare discendenti (…) i Tre Miao avevano una Virtù di disordine. Facevano perdere il loro ordine ai Numeri del Calendario (…)

Kouen è l’espulso UNICO di cui parlano gli Annali di bambù (…) fu il solo a essere messo al bando. Fu, è vero, FATTO A PEZZI. Lo squartamento di Kouen sulla sua montagna ebbe luogo, dice un autore, solo tre anni dopo la sua morte perché il cadavere non si era decomposto. Kouen, secondo una tradizione quasi unanime, si gettò in un baratro e rivisse sotto forma animale. In epoca feudale, si manifestava ancora con l’aspetto di un orso e andava a domandare offerte. Il suo Spirito infestava la montagna dove venne espulso e giustiziato. Con lo squartamento di Kouen, poté essere costituito un Tempo nuovo in uno Spazio rinnovato (…) Kouen, divinizzato all’esecuzione, risiede nell’Estremo Oriente, sul Monte della Piuma (o degli Uccelli): là venne disperso il suo corpo e la sua vita fu rinnovata.

Il Destino

Ma chi è, in realtà, Kouen? Egli è detto a turno dagli annalisti, alternativamente, essere un Figlio maggiore di un Sovrano, un Ministro, un Mostro messo al bando, un Genio (del luogo Santo).

Kouen fu messo al bando e squartato. Tutte le tradizioni concordano nel dichiarare che venne castigato da Chouen e che questo castigo è in relazione all’avvento del celebre sovrano (…) La gloria di avere corretto i San Miao viene solitamente attribuita a Chouen. I San Miao sono l’opposto di Kouen. Come lui sono stati espulsi su un Monte degli Uccelli, loro all’Estremo Occidente, Kouen all’Estremo Oriente (…)

Le Virtù regolatrici riescono a SUDDIVIDERSI IN UN QUADRATO in seguito a una DIVISIONE IN DUE GRUPPI DI TRE, la quale ha origine da una SCISSIONE IN DUE dell’UNITÀ Sovrana. Lo stesso schema sembra essere intervenuto per le Virtù malefiche (…).

Tchong e Li sono uno solo: Tchong-Li, all’epoca del Sovrano Ti K’ou (Kao-sin), fu Tchou-jong e governo’ il Fuoco (Tchong-li è UNO, ma ha un fratello, Wou-houei, il quale fu anche Tchou-jong e governo’ il Fuoco. Wou-houei ebbe sei nipoti che nacquero dilaniando il corpo della loro madre: TRE uscirono da SINISTRA e TRE da DESTRA). Quando li si considera DUE personaggi, Tchong e Li sono talvolta ritenuti fratelli: Tchouan-hiu investi’ Tchong delle funzioni di Direttore del CIELO e Li di quelle di Direttore della TERRA. Il primo riunì sotto la sua autorità gli dei e il secondo gli uomini. Fu così che cessò la mescolanza tra le cose divine e umane di cui i Nove Li erano responsabili.

Non sempre Tchong e Li sono considerati fratelli. Li diventa il figlio di Tchouan-hiu e resta Tchou-jong. Tchong diventa il figlio di Chao-hao. Tchong, figlio di Chao-hao, e i suoi fratelli in totale fanno QUATTRO, ma contano come TRE (…).

I Hi e gli Ho sono i discendenti di Tchong e di Li (…) Delegati dal Signore del Tempo e dello Spazi, essi sono DUE, Hi e Ho, coppia familiare, esattamente come sono SEI, gruppi antitetici, TRE Hi di fronte a TRE Ho. Ma, al tempo stesso, mentre sono UNO (poiché Hi-ho è il Sole) e sono TUTTI (poiché i DIECI Soli sono i DIECI Giorni del Cielo e sono TUTTI i Giorni), essi sono QUATTRO: il quadrato delle Stagioni-Orienti. Così, la Virtù organizzatrice si diffonde e si specializza, si moltiplica e resta una.

(…) Uni e multipli, Tchong-li e Hi-ho fanno regnare la Virtù CENTRALE nelle QUATTRO Estremità del Mondo.

Il Potere

Le <storie> di Kouen rilevano essenzialmente anche in ordine alla trasmissione del potere, in quanto Yao cede il potere sovrano a Chouen (suo Ministro) e Chouen lo trasmette a Yu il Grande, figlio di Kouen. Riprendiamo allora, su questa stessa traccia, il racconto di Marcel Granet.

Per irradiarsi nei QUATTRO settori del Mondo, la Virtù regolatrice si deve sdoppiare in DUE gruppi di TRE. L’organizzazione dell’Universo si ottiene con l’azione di CINQUE o SEI Dipartimenti ministeriali (…) Quando si contano CINQUE Dipartimenti, il quinto è quello del CENTRO (che corrisponde così alla Terra). Se se ne contano SEI, il Dipartimento CENTRALE si sdoppia in Dipartimento del CIELO e Dipartimento della TERRA. Tchong e Li che erano (UNO, o che erano) fratelli ebbero, sotto Tchouan-hiu, le funzioni di Direttore del CIELO e di Direttore della TERRA: gli dei e gli uomini non si mescolarono più (…).

La Virtù Centrale è UNA. Per mantenere a distanza il CIELO e la TERRA, essa viene esercitata congiuntamente dal SOVRANO (l’Uomo UNICO) e dal MINISTRO (TRE-Duchi) (…) Ora, ecco perché KOUEN fu preso da una furia di belva feroce, innalzo’ degli stendardi fatti di code di animali e si fece squartare. Quando <Yao cedette l’Impero a Chouen, Kouen, un feudatario, andò in collera contro Yao e disse: <Colui che ha ottenuto la Virtù (Tao) del CIELO è SOVRANO; colui che ha ottenuto la Virtù della TERRA è MINISTRO. Ed ecco che io, che ho ottenuto la Virtù della TERRA, non sono affatto MINISTRO! >. MINISTRO si dice TRE-DUCHI.

La Successione

Anche la successione FAMILIARE e SOCIALE è logicamente narrata dagli stessi Annalisti secondo le proprie e diverse passioni. Prima di pervenire, storicamente, alla trasmissione del potere per via agnatizia, scrive Granet che, all’epoca dei rituali, una distanza insormontabile separa il padre dal figlio. Ed è al termine della prova o del lutto che viene ceduto il potere di successione.

Benchè la filiazione sia (già) agnatizia e la successione avvenga di padre in figlio, il governo della famiglia appartiene alternativamente a due gruppi opposti. Il passaggio del potere avviene solo alla fine del lutto.

(…) Analogamente: Padri e figli avevano virtù opposte. Furono dei MINISTRI a subentrare nella successione. La sola successione narrata in dettaglio è quella che assegnò a Chouen il trono di Yao: Chouen fu MINISTRO di Yao; fu anche suo GENERO (…) Chouen subì tutta una serie di prove. Di queste prove, la prima e la più importante fu il suo matrimonio (…) Ma Chouen è un figlio pio e vive presso i suoi genitori: fu quindi suo padre che ideò le diverse prove che servirono a dimostrare la Virtù e la pietà di Chouen (E così): Chouen vinse il FUOCO e vinse l’ACQUA (…) Una prova, che sia tripla o che duri il triplo (3 giorni, 3 mesi, 3 anni, 3 decine d’anni, non ha importanza), è totale e definitiva (…) Quando Chouen ebbe compiuto la prova del lutto, CEDETTE l’Impero (jang) al figlio di Yao. (Allo stesso modo, Yu, al termine del lutto di Chouen, cedette (jang) l’Impero al figlio di Chouen, Chang-kiun, come Chouen l’aveva ceduto a Tan-tchou, figlio di Yao (…) In queste epoche virtuose, la successione si faceva dal più degno al più degno, e non di padre in figlio: ma i figli conservavano i privilegi e le insegne simboliche della Virtù paterna). Quando Chouen ebbe compiuto la sua prima prova, Yao gli CEDETTE l’Impero (yang).

(…) La cerimonia con la quale Yao cedette l’Impero a Chouen e dove il Tempo fu rinnovato è in rapporto sia con l’espulsione contemporanea delle Quattro Malvagità sia con l’espulsione e lo squartamento del solo KOUEN, padre del futuro successore di Chouen (…) Il principio dualistico che regola l’organizzazione della famiglia e della società esige l’alternanza delle Virtù. Esso favorisce il Ministro: il Capo o suo figlio vengono sacrificati per perfezionare la Virtù sovrana di colui che dapprima non è che l’alter ego del Capo. Quando il principio agnatizio diventerà dominante, sarà (con un’inversione del meccanismo) il sacrificio del Ministro a permettere di ottenere il ringiovanimento e la trasmissione delle Virtù sovrane.

 

Fonte: M. Granet, Danze e leggende dell’antica Cina, Adelphi 2019; pp. 15-234.

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